Ragazzi, io non nutro alcun malanimo nei riguardi di Donald Trump (umanamente mi sta pure simpatico) e penso che NON sia la malvagità a muovere il leader repubblicano. Però vorrei che fosse chiaro che a Washington sono alle prese con un dilemma strategico sfibrante. Trump sarà anche un vero isolazionista, ma sa che prima di girare i tacchi DEVE dar fuoco alle polveri e cioè danneggiare la concorrenza. Ron e Rand Paul predicano bene, ma se gli Stati Uniti decidessero di ritrarsi nella tana senza ferire gravemente la Russia, la Cina e l'Europa, ossia i loro creditori, potrebbero andare incontro a un tragico destino di tipo balcanico. Chi ripianerebbe il mastodontico debito federale? Chi pagherebbe i danni derivanti dalla fine dell'Impero talassocratico visto che numerosi soggetti ci campano? La maggior parte dei soldati dell'U.S. Army sparsi per il mondo non sono milionari. Chi abituerebbe l'homo americanus, il quale è fondamentalmente un marmocchio desiderante, alla durezza del vivere? Chi lo obbligherebbe alla parsimonia, a misurarsi con aspettative decrescenti? Come potrebbe rassegnarsi all'idea di non abitare più la città scintillante sulla collina? Riuscirebbe mai a elaborare il tradimento del sogno americano?