Accadeva millecinquecentosettantadue anni fa.
L’8 ottobre del 451 d.C. a Calcedonia, in Bitinia (odierna Turchia), iniziava il Concilio che ribadì la doppia natura, umana e divina, del Cristo. Il monofisismo, dottrina elaborata dal monaco bizantino Eutiche, che riconosceva in Gesù la sola natura divina, fu classificato tra le eresie. Era un bel grattacapo. Da un lato la dualità potrebbe compromettere l’azione del Salvatore, il quale, se fosse pienamente un uomo, non riuscirebbe a mondarci dai peccati; dall’altro l’attribuzione a Cristo di un’unica (“mono”) natura (“physis”), quella divina senza un’anima umana, raffredderebbe la fede nel Dio che si è fatto uomo per salvarci. Il Concilio di Calcedonia confermò la verginità di Maria al momento del parto perché funzionale al dogma della dualità di Gesù: generato da una donna, quindi, come tutti gli esseri umani, ma da una donna eccezionale, vergine nonostante il parto. Inoltre fu assegnato a Maria il titolo di “sempre vergine”: «prima» del concepimento di Gesù, «durante» il parto e «dopo», cioè nella vita matrimoniale con Giuseppe. In realtà, solo l'enunciato del concepimento verginale possiede solidi riferimenti scritturistici (si veda l'annuncio di Gabriele a Maria nel Vangelo di Luca). I teologi Elvidio e Gioviniano pensarono che Maria abbia partorito una numerosa serie di figli, i «fratelli» di Gesù. Questione difficile da chiarire, dal momento che nella lingua ebraica uno stesso termine serviva a designare il fratello, e al tempo stesso un parente stretto.
L’8 ottobre del 451 d.C. a Calcedonia, in Bitinia (odierna Turchia), iniziava il Concilio che ribadì la doppia natura, umana e divina, del Cristo. Il monofisismo, dottrina elaborata dal monaco bizantino Eutiche, che riconosceva in Gesù la sola natura divina, fu classificato tra le eresie. Era un bel grattacapo. Da un lato la dualità potrebbe compromettere l’azione del Salvatore, il quale, se fosse pienamente un uomo, non riuscirebbe a mondarci dai peccati; dall’altro l’attribuzione a Cristo di un’unica (“mono”) natura (“physis”), quella divina senza un’anima umana, raffredderebbe la fede nel Dio che si è fatto uomo per salvarci. Il Concilio di Calcedonia confermò la verginità di Maria al momento del parto perché funzionale al dogma della dualità di Gesù: generato da una donna, quindi, come tutti gli esseri umani, ma da una donna eccezionale, vergine nonostante il parto. Inoltre fu assegnato a Maria il titolo di “sempre vergine”: «prima» del concepimento di Gesù, «durante» il parto e «dopo», cioè nella vita matrimoniale con Giuseppe. In realtà, solo l'enunciato del concepimento verginale possiede solidi riferimenti scritturistici (si veda l'annuncio di Gabriele a Maria nel Vangelo di Luca). I teologi Elvidio e Gioviniano pensarono che Maria abbia partorito una numerosa serie di figli, i «fratelli» di Gesù. Questione difficile da chiarire, dal momento che nella lingua ebraica uno stesso termine serviva a designare il fratello, e al tempo stesso un parente stretto.