I limiti della nostra classe dirigente nel multipolarismo, sono legati all'idea che abbiamo del Mondo.
Le fonti concordano sulla superamazia economica cinese fino a inizio '700.
La Cina aveva un ceto mercantile che muoveva la ricchezza delle campagne e delle botteghe cittadine. La produzione di metalli e preziosi (ceramiche,seta) era abbondante e di qualità.
I paesi asiatici ebbero una suddivisione del lavoro molto accurata (nelle regioni più ricche e nelle aree urbane). Questo permise stabilità demografica in un'area già densamente popolata. L'Estremo Oriente aveva capitali investiti in commercio e tanta manodopera, mentre l'Europa (dopo l'America) aveva poca manodopera e molti capitali. Il salto di qualità fu il carbone che diede a Londra un vantaggio.
Cina (e India) non hanno avuto ritardi nello sviluppo. L'Asia ha subito un brutale processo di colonizzazione e periferizzazione.
Con l'ascesa dei BRICS, vediamo la prevalenza di modelli comunitari, che per pigrizia accomuniamo in un generico "Altro", ma che si delineano come tanti "Altri" in contrasto con l'Occidente.
Ieri sera guardavo un documentario sui medium in Brasile. Il protagonista: uomo, cattolico, che incarnava spiriti (da santi, a medici, a saggi orientali) per curare i poveri. Padre farmacista-erborista (raccoglieva erbe tradizionali), madre devota alla Madonna e al condomblé.
Una studiosa locale commentava: "Il Brasile è un crogiolo creato dalla violenza; la nostra resistenza è creare cose nuove, in un sistema aperto nell'eterna lotta degli oppressi".
Io vedo un filo rosso in queste resistenze post-coloniali.
Una continuità opposta alla conquista, alla deportazione, alle periferizzazione, alla svalutazione dei saperi indigeni.
Le fonti concordano sulla superamazia economica cinese fino a inizio '700.
La Cina aveva un ceto mercantile che muoveva la ricchezza delle campagne e delle botteghe cittadine. La produzione di metalli e preziosi (ceramiche,seta) era abbondante e di qualità.
I paesi asiatici ebbero una suddivisione del lavoro molto accurata (nelle regioni più ricche e nelle aree urbane). Questo permise stabilità demografica in un'area già densamente popolata. L'Estremo Oriente aveva capitali investiti in commercio e tanta manodopera, mentre l'Europa (dopo l'America) aveva poca manodopera e molti capitali. Il salto di qualità fu il carbone che diede a Londra un vantaggio.
Cina (e India) non hanno avuto ritardi nello sviluppo. L'Asia ha subito un brutale processo di colonizzazione e periferizzazione.
Con l'ascesa dei BRICS, vediamo la prevalenza di modelli comunitari, che per pigrizia accomuniamo in un generico "Altro", ma che si delineano come tanti "Altri" in contrasto con l'Occidente.
Ieri sera guardavo un documentario sui medium in Brasile. Il protagonista: uomo, cattolico, che incarnava spiriti (da santi, a medici, a saggi orientali) per curare i poveri. Padre farmacista-erborista (raccoglieva erbe tradizionali), madre devota alla Madonna e al condomblé.
Una studiosa locale commentava: "Il Brasile è un crogiolo creato dalla violenza; la nostra resistenza è creare cose nuove, in un sistema aperto nell'eterna lotta degli oppressi".
Io vedo un filo rosso in queste resistenze post-coloniali.
Una continuità opposta alla conquista, alla deportazione, alle periferizzazione, alla svalutazione dei saperi indigeni.