Ancora su Belgorod.
Non mi fido tanto delle "rappresaglie" stamburate dai filorussi da riporto. E spiego anche il perché. I centri decisionali e gli alloggiamenti dei mercenari occidentali vanno attaccati metodicamente e non per ritorsione, perché il cuore del problema è lì, non nelle trincee brulicanti di poveri cristi, di quaranta-cinquantenni paonazzi, di donne e handicappati. Colpire quegli obiettivi, possibilmente senza preavviso, deve diventare la regola, non l'eccezione. E non c'è barba di temporeggiatore che tenga di fronte al sacrosanto dovere di prevenire i pericoli e salvaguardare le vite dei propri cittadini. Aspettare una strage di civili (24 morti, un centinaio di feriti) sul tuo territorio per smantellare uno squadrone di mercenari o di papaveri Nato annidati (ma si trovavano veramente lì al momento dell'attacco?) in un albergo di Kharkov, a qualche decina di chilometri dal confine, denota l'irresponsabilità cinica e bestiale delle autorità russe, e conferma la leggendaria barbarie asiatica, la quale, stando a certa pubblicistica, è storicamente insita nelle alte sfere moscovite, a prescindere dalle ideologie e dalle forme di governo.
Non mi fido tanto delle "rappresaglie" stamburate dai filorussi da riporto. E spiego anche il perché. I centri decisionali e gli alloggiamenti dei mercenari occidentali vanno attaccati metodicamente e non per ritorsione, perché il cuore del problema è lì, non nelle trincee brulicanti di poveri cristi, di quaranta-cinquantenni paonazzi, di donne e handicappati. Colpire quegli obiettivi, possibilmente senza preavviso, deve diventare la regola, non l'eccezione. E non c'è barba di temporeggiatore che tenga di fronte al sacrosanto dovere di prevenire i pericoli e salvaguardare le vite dei propri cittadini. Aspettare una strage di civili (24 morti, un centinaio di feriti) sul tuo territorio per smantellare uno squadrone di mercenari o di papaveri Nato annidati (ma si trovavano veramente lì al momento dell'attacco?) in un albergo di Kharkov, a qualche decina di chilometri dal confine, denota l'irresponsabilità cinica e bestiale delle autorità russe, e conferma la leggendaria barbarie asiatica, la quale, stando a certa pubblicistica, è storicamente insita nelle alte sfere moscovite, a prescindere dalle ideologie e dalle forme di governo.