Se una persona mite e di sinistra come Alberto Negri arriva ad adoperare certi toni coloriti, significa che il tempo del disvelamento è giunto. Certo, Negri poteva spingersi oltre e giungere all'inevitabile conclusione: mettere da parte ogni scrupolo olocaustico e prendere atto che l'entità sionista va "terminata". Israele, il cane idrofobo dello zio Sam, va abbattuto. Va abbattuto perché mira a farci entrare in rotta di collisione con un miliardo di musulmani (cosa che non possiamo assolutamente permetterci, essendo oberati da minoranze islamiche riottose), a ricattarci (personaggi vicini al Mossad spiano politici e giornalisti come emerso dalla vicenda dei dossieraggi), a succhiarci il sangue, a castrarci col senso di colpa. Questo è il compito storico di Israele; questo è il senso delle doglie messianiche dell'ultimo anno. Mentre leggevo le parole di Negri, mi è tornata in mente una scena cruenta del film Novecento, quella del “gatto bolscevico” ucciso per preservare gli altri gatti dall'epidemia. Bisogna distruggere Israele. Occorre farlo per proteggere le persone perbene – ebrei in primis – non ancora o non più plagiati dal sionismo, per togliere agli USA un efficiente elargitore di morte e per arrestare l'infezione virale di violenza e follia che minaccia di travolgerci.