Pio La Torre, segretario del Partito Comunista Italiano in Sicilia, denunciò pubblicamente l’esistenza di una relazione diretta tra la mafia e l’occupazione militare statunitense del territorio, spendendosi con ogni mezzo contro la costruzione della base missilistica Nato a Comiso. Francesco Cossiga confermò indirettamente l'intuizione di La Torre rivelando che era stata la mafia a incaricarsi di costringere i proprietari a cedere a prezzi stracciati i terreni su cui sarebbe sorta la base militare di Comiso. La lotta di La Torre generò l’imbarazzo del suo partito, che aveva deciso di abbracciare l'Alleanza Atlantica senza riserve. D'altronde le Coop rosse facevano affari con la mafia, e parteciparono alla costruzione della base di Comiso. La Torre fu assassinato insieme al suo autista, Rosario Di Salvo, il 30 aprile 1982. Fu sorvegliato e pedinato con meticolosità, come emerge dalle note dei servizi segreti depositate agli atti del processo dall’avvocato Giuseppe Zupo: era seguito con tale scrupolo che non si capisce come nessuno si sia accorto dei movimenti di chi stava studiando come e dove ammazzarlo.