Accadeva centoventidue anni fa.
12 dicembre 1901. Guglielmo Marconi capta con le sue apparecchiature il primo segnale radio transoceanico, realizzando così il grande sogno di collegare attraverso la telegrafia senza fili il continente europeo con quello americano. A marzo l'inventore bolognese si trasferì oltreoceano, alla ricerca di un sito adatto per costruire la stazione ricevente. La scelta cadde sulla località di South Wellfleet, nei pressi di Cape Cod nel Massachussetts (Stati Uniti) e l’ing. Vyvyan ricevette l’incarico di costruire la stazione americana dotandola di un’antenna identica a quella di Poldhu, in Cornovaglia, che rappresentava quanto di meglio si poteva costruire con la tecnologia disponibile. La stazione trasmittente ha una forma ed una struttura inusuale. L’antenna è costituita da venti piloni in legno, alti 60 metri. Questi alti pali sostengono ben 400 cavi elettrici che convergono, formando un cono rovesciato, su un edificio posto al centro della struttura, dove vengono collegati all’apparato trasmittente posto all’interno dell’edificio stesso. Settembre - Un fortunale abbatte una buona parte dei pali che sostengono l’antenna della stazione di Poldhu e poche settimane più tardi la stessa sorte tocca all’antenna di Cape Cod che nel frattempo era stata quasi completata. Così nel giro di poche settimane viene spazzato via tutto il lavoro preparatorio, frutto di ingenti investimenti tecnici ed economici. Marconi non si scoraggia e, sostenuto anche dai crescenti successi commerciali delle apparecchiature per le radiocomunicazioni marittime, fa costruire a Poldhu una nuova antenna più semplice e più robusta, formata da due soli piloni, alti 45 m e distanti 50 m l’uno dall’altro, che sostengono un cavo dal quale pendono cinquantacinque fili ben tesi che formano come un grande ventaglio. L’apparato trasmittente viene sperimentato eseguendo un collegamento con la nuova stazione radiotelegrafica di Crookhaven, posta a 360 km di distanza sulla costa occidentale dell’Irlanda. I risultati dei test entusiasmano Marconi e lo rendono impaziente, al punto che decide di tentare il collegamento transatlantico con un’antenna ricevente mobile posta su un aquilone, senza aspettare la ricostruzione dell’antenna a Cape Cod. Per la stazione ricevente provvisoria viene scelta l’isola di Terranova (Canada), a quel tempo territorio inglese, distante oltre 3.000 km da Poldhu. Marconi accompagnato dai suoi collaboratori Kemp e Paget parte alla volta dell’isola di Terranova, che presenta due vantaggi: è una colonia britannica, circostanza questa che facilita la parte burocratica dell’impresa; è il territorio del continente americano più vicino all’Europa, e in particolare alla Cornovaglia, dove si trova Poldhu. Marconi e Co. portano con loro gli ultimi modelli di ricevitori, una cesta di vimini contenente due palloni da riempire con idrogeno e sei aquiloni, destinati a sostenere ed innalzare l’antenna. Marconi vuole tenere segreto l’esperimento per poter lavorare senza l’assillo dei giornalisti creando così un alone di mistero che avrebbe amplificato l’effetto del suo successo arrivato a sorpresa, senza, d’altro canto, esporsi a critiche nel caso di fallimento. 12 dicembre. Dopo alcuni insuccessi con i palloni, Marconi decide di far salire l’antenna con gli aquiloni, innalzandola fino ad una altezza di 120 m; il ricevitore è all’interno di un edificio su una collina in cui è posta una torre eretta in memoria dell’esploratore Sebastiano Caboto. La stazione di Poldhu trasmette tutti i giorni dalle 11,40 alle 14,40 i tre punti dell’alfabeto Morse che rappresentano la lettera “S”. Così Marconi racconta il successo della trasmissione transatlantica: “Era appena passato il mezzogiorno del 12 dicembre 1901, quando mi portai all’orecchio una metà della cuffia e mi misi ad ascoltare. Sul tavolo dinanzi a me il ricevitore era assai rudimentale, poche spire di filo, qualche condensatore, un conduttore, niente valvole, niente amplificatore, niente galena. Stavo per mettere finalmente alla prova l’esattezza di tutte le mie convinzioni. Per questo esperimento si rischiavano almeno 50.000 sterline e per giungere ad un risultato che alcuni matematici dell’epoca avevano dichiarato impossibile. Il problema fondamentale era se le onde radio potessero o no essere bloccate dalla curvatura della Terra. Io ero sempre stato convinto del contrario ma alcuni scienziati sostenevano che la rotondità della terra avrebbe impedito le comunicazioni a grande distanza, come era il caso nel tentare di attraversare l’Atlantico. All’improvviso verso le dodici e mezza, risuonò il secco ‘clic’ del martelletto contro il conduttore, segno che qualcosa stava per succedere. Ascoltavo attentissimo. Evidenti mi suonarono nell’orecchio i tre ‘clic’ corrispondenti ai tre punti dell’alfabeto Morse; ma volevo una conferma per considerarmi pienamente sicuro. “Sente nulla signor Kemp?” dissi porgendo la cuffia al mio assistente. Kemp sentì, ma non Paget che era un po’ sordo. Capii allora che i miei calcoli erano stati perfettamente esatti. Le onde elettriche inviate da Poldhu avevano superato l’Atlantico, ignorando tranquillamente la curvatura della Terra”. I giornali di tutto il mondo danno grande rilievo alla notizia anche se molti non nascondono il loro dubbio sulla veridicità delle affermazioni di Marconi, mentre la comunità scientifica è il più restio ad accettare l’attendibilità dell’accaduto. Nessuno mette in dubbio la buona fede di Marconi, ma si pensa che sia stato tratto in inganno da un falso segnale dovuto a scariche atmosferiche. Michel Pupin, docente di elettrotecnica alla Columbia University, gioca un ruolo importante per ristabilire la verità e la fiducia nei riguardi di Marconi, dichiarando: “Credo fermamente che Marconi sia riuscito ad inviare segnali tra la costa di Terranova e quella della Cornovaglia inglese mediante il suo sistema di telegrafia senza fili… e abbia provato in modo conclusivo come la curvatura della Terra non sia un ostacolo per la telegrafia senza fili”. La Compagnia dei Cavi Anglo-American Telegraph Company, che detiene il monopolio delle comunicazioni telegrafiche a Terranova in esclusiva per cinquanta anni, rendendosi conto che il vantaggio competitivo di Marconi rappresenta una grave minaccia per il suo business, gli intimò di rimuovere gli apparecchi. Nel corso della guerra russo-giapponese, nella battaglia navale di Tsushima (1905), fu utilizzata per la prima volta in ambito bellico la Radio. Grazie agli strumenti acquistati proprio da Marconi (o meglio da Londra, dove era stato depositato il brevetto), la flotta di Tokyo annientò quella russa, i cui marinai comunicavano ancora a vista tramite delle bandiere colorate.
12 dicembre 1901. Guglielmo Marconi capta con le sue apparecchiature il primo segnale radio transoceanico, realizzando così il grande sogno di collegare attraverso la telegrafia senza fili il continente europeo con quello americano. A marzo l'inventore bolognese si trasferì oltreoceano, alla ricerca di un sito adatto per costruire la stazione ricevente. La scelta cadde sulla località di South Wellfleet, nei pressi di Cape Cod nel Massachussetts (Stati Uniti) e l’ing. Vyvyan ricevette l’incarico di costruire la stazione americana dotandola di un’antenna identica a quella di Poldhu, in Cornovaglia, che rappresentava quanto di meglio si poteva costruire con la tecnologia disponibile. La stazione trasmittente ha una forma ed una struttura inusuale. L’antenna è costituita da venti piloni in legno, alti 60 metri. Questi alti pali sostengono ben 400 cavi elettrici che convergono, formando un cono rovesciato, su un edificio posto al centro della struttura, dove vengono collegati all’apparato trasmittente posto all’interno dell’edificio stesso. Settembre - Un fortunale abbatte una buona parte dei pali che sostengono l’antenna della stazione di Poldhu e poche settimane più tardi la stessa sorte tocca all’antenna di Cape Cod che nel frattempo era stata quasi completata. Così nel giro di poche settimane viene spazzato via tutto il lavoro preparatorio, frutto di ingenti investimenti tecnici ed economici. Marconi non si scoraggia e, sostenuto anche dai crescenti successi commerciali delle apparecchiature per le radiocomunicazioni marittime, fa costruire a Poldhu una nuova antenna più semplice e più robusta, formata da due soli piloni, alti 45 m e distanti 50 m l’uno dall’altro, che sostengono un cavo dal quale pendono cinquantacinque fili ben tesi che formano come un grande ventaglio. L’apparato trasmittente viene sperimentato eseguendo un collegamento con la nuova stazione radiotelegrafica di Crookhaven, posta a 360 km di distanza sulla costa occidentale dell’Irlanda. I risultati dei test entusiasmano Marconi e lo rendono impaziente, al punto che decide di tentare il collegamento transatlantico con un’antenna ricevente mobile posta su un aquilone, senza aspettare la ricostruzione dell’antenna a Cape Cod. Per la stazione ricevente provvisoria viene scelta l’isola di Terranova (Canada), a quel tempo territorio inglese, distante oltre 3.000 km da Poldhu. Marconi accompagnato dai suoi collaboratori Kemp e Paget parte alla volta dell’isola di Terranova, che presenta due vantaggi: è una colonia britannica, circostanza questa che facilita la parte burocratica dell’impresa; è il territorio del continente americano più vicino all’Europa, e in particolare alla Cornovaglia, dove si trova Poldhu. Marconi e Co. portano con loro gli ultimi modelli di ricevitori, una cesta di vimini contenente due palloni da riempire con idrogeno e sei aquiloni, destinati a sostenere ed innalzare l’antenna. Marconi vuole tenere segreto l’esperimento per poter lavorare senza l’assillo dei giornalisti creando così un alone di mistero che avrebbe amplificato l’effetto del suo successo arrivato a sorpresa, senza, d’altro canto, esporsi a critiche nel caso di fallimento. 12 dicembre. Dopo alcuni insuccessi con i palloni, Marconi decide di far salire l’antenna con gli aquiloni, innalzandola fino ad una altezza di 120 m; il ricevitore è all’interno di un edificio su una collina in cui è posta una torre eretta in memoria dell’esploratore Sebastiano Caboto. La stazione di Poldhu trasmette tutti i giorni dalle 11,40 alle 14,40 i tre punti dell’alfabeto Morse che rappresentano la lettera “S”. Così Marconi racconta il successo della trasmissione transatlantica: “Era appena passato il mezzogiorno del 12 dicembre 1901, quando mi portai all’orecchio una metà della cuffia e mi misi ad ascoltare. Sul tavolo dinanzi a me il ricevitore era assai rudimentale, poche spire di filo, qualche condensatore, un conduttore, niente valvole, niente amplificatore, niente galena. Stavo per mettere finalmente alla prova l’esattezza di tutte le mie convinzioni. Per questo esperimento si rischiavano almeno 50.000 sterline e per giungere ad un risultato che alcuni matematici dell’epoca avevano dichiarato impossibile. Il problema fondamentale era se le onde radio potessero o no essere bloccate dalla curvatura della Terra. Io ero sempre stato convinto del contrario ma alcuni scienziati sostenevano che la rotondità della terra avrebbe impedito le comunicazioni a grande distanza, come era il caso nel tentare di attraversare l’Atlantico. All’improvviso verso le dodici e mezza, risuonò il secco ‘clic’ del martelletto contro il conduttore, segno che qualcosa stava per succedere. Ascoltavo attentissimo. Evidenti mi suonarono nell’orecchio i tre ‘clic’ corrispondenti ai tre punti dell’alfabeto Morse; ma volevo una conferma per considerarmi pienamente sicuro. “Sente nulla signor Kemp?” dissi porgendo la cuffia al mio assistente. Kemp sentì, ma non Paget che era un po’ sordo. Capii allora che i miei calcoli erano stati perfettamente esatti. Le onde elettriche inviate da Poldhu avevano superato l’Atlantico, ignorando tranquillamente la curvatura della Terra”. I giornali di tutto il mondo danno grande rilievo alla notizia anche se molti non nascondono il loro dubbio sulla veridicità delle affermazioni di Marconi, mentre la comunità scientifica è il più restio ad accettare l’attendibilità dell’accaduto. Nessuno mette in dubbio la buona fede di Marconi, ma si pensa che sia stato tratto in inganno da un falso segnale dovuto a scariche atmosferiche. Michel Pupin, docente di elettrotecnica alla Columbia University, gioca un ruolo importante per ristabilire la verità e la fiducia nei riguardi di Marconi, dichiarando: “Credo fermamente che Marconi sia riuscito ad inviare segnali tra la costa di Terranova e quella della Cornovaglia inglese mediante il suo sistema di telegrafia senza fili… e abbia provato in modo conclusivo come la curvatura della Terra non sia un ostacolo per la telegrafia senza fili”. La Compagnia dei Cavi Anglo-American Telegraph Company, che detiene il monopolio delle comunicazioni telegrafiche a Terranova in esclusiva per cinquanta anni, rendendosi conto che il vantaggio competitivo di Marconi rappresenta una grave minaccia per il suo business, gli intimò di rimuovere gli apparecchi. Nel corso della guerra russo-giapponese, nella battaglia navale di Tsushima (1905), fu utilizzata per la prima volta in ambito bellico la Radio. Grazie agli strumenti acquistati proprio da Marconi (o meglio da Londra, dove era stato depositato il brevetto), la flotta di Tokyo annientò quella russa, i cui marinai comunicavano ancora a vista tramite delle bandiere colorate.