No, non ci siamo. E chi scrive ha spesso evocato un possibile asse Roma-Berlino-Pechino (Mosca preferisce Jalta e la Grande Alleanza Antifascista con i vaccari: auguri). Da questo confuso puttaneggiare dell'UE, sospesa tra Washington e Pechino, non può scaturire nulla di buono, specie dopo aver praticato per anni il tafazzismo ambientalista dell'agenda 2030 che, insieme al conflitto in Ucraina, ha affossato l'automotive del vecchio continente (in Italia ci hanno pensato gli Agnelli-Elkann). Ma vabbè, stiamo parlando dei burocrati scorreggioni di Bruxelles. Bisogna piuttosto diversificare i mercati di sbocco e i fornitori di energia. Argomento da sviluppare e approfondire.
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