Quando si verifica un evento così clamoroso come la condanna, per appropriazione indebita, di una personalità centrale dell'area del dissenso come la Le Pen, la prima grande difficoltà è trovare le parole giuste per arrivare a conclusioni che, pur nella loro ovvietà, siano originali, perché nessuno leggerebbe un articolo che dica le stesse cose che si sono sicuramente lette in almeno altri dieci articoli. E, almeno in casi come questo, è difficile se non impossibile.
Cosa si potrebbe dire di originale? Che questa sia una condanna politica - indipendentemente dalle effettive responsabilità dell'imputata che non conosco perché, lo confesso, neanche sapevo di questo processo - è una cosa che pensano tutti. O perlomeno, chi, come il sottoscritto, è vissuto nel paese dove Berlusconi per tutto il suo periodo in politica ha dovuto affrontare le "attenzioni" della giustizia. Le classi dirigenti che manovrano i fili della magistratura dovrebbero, finalmente, rendersi conto che i processi politici nel 2025 sono, ormai, un'arma scarica che non fa più male ed anzi rafforza chi ne è vittima, come dovrebbero capire che Trump, la Le Pen, Orban e tutti gli altri statisti fuori dalla piovra Dem non rappresentano se stessi e basta ma una marea montante di rabbia e di frustrazione e che pensare di governare questo fenomeno vietando quei partiti che si propongono di raccoglierlo sarebbe stato stupido quando questo capitale di insofferenza verso il sistema non era cospicuo, figurarsi oggi che i partiti antisistema sono primi praticamente ovunque. Sicché un articolo del genere sarebbe inutile. E bisogna invece allontanarsi dall'obiettivo originario e cercare di vedere cosa lo circonda. A partire dalla domanda: perché l'Occidente, da teorico protettore delle democrazie liberali, sta virando, anche ideologicamente, verso modelli totalitari?

La questione è molto semplice: sono finiti i soldi. E' un po' come quando finisce il cibo. Quando una persona smette di mangiare, prima brucia il proprio grasso, poi inizia a bruciare la propria massa magra, riducendo le prestazioni delle proprie funzioni vitali che si indeboliscono fino a smettere più o meno definitivamente di funzionare. Analogamente, quando i soldi finiscono, un paese erode i risparmi dei propri cittadini e, quando anche questi finiscono, inizia a cannibalizzare se stesso.
E le prime cose che vengono "mangiate" sono i diritti.
Questo è un discorso che è difficile da far capire perché molti danno per "scontate" - nel senso etimologico del termine, cioè a basso se non zero costo - cose che non lo sono affatto. Senza scomodare per l'ennesima volta l'abusato esempio della sanità pubblica - che peraltro, salvo le eccellenze (ma non è da queste che si misura la bontà di un sistema, bensì dagli esempi "medi") fa schifo - se prendiamo il diritto di proprietà, particolarmente sotto assalto in questi ultimi periodi, ci renderemo conto che per poterlo gestire occorrono una serie di cose: il catasto, un personale che sappia intervenire a livello amministrativo ma anche esecutivo se qualcuno decide di violarlo, tutta roba che costa. E allora quel diritto viene indebolito se non eliminato.
Tutto questo, come è ovvio, produce malcontento popolare che viene riversato nei vettori ove può sfogarsi, fin quando i governi, preso atto che la situazione è ingestibile, sospendono i diritti su cui si erano fondate le proprie società.
Inutile lamentarsi del fatto che i paesi occidentali stanno diventando autoritari. E' il contesto stesso che li costringe ad esserlo, come lo è anche arrabbiarsi perché i politici vengono fatti fuori in maniera poco ortodossa, per via giudiziaria. Ogni potere, quando si sente minacciato, reagisce come può. E mano mano che le condizioni economiche dei paesi occidentali peggioreranno, la frattura tra le classi dirigenti e il popolo si acuirà, con il popolo che sarà sempre più aggressivo nel protestare e l'élite che sempre più cercherà di inasprire le inevitabili reazioni.

Sicché è ridondante dire che in atto vi è un golpe bianco contro le forze antisistema, perché è evidente. Bisogna semplicemente prendere atto che la politica non è, oggi, attrezzata per salvare la situazione e che ogni società, democratica o tirannica, si regge su un sistema di potere che permette a chi la amministra di poter rendere esecutive le sue decisioni e che, di per sé, non accetta *mai* di condividere le proprie decisioni con la gente comune. Quando lo fa è perché costretto e dunque crea una serie di meccanismi per sabotare la volontà popolare. Quando poi neanche così si riesce a sabotarla, arrivano purghe, gulag, scomuniche, punizioni e, in sintesi, arriva la dittatura.


Franco Marino


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Comments

Sono d'accordo. Infatti non mi spiego, se non per i motivi che tu adduci, il perchè di un tale accanimento nei confronti di un dissenso francamente abbastanza blando, come è quello del partito della Le Pen e come è, in Italia, la politica della compagine del CDx al governo. Un pò, ma solo un pò, più netta è l'opposizione del partito di Orban, se non altro per la collocazione geografica e la storia dell'Ungheria nel 20° secolo, così come di pochi altri leader in campo balcanico. E infatti, nei confronti di questi ultimi, la UE ha agito e agirà in modo molto più pesante.
 


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