Il compromesso
Credere di risolvere una guerra ibrida con i missiloni Oreshnik è un po' come pensare di poter derattizzare il proprio appartamento servendosi di un bazooka. Servono piuttosto paccate di denaro, intelligence vigile, vassalli da impiegare nelle proxy war, legioni di sacrificabili, copertura mediatica e superiorità aerea e logistica. Non disponendo di tutto ciò, la Russia criptogiudea di Putin, coi suoi miliardari che non vedono l'ora di tornare a scaldarsi le palle in Europa, dove hanno lasciato una lunga scia di cafonaggine mista a vodka vomitata, ha pensato bene di imboccare la strada del compromesso: io ti regalo la Siria e tu in cambio rinunci ad attaccare in profondità il mio territorio. Affare fatto! Durerà? Io dubito molto. Tra poco lo spazio asiatico ex URSS potrebbe cominciare a ballare...
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Tra l'altro, nei suoi editoriali oramai è diventata una filo-sionista sfegatata, ignorando che quelli non sono ebrei, ma khazari. Vaglielo a spiegare...
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