Il nome SpaceIL dirà poco ai più.
Si tratta di un'organizzazione israeliana nata nel 2011, con lo scopo di inviare un lander lunare -100% privato- entro un decennio.
Nel 2019, veniva lanciato Beresheet, dalla collaborazione tra SpaceIL e l'industria aerospaziale israeliana.
Fu la prima sonda israeliana oltre l'orbita terrestre, ma in fase di atterraggio un errore portò alla distruzione del lander.
La conquista privata dello spazio è un'utopia neoliberista: privatizzazione a oltranza.
Stiamo replicando quanto fatto durante la prima fase della colonizzazione oceanica: incoraggiare organizzazioni private con enormi ricavi per correre incredibili rischi.
Queste compagnie perseguivano unicamente gli interessi dei loro azionisti.
Gli inglesi, gli olandesi, i francesi, tutti organizzarono gruppi privati.
Non mancano differenze tra i due casi:
1- L'odierna colonizzazione non prevede la distruzioni di altre civiltà umane e, in base alle nostre attuali conoscenze, avviene nel nostro Sistema Solare;
2- Le compagnie coloniali rispondevano a vari azionisti, tra cui notabili o famiglie reali. Oggi, il settore aerospaziale è poco normato e troppo rischioso, non è quotato in borsa (bisognerebbe fornire una serie di garanzie e informazioni, anche di carattere tecnico, che in un settore così competitivo si preferisce non far trapelare).
SpaceIL ci riproverà, entro il 2025 è prevista una nuova missione lunare. La prima con due lander (veicoli che andranno a terra) e un orbiter (che rimarrà in orbita). La missione si chiamera Beresheet 2.
Curiosità: tra i paesi che collaborano al progetto ci sono gli Emirati Arabi (che stanno portando avanti un programma spaziale, con tanto di orbiter attorno Marte dal 2021).
I ministri di tecnologia e scienza dei due paesi parlano di programma spaziale arabo-israeliano congiunto (siamo ben lontani dal vederlo, ma se si dovesse realizzare saremmo davanti a una potenza di fuoco paragonabile a quella cinese, statunitense, russa).
Intanto questo 2023, vedrà forse la prima missione spaziale privata verso un altro pianeta.
Si tratta di un'organizzazione israeliana nata nel 2011, con lo scopo di inviare un lander lunare -100% privato- entro un decennio.
Nel 2019, veniva lanciato Beresheet, dalla collaborazione tra SpaceIL e l'industria aerospaziale israeliana.
Fu la prima sonda israeliana oltre l'orbita terrestre, ma in fase di atterraggio un errore portò alla distruzione del lander.
La conquista privata dello spazio è un'utopia neoliberista: privatizzazione a oltranza.
Stiamo replicando quanto fatto durante la prima fase della colonizzazione oceanica: incoraggiare organizzazioni private con enormi ricavi per correre incredibili rischi.
Queste compagnie perseguivano unicamente gli interessi dei loro azionisti.
Gli inglesi, gli olandesi, i francesi, tutti organizzarono gruppi privati.
Non mancano differenze tra i due casi:
1- L'odierna colonizzazione non prevede la distruzioni di altre civiltà umane e, in base alle nostre attuali conoscenze, avviene nel nostro Sistema Solare;
2- Le compagnie coloniali rispondevano a vari azionisti, tra cui notabili o famiglie reali. Oggi, il settore aerospaziale è poco normato e troppo rischioso, non è quotato in borsa (bisognerebbe fornire una serie di garanzie e informazioni, anche di carattere tecnico, che in un settore così competitivo si preferisce non far trapelare).
SpaceIL ci riproverà, entro il 2025 è prevista una nuova missione lunare. La prima con due lander (veicoli che andranno a terra) e un orbiter (che rimarrà in orbita). La missione si chiamera Beresheet 2.
Curiosità: tra i paesi che collaborano al progetto ci sono gli Emirati Arabi (che stanno portando avanti un programma spaziale, con tanto di orbiter attorno Marte dal 2021).
I ministri di tecnologia e scienza dei due paesi parlano di programma spaziale arabo-israeliano congiunto (siamo ben lontani dal vederlo, ma se si dovesse realizzare saremmo davanti a una potenza di fuoco paragonabile a quella cinese, statunitense, russa).
Intanto questo 2023, vedrà forse la prima missione spaziale privata verso un altro pianeta.