Per certi buontemponi la disfatta del woke val bene una messa, anzi una bolletta salata e un ulteriore giro di vite neocoloniale. Poi basta ricicciare le mezze verità e le bugie integrali del circo mediatico sovranello, e cioè che Crodino Biondo cura i propri interessi (a scapito dei nostri, ma son dettagli), che i pedosatanisti Dem stanno rosicando e magari anche soccombendo (vivranno abbastanza per pisciare sulla nostra tomba), che bisogna cogliere al volo la finestra di opportunità (volo e finestra nella stessa frase? Gesù! Quale sarebbe l'opportunità, il suicidio?) aperta dalla fragorosa vittoria di The Donald. L'importante è che nessun negro da cortile di Hollywood alteri la rigida filologia fumettara interpretando il ruolo di supereroe iperboreo nel prossimo polpettone cucinato dai Marvel Studios. "GNOOO!! Non possono affidare il ruolo di Unga, la guerriera dalla coscia lunga della saga di Conan, a Tonisha Walker, che è nativa di Trinidad e Tobago! Gnooo, perché uno come Zebedeo Johnson, con tutta quella melanina, deve indossare i panni del mitico Capitan America?" Ecco, se le cose stanno così, preferisco essere un rancoroso antistatunitense per partito preso. Ma tu da che parte stai? Dalla parte dell'Italia. Sempre.