Come ricorda l'economista sudcoreano Ha-Joon Chang nel suo Cattivi samaritani, alla fine degli anni 50 il Giappone era alle prese con un'azienda automobilistica (ma l'esempio possiamo estenderlo a qualsiasi altro settore), la Toyota - che aveva iniziato producendo macchinari tessili per poi passare alle automobili nel 1933 - reduce da uno smacco pesantissimo: il mercato statunitense aveva bocciato la Toyopet, una berlina di media cilindrata decente dopo anni di prodotti di bassa qualità scopiazzati dai modelli dei ricchi paesi occidentali. Oggi le auto Toyota, come la gamma Lexus, sono considerate la crème del settore, mentre sassant'anni fa la maggior parte del pubblico e degli addetti ai lavori, a Tokyo come a Parigi (Charles de Gaulle definì il primo ministro giapponese «un venditore di radioline») e Chicago suggeriva al Sol Levante di gettare alle ortiche anni di sacrifici e misure protezionistiche per dedicarsi totalmente alla produzione di passamaneria e pentolame. Insomma, suggeriva di seguire i dettami del buonsenso facilone di matrice liberale e liberista, che imperversa anche in Italia con i bocconiani, o il keynesismo allegro di chi pensa solo a distribuire mancette e sussidi.
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Come ricorda l'economista sudcoreano Ha-Joon Chang nel suo Cattivi samaritani, alla fine degli anni 50 il Giappone era alle prese con un'azienda automobilistica (ma l'esempio possiamo estenderlo a qualsiasi altro settore), la Toyota - che aveva iniziato producendo macchinari tessili per poi passare alle automobili nel 1933 - reduce da uno smacco pesantissimo: il mercato statunitense aveva bocciato la Toyopet, una berlina di media cilindrata decente dopo anni di prodotti di bassa qualità scopiazzati dai modelli dei ricchi paesi occidentali. Oggi le auto Toyota, come la gamma Lexus, sono considerate la crème del settore, mentre sassant'anni fa la maggior parte del pubblico e degli addetti ai lavori, a Tokyo come a Parigi (Charles de Gaulle definì il primo ministro giapponese «un venditore di radioline») e Chicago suggeriva al Sol Levante di gettare alle ortiche anni di sacrifici e misure protezionistiche per dedicarsi totalmente alla produzione di passamaneria e pentolame. Insomma, suggeriva di seguire i dettami del buonsenso facilone di matrice liberale e liberista, che imperversa anche in Italia con i bocconiani, o il keynesismo allegro di chi pensa solo a distribuire mancette e sussidi.
