Accadeva millesessantadue anni fa.
2 febbraio 962. Ottone I di Sassonia è incoronato imperatore da papa Giovanni XII. Tradizionalmente la corona imperiale spettava al re d’Italia, al quale spettava il compito fondamentale di proteggere il papa. Rinasceva così il Sacro Romano Impero, e nasceva di fatto il Sacro Romano Impero Germanico. La corona del Sacro romano imperatore germanico, realizzata per l’incoronazione di Ottone I con oro, smalto, gemme e perle bizantine, fu portata da quasi tutti i principi tedeschi fino al 1792. Antefatto. Nel Medioevo impero e papato erano considerati poteri universali, vale a dire estesi su tutta la cristianità. Del mondo cristiano l’imperatore era il difensore e il capo politico; il papa la massima autorità religiosa e la guida spirituale. Dopo la deposizione di Carlo il Grosso (887) e la fine della dinastia carolingia nelle regioni che erano appartenute al Sacro romano impero si scatenò una bagarre per la conquista della corona. Nella Francia riuscì la famiglia Capeto. «Francia» e «Germania», come concetti separati, ancora non esistevano; e neppure quelli di Francia «occidentale» e «orientale», secondo la terminologia che gli storici usano attualmente; entrambe erano normalmente solo Francia, o Francia et Saxonia. Nell’odierna Germania, i duchi crearono potenti dinastie ducali: ducato di Sassonia, fra il Reno e l'Elba inferiore; di Franconia, a sud della Sassonia; di Alamannia o Svevia, sull'alto Reno e sull'alto Danubio; e di Baviera; ai quali si aggiungeva lungo la Frisia e al di qua del Reno, nel solco dell'ultima tradizione carolingia, il ducato etnicamente composito di Lotaringi. Nel regno italico, dopo interminabili lotte fra pretendenti rivali, il titolo regio andò all'abile ed energico Ottone I di Sassonia, già re di Germania, che venne incoronato a Pavia nel 951. Con una rete di patti e alleanze riuscì a legare a sé i potenti signori tedeschi, soprattutto quelli ecclesiastici, e a ridare vigore al ruolo del re. Inoltre seppe conquistarsi grande prestigio militare, affrontando gli Ungari, che terrorizzavano l’Europa, e infliggendo loro, nel 955, una grave sconfitta sul campo di Lechfeld: questa impresa gli valse il titolo di “Ottone il Grande”. Il nuovo impero cristiano al centro d'Europa, considerato sacro, cioè voluto di Dio e confermato dall’incoronazione papale e romano, cioè erede anch’esso, come quello di Carlo Magno, dell’antico impero di Roma. Rispetto all’impero carolingio, tuttavia, quello di Ottone era molto meno esteso, comprendendo solo la Germania e l’Italia centrosettentrionale, ma non la Francia. Inoltre il titolo imperiale non era ereditario ma, almeno in teoria, era elettivo: ad ogni successione era lo stesso imperatore a convocare un’assemblea di principi perché eleggessero suo figlio, un parente o un altro successore. Il Sacro romano impero germanico durò quasi nove secoli, fino ai primi anni del XIX secolo. Gli Ottoni, sebbene per molti versi altrettanto ambiziosi dei Carolingi (il vescovo Tietmaro di Merseburgo paragonò Ottone a Carlo Magno), non fecero propria la loro politica di contenuto morale, eccetto in certa misura con Enrico II dopo il 1002; nel loro caso è anche difficile parlare di produzione legislativa. Da difensore della Chiesa, nel 962 Ottone I di Sassonia dispose con un documento – chiamato il privilegio di Ottone – che il papa eletto dovesse ottenere anche l’autorizzazione imperiale. Da tempo l’elezione papale era controllata dalle grandi famiglie della nobiltà romana che, con la forza o con il denaro, imponevano i loro candidati. Forse Ottone voleva restituire prestigio al papato sottraendo l’elezione dei papi agli intrighi della nobiltà romana. Tuttavia, qualunque fosse la sua intenzione, la nuova legge, di fatto, sottoponeva il papato al controllo imperiale. Come già altri imperatori prima di lui, Ottone I cercò, per governare, l’appoggio di vescovi e abati. L’imperatore nominava direttamente i vescovi (o ne controllava l’elezione) e, in molti casi, affidava loro il governo delle città. I vescovi, normalmente più istruiti dei laici, potevano essere migliori amministratori; inoltre, il celibato toglieva di mezzo figli legittimi e così alla loro morte l’incarico tornava all’imperatore. Ma proprio l’investitura dei vescovi – cioè la loro nomina da parte imperiale – parve inaccettabile alla Chiesa e divenne, qualche decennio più tardi, la causa principale di un grave scontro fra papato e impero. Ottone I e i suoi successori sottolinearono con forza il carattere sacro del loro potere, che ritenevano (come molti monarchi europei dei secoli successivi) voluto da Dio. Il regno teutonico della dinastia sassone risultò in complesso più solido di quelli confinanti e fu in grado di organizzare un'efficace difesa del confine orientale contro Slavi ed Ungari: un'attività militare che si espresse anzitutto nell'incastellamento della Sassonia ad opera di Enrico I e che culminò nella sunnominata disfatta inflitta agli Ungari dal figlio Ottone I nel 955. Ottone manifestò bellicose ambizioni sul Mezzogiorno d'Italia, diviso fra Longobardi e Bizantini, e fece infine sposare al figlio Ottone II la principessa bizantina Teofano Scleraina, in una prospettiva di collaborazione con Bisanzio nel Mediterraneo; Ottone II, scomparso il padre, intervenne, con esito infelice contro i presidi calabresi della Sicilia saracena; Ottone III figlio di Ottone II e di Teofano, accentuò il carattere cattolico e mediterraneo del suo impero, ponendo a Roma la sua dimora preferita. Ma l'impero degli Ottoni fu un'egemonia che non si tradusse in governo politico se non sui regni di Germania e d'Italia, ed anche in questi in forme diverse da un ordinamento pubblico relativamente uniforme. Il movimentato particolarismo signorile, analogo a quello dei regni post-carolingi, continuò a pesare.
2 febbraio 962. Ottone I di Sassonia è incoronato imperatore da papa Giovanni XII. Tradizionalmente la corona imperiale spettava al re d’Italia, al quale spettava il compito fondamentale di proteggere il papa. Rinasceva così il Sacro Romano Impero, e nasceva di fatto il Sacro Romano Impero Germanico. La corona del Sacro romano imperatore germanico, realizzata per l’incoronazione di Ottone I con oro, smalto, gemme e perle bizantine, fu portata da quasi tutti i principi tedeschi fino al 1792. Antefatto. Nel Medioevo impero e papato erano considerati poteri universali, vale a dire estesi su tutta la cristianità. Del mondo cristiano l’imperatore era il difensore e il capo politico; il papa la massima autorità religiosa e la guida spirituale. Dopo la deposizione di Carlo il Grosso (887) e la fine della dinastia carolingia nelle regioni che erano appartenute al Sacro romano impero si scatenò una bagarre per la conquista della corona. Nella Francia riuscì la famiglia Capeto. «Francia» e «Germania», come concetti separati, ancora non esistevano; e neppure quelli di Francia «occidentale» e «orientale», secondo la terminologia che gli storici usano attualmente; entrambe erano normalmente solo Francia, o Francia et Saxonia. Nell’odierna Germania, i duchi crearono potenti dinastie ducali: ducato di Sassonia, fra il Reno e l'Elba inferiore; di Franconia, a sud della Sassonia; di Alamannia o Svevia, sull'alto Reno e sull'alto Danubio; e di Baviera; ai quali si aggiungeva lungo la Frisia e al di qua del Reno, nel solco dell'ultima tradizione carolingia, il ducato etnicamente composito di Lotaringi. Nel regno italico, dopo interminabili lotte fra pretendenti rivali, il titolo regio andò all'abile ed energico Ottone I di Sassonia, già re di Germania, che venne incoronato a Pavia nel 951. Con una rete di patti e alleanze riuscì a legare a sé i potenti signori tedeschi, soprattutto quelli ecclesiastici, e a ridare vigore al ruolo del re. Inoltre seppe conquistarsi grande prestigio militare, affrontando gli Ungari, che terrorizzavano l’Europa, e infliggendo loro, nel 955, una grave sconfitta sul campo di Lechfeld: questa impresa gli valse il titolo di “Ottone il Grande”. Il nuovo impero cristiano al centro d'Europa, considerato sacro, cioè voluto di Dio e confermato dall’incoronazione papale e romano, cioè erede anch’esso, come quello di Carlo Magno, dell’antico impero di Roma. Rispetto all’impero carolingio, tuttavia, quello di Ottone era molto meno esteso, comprendendo solo la Germania e l’Italia centrosettentrionale, ma non la Francia. Inoltre il titolo imperiale non era ereditario ma, almeno in teoria, era elettivo: ad ogni successione era lo stesso imperatore a convocare un’assemblea di principi perché eleggessero suo figlio, un parente o un altro successore. Il Sacro romano impero germanico durò quasi nove secoli, fino ai primi anni del XIX secolo. Gli Ottoni, sebbene per molti versi altrettanto ambiziosi dei Carolingi (il vescovo Tietmaro di Merseburgo paragonò Ottone a Carlo Magno), non fecero propria la loro politica di contenuto morale, eccetto in certa misura con Enrico II dopo il 1002; nel loro caso è anche difficile parlare di produzione legislativa. Da difensore della Chiesa, nel 962 Ottone I di Sassonia dispose con un documento – chiamato il privilegio di Ottone – che il papa eletto dovesse ottenere anche l’autorizzazione imperiale. Da tempo l’elezione papale era controllata dalle grandi famiglie della nobiltà romana che, con la forza o con il denaro, imponevano i loro candidati. Forse Ottone voleva restituire prestigio al papato sottraendo l’elezione dei papi agli intrighi della nobiltà romana. Tuttavia, qualunque fosse la sua intenzione, la nuova legge, di fatto, sottoponeva il papato al controllo imperiale. Come già altri imperatori prima di lui, Ottone I cercò, per governare, l’appoggio di vescovi e abati. L’imperatore nominava direttamente i vescovi (o ne controllava l’elezione) e, in molti casi, affidava loro il governo delle città. I vescovi, normalmente più istruiti dei laici, potevano essere migliori amministratori; inoltre, il celibato toglieva di mezzo figli legittimi e così alla loro morte l’incarico tornava all’imperatore. Ma proprio l’investitura dei vescovi – cioè la loro nomina da parte imperiale – parve inaccettabile alla Chiesa e divenne, qualche decennio più tardi, la causa principale di un grave scontro fra papato e impero. Ottone I e i suoi successori sottolinearono con forza il carattere sacro del loro potere, che ritenevano (come molti monarchi europei dei secoli successivi) voluto da Dio. Il regno teutonico della dinastia sassone risultò in complesso più solido di quelli confinanti e fu in grado di organizzare un'efficace difesa del confine orientale contro Slavi ed Ungari: un'attività militare che si espresse anzitutto nell'incastellamento della Sassonia ad opera di Enrico I e che culminò nella sunnominata disfatta inflitta agli Ungari dal figlio Ottone I nel 955. Ottone manifestò bellicose ambizioni sul Mezzogiorno d'Italia, diviso fra Longobardi e Bizantini, e fece infine sposare al figlio Ottone II la principessa bizantina Teofano Scleraina, in una prospettiva di collaborazione con Bisanzio nel Mediterraneo; Ottone II, scomparso il padre, intervenne, con esito infelice contro i presidi calabresi della Sicilia saracena; Ottone III figlio di Ottone II e di Teofano, accentuò il carattere cattolico e mediterraneo del suo impero, ponendo a Roma la sua dimora preferita. Ma l'impero degli Ottoni fu un'egemonia che non si tradusse in governo politico se non sui regni di Germania e d'Italia, ed anche in questi in forme diverse da un ordinamento pubblico relativamente uniforme. Il movimentato particolarismo signorile, analogo a quello dei regni post-carolingi, continuò a pesare.