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Accadeva milleduecentonovantuno anni fa.
25 ottobre 732 d.C. I franchi di Carlo Martello sconfiggono i Mori a Poitiers. Pagina importante della “Reconquista” cristiana dello spazio iberico, l’episodio contribuirà a consolidare il prestigio della casata dei Pipinidi, esaltando Carlo come difensore della religione cristiana, e i franchi come vero popolo di Dio e legittimi eredi dell’impero romano. La battaglia è stata a lungo presentata come l’evento che avrebbe impedito, secondo una superata tradizione più leggendaria che storiografica, la sicura islamizzazione dell’Europa. In realtà Poitiers non impedì ai caravanserragli arabi di dilagare ad Arles, Avignone, in Provenza e Narbona. Ancora diversi decenni dopo, Carlomagno fu costretto ad aprire trattative diplomatiche con certi emiri berberi che avevano preso talmente campo in Francia da sposare le figlie di noti dignitari cristiani, come Oddone d’Aquitania.
E pensiamo all’Emirato di Palermo, fondato nel’anno 831, un secolo dopo il presunto scontro risolutivo di Poitiers. Anche una parte dell’aristocrazia visigota della penisola iberica si era cautelata stipulando accordi e trattati con i Mori, utilizzando proprio l’istituto del pegno e del legame matrimoniale. Per giunta, la famosa imboscata subita dai Franchi a Roncisvalle, che la tradizione epico-letteraria contenuta nella Chanson de Roland vorrebbe opera dei Saraceni, fu impresa dei Wascones, guasconi baschi, montanari europei, bianchi e cristiani, che il gioco delle alleanze vedeva adeguatamente non allineati.
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