La guerra in Ucraina ha innescato un sommovimento globale.
Il primo effetto sotto gli occhi di tutti è il salto di qualità avuto da organizzazioni esterne all'Occidente (BRICS e SCO in testa, ma non solo, anche le organizzazioni regionali di Africa a America Latina trovano un nuovo protagonismo).
La Russia non si trova marginalizzata, al contrario le organizzazioni di cui è parte hanno assunto dinamismo e autonomia.
I BRICS hanno lanciato il progetto BRICS+, coinvolgendo anche Argentina e Iran (superando lo scetticismo brasiliano sulla prima) e hanno superato la fase consultiva per passare a un momento organizzativo e di proiezione della propria potenza e influenza (basti pensare all'intervento cinese nel nucleare, nell'aviazione e ora nei treni argentini).
Inoltre un'altra corte di paesi si sta avvicinando al gruppo: Nigeria, Emirati Arabi e Arabia Saudita e più da lontano Indonesia, Pakistan e Messico (tutti paesi ricchi di risorse, estesi territorialmente e in crescita).
L'OPEC+ (in cui oltre ai membri OPEC, siede la Russia) ha di recente cominciato a distaccarsi dalla precedente politica filo-americana. La rottura che si sta consumando tra USA e Arabia Saudita (difesa in blocco dall'OPEC e dal resto del mondo arabo) è quanto mai indicativa e continua a rafforzare la tendenza in atto di un legame tra Cina e penisola arabica (le petro-monarchie sunnite rimangano ancorate ad alcuni spezzoni di classe dirigente occidentale, al momento minoritarie, ma negli USA si voterà presto...).
Lo SCO assume importanza e la Turchia (in teoria partner di dialogo, non membro) ha avuto un ruolo enorme (gasdotto che Turchia e Russia stanno progettando nel Mediterraneo Sud e che farebbe molto comodo all'Italia, come hub di ingresso del gas russo in Europa).
Se pensate all'immobilismo dimostrato dall'UE, viene da rabbrividire.
Il blocco euroasiatico stringe i ranghi e si rafforza come unione compatta.
Il primo effetto sotto gli occhi di tutti è il salto di qualità avuto da organizzazioni esterne all'Occidente (BRICS e SCO in testa, ma non solo, anche le organizzazioni regionali di Africa a America Latina trovano un nuovo protagonismo).
La Russia non si trova marginalizzata, al contrario le organizzazioni di cui è parte hanno assunto dinamismo e autonomia.
I BRICS hanno lanciato il progetto BRICS+, coinvolgendo anche Argentina e Iran (superando lo scetticismo brasiliano sulla prima) e hanno superato la fase consultiva per passare a un momento organizzativo e di proiezione della propria potenza e influenza (basti pensare all'intervento cinese nel nucleare, nell'aviazione e ora nei treni argentini).
Inoltre un'altra corte di paesi si sta avvicinando al gruppo: Nigeria, Emirati Arabi e Arabia Saudita e più da lontano Indonesia, Pakistan e Messico (tutti paesi ricchi di risorse, estesi territorialmente e in crescita).
L'OPEC+ (in cui oltre ai membri OPEC, siede la Russia) ha di recente cominciato a distaccarsi dalla precedente politica filo-americana. La rottura che si sta consumando tra USA e Arabia Saudita (difesa in blocco dall'OPEC e dal resto del mondo arabo) è quanto mai indicativa e continua a rafforzare la tendenza in atto di un legame tra Cina e penisola arabica (le petro-monarchie sunnite rimangano ancorate ad alcuni spezzoni di classe dirigente occidentale, al momento minoritarie, ma negli USA si voterà presto...).
Lo SCO assume importanza e la Turchia (in teoria partner di dialogo, non membro) ha avuto un ruolo enorme (gasdotto che Turchia e Russia stanno progettando nel Mediterraneo Sud e che farebbe molto comodo all'Italia, come hub di ingresso del gas russo in Europa).
Se pensate all'immobilismo dimostrato dall'UE, viene da rabbrividire.
Il blocco euroasiatico stringe i ranghi e si rafforza come unione compatta.
I legami economici legano i vecchi Non Allineati (Asia, Africa, America Latina). Un progetto che veniva dato per morto è sopravvissuto al blocco sovietico che, a sua volta, si è diviso tra Occidente (Europa Orientale) e BRICS/Unione Euroasiatica/Nuova Via della Seta (ex repubbliche sovietiche asiatiche e Russia).