Sull'inutilità del convegno di Modena.
L'evento di Modena andrebbe censurato per la sua disarmante inutilità e inconcludenza. State ricostruendo Mariupol? Mi fa piacere. Ma a me, che sono italiano e non malorusso, cosa me ne viene in tasca? A me italiano senza lavoro, a me italiano che fa impresa e si ritrova con l'acqua alla gola a causa dei debiti, a me italiano baraccato di Amatrice, a me italiano che si è visto togliere il Reddito di Cittadinanza, a me italiano strangolato da balzelli insensati e bollette assaettate, a me italiano angariato dalla delinquenza comune e partitica, la ricostruzione di Mariupol mi lascia indifferente. Potete darci una mano a levarci di torno i manutengoli dell'occupante? Se la risposta è sì, spiegateci “come”; se è no, grazie lo stesso e ognuno a casa propria. Nel secondo caso, però, evitate di ammorbarci con la vostra retorica di Stato. A noi serve un soccorso concreto piuttosto che le solite chiacchiere e pacche sulle spalle. Se non volete o non potete tenderci la mano lo capisco: noi per voi non possiamo fare nulla, da paese occupato, stanco e invecchiato male quale siamo. L'evento di Modena, sembra già di sentire l'obiezione, mirava a “informare”. Spiacente, il tempo dell'informazione è passato da un pezzo: chi non ha capito non capirà mai. L'opinione pubblica italiana ed europea si divide in tre contenitori a tenuta stagna: chi sa, chi non sa e chi manifesta disinteresse. Una tripartizione del genere difficilmente la scalfisci con le conferenze di nicchia animate da quattro gatti che sanno perfettamente come stanno le cose.