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Caligorante

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Il 24 ottobre è una data che offre un condensato della Guerra Fredda. Il 24 ottobre del 1956 l’Armata Rossa invade l’Ungheria per schiacciare la rivolta sorta dal desiderio di un “socialismo dal volto umano”. Alcuni mesi prima, in occasione del Ventesimo Congresso del partito, Kruscev aveva svelato il segreto di Pulcinella dei crimini staliniani (il famoso “rapporto segreto”). La “destalinizzazione”, per il popolo ungherese esasperato dallo «stalinismo al goulash» di Mátiás Rákosi (ormai imbarazzante per il PCUS), non poteva essere altro che un ammorbidimento del regime comunista e la partenza delle truppe sovietiche che occupavano il paese. Ma ciò non era minimamente nelle intenzioni del Cremlino. Repressa definitivamente ai primi di novembre, la vicenda si concluse col processo e la condanna a morte dei quadri del comunismo ungherese di lungo corso, compreso l’ex primo ministro Imre Nagy. Il 24 ottobre 1970 il cartello delle sinistre di Unidad Popular vince le elezioni; Salvador Allende viene eletto presidente del Cile. L’11 settembre (altra data fatidica) 1974, dopo tormentati tentativi di riforma e difficoltà d’ogni genere, Allende morirà (assassinato o suicidato) e il suo governo verrà rovesciato da un sanguinoso golpe militare che trasformerà il paese in un laboratorio sociale. Il regime del generale Pinochet sperimenterà le nuove tendenze in materia di economia, con risultati diseguali. Tomaso de Vergottini, ambasciatore italiano in Cile a cui non pochi esiliati devono la vita, il 19 maggio del 1974 visitò la comunità italiana di Valparaiso e Viňa del Mar. In quell’occasione il Console Armando Covatta disse: “Gli italiani residenti sono sempre andati d'accordo con qualsiasi Governo cileno. Non si sono occupati mai di ideologia, hanno pensato solo a lavorare. Però, quando un governo, come quello della Unità popolare comincia a strappargli i frutti di questo lavoro, allora i nostri italiani si sollevano e plaudono ai governanti di oggi.” Il 24 ottobre del 1980 il regime polacco comunista accetta di legalizzare il sindacato cattolico Solidarność, fondato il mese precedente. Già il 31 agosto 1980 erano stati firmati i famosi Accordi di Danzica, che ratificavano la creazione del primo sindacato indipendente oltre la cortina di ferro, mentre Solidarność, con l’appoggio politico del Vaticano, cominciava a diffondersi in maniera capillare nel paese. Il 29 ottobre si riunì il Politburo del PCUS. «Credo che i leader polacchi non comprendano appieno la gravità della situazione», affermò Jurij Andropov, capo del KGB. La posizione più radicale fu quella del ministro degli Esteri Andrej Gromyko, il quale precisò: «Non dobbiamo perdere la Polonia. Seicentomila soldati sovietici sono morti per liberarla dal giogo nazista. Ora non possiamo permettere una controrivoluzione». In realtà, nessun leader sovietico voleva i carri armati russi nelle vie di Varsavia per reprimere una rivolta. Originally posted in:
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