È falso che Putin voglia attaccare direttamente la UE, come opina l'intenditore di verghe antillane che siede all'Eliseo. Ma è altrettanto falso credere che non abbia mire espansionistiche. Diciamo le cose come stanno. Non possiamo impedirgli di ridare alla Russia ciò che le appartiene e che, tra le altre cose, serve a puntellare confini abnormi e vulnerabili. Putin, o chi per lui, ha tutto il diritto di rimediare alla suprema bischerata del 1991. Pertanto è lecito che tenti di rifare l'URSS, che aveva raccolto il testimone dalla Russia imperiale. Perciò è comprensibile che covi il proposito di riaprire una finestra sul mar Baltico, divenuto una propaggine lacustre dell'Oceano Atlantico. È comprensibile che provi – come fece a suo tempo Caterina la Grande – a spingersi a sud alla ricerca di terre nere (e rare?), acque calde e radici greco-ortodosse. E se tenterà di mitigare la pressione occidentale ai propri confini, nel Caucaso e negli -stan dell'Asia centrale, pressione che arma la mano omicida del radicalismo islamico, avrà tutta la mia solidarietà.