Spiattellare statistiche su capacità produttiva e dati demografici dei paesi che aderiscono o aderiranno ai BRICS, i quali rappresentano il 40% circa del mercato mondiale, è assolutamente superfluo. Perché? Perché si profilano anni difficili caratterizzati da guerre e instabilità, quindi non so se e quanto conterà quel 40% del mercato mondiale se si pensa che i conflitti danneggiano in primis i mercati e l'economia. Questi nuovi grandi che dovrebbero soppiantare l'Occidente collettivo non riescono né a trovare un accordo sull'introduzione di una valuta alternativa al dollaro né a porre fine alla mattanza in Medio Oriente. Per di più, in mancanza di un patto militare e a causa dei persistenti contenziosi di natura territoriale esistenti al loro interno (Cina vs Russia, Cina vs India), i BRICS continueranno a girare a vuoto ancora a lungo tra pompatissimi incontri infruttuosi e promesse mirabolanti. Insomma, rischiano di tramutarsi nella versione extralarge dell'Azione Parallela, l'inconcludente comitato che nel romanzo L'uomo senza qualità di Robert Musil viene istituito dal bel mondo salottiero viennese alla vigilia della Grande Guerra. A me sta storia del Sud del Mondo non convince, somiglia troppo alla farsa dei paesi non allineati. Siamo in presenza di un Nuovo Ordine Mondiale o della replica a colori di Bandung? Ai posteri l'ardua sentenza.