La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Accadeva centosettantacinque anni fa.
15 novembre 1848. A Roma viene assassinato il conte Pellegrino Rossi, capo di governo dello Stato pontificio. Rossi era nato a Carrara il 13 luglio 1787 e si era laureato in diritto presso le università di Pavia e Bologna. Dopo aver terminato gli studi, aveva collaborato con Gioacchino Murat, re di Napoli, membro della Carboneria e difensore di un’Italia indipendente e unita. Dopo la sconfitta di Murat a Tolentino, Rossi fu costretto all’esilio in Francia e dopo la disfatta di Napoleone a Waterloo si recò a Ginevra. Qualche anno dopo venne invitato a Roma da papa Pio IX per le sue idee politiche: Rossi sosteneva infatti la compatibilità dell’autorità papale con un governo costituzionale. Ma credeva anche che la libertà reclamata dai movimenti rivoluzionari doveva essere raggiunta gradualmente, all’interno di un ordine civile. Questa idea fu la sua sentenza di morte, decretata dalle società segrete i cui capi vivevano in esilio a Berlino, Parigi o Bruxelles. Il 15 novembre 1848, tre mesi dopo la riunione tra Wilhelm Stieber e il nunzio papale, monsignor Carlo Luigi Morichini, Rossi si stava recando presso il palazzo della Cancelleria per illustrare il suo programma. Era seduto nella carrozza a ripassare il suo discorso, allorché, improvvisamente, si aprì lo sportello e un uomo che stava appollaiato sulla cassetta lo colpì al collo con una daga, uccidendolo sul colpo. Le indagini per il delitto furono condotte dagli agenti dell'Entità, il servizio di spionaggio pontificio, ma, misteriosamente, il caso ancora irrisolto venne chiuso, senza nessuna spiegazione, per ordine del cardinale Luigi Lambruschini. Mentre papa Pio IX dichiarava apertamente che il capo del governo era morto come un martire dello Stato pontificio, tra i cittadini cominciavano a circolare voci che affermavano che l’omicidio poteva essere opera dell’Ordine Nero o del Circolo Octagonus, manovrati in segreto dal cardinale Lambruschini, il capo dell’Entità per diciotto anni, uno “zelante” o “geloso” dichiarato, che non tollerava l’esistenza di un solo movimento di libertà dentro la Chiesa e lo Stato pontificio, sottomessi solo all’autorità infallibile del sommo pontefice. Potevano, dunque, essere credibili le voci secondo cui il cardinale Lambruschini aveva ordinato l’assassinio del conte Rossi per le sue idee liberali sul ruolo del pontefice nell’unità d’Italia. La chiusura delle indagini ordinata da uno degli interessati impedì che si scoprisse non solo l’autore materiale, ma anche il mandante del delitto. Il cardinale Luigi Lambruschini morì il 12 aprile 1854, portando l'arcano con sé nella tomba. Di sicuro, l'eliminazione di Rossi fu per le società segrete il segnale per dare inizio alla rivoluzione che portò all’esilio di Pio IX e all’instaurazione della Repubblica romana.



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