Ho scritto fino alla noia che la principale caratteristica della comunicazione odierna è di dividere il popolo in masse urlanti e feroci, pronte a sbranarsi l'una contro l'altra, senza capire la questione reale. Così ci si attacca ad un fatto di cronaca e, sulla base della stessa, si fa in modo di creare cosche che si insultano e si delegittimano reciprocamente. Così, anche nel caso di Elena Maraga, la maestra licenziata per le foto su Onlyfans, tutti si concentrano sulla "cosmesi" della faccenda, dimenticando la sostanza di fondo. Questo è un classico di tutte le discussioni che, per un verso o per l'altro, finiscono nei media mainstream. Così, in merito alla vicenda, qual è il problema?
In sé e di per sé, la vicenda è oggettivamente risibile. Se si trattasse di scuola pubblica, ci sarebbero tutti gli estremi non solo per un reintegro ma anche per un lauto risarcimento per danno di immagine. Ciò che un individuo fa nel suo tempo libero riguarda esclusivamente se stesso. Guadagnare sull'esposizione della propria bellezza non è prostituzione, a meno che non si voglia ritenere puttane tutte le fotomodelle. E tuttavia, essendo un sostenitore del privato in ogni ambito dell'economia e rivendicando il diritto di licenziare per qualsiasi ragione, se la mia scuola privata - dunque un'azienda - ha come caratteristica quella di voler offrire un servizio specifico come un'educazione cattolica, io dovrò avvalermi di insegnanti con un'immagine consona. E' sin troppo ovvio che le famiglie che mi affidano i propri bambini si aspettano che i miei insegnanti mantengano una certa sobrietà. Viceversa una docente, anche brava, anche credente, che tuttavia, fuori dalla scuola, lucri sull'arrapamento della fauna maschile - a cui appartengono molti padri dei bimbi a cui fa lezione - creerebbe oggettivamente un grosso imbarazzo. In questo senso, il licenziamento ci sta.
Altro conto è indignarsi per la plebaglia che cerca di far passare la maestra per la puttana che, ovviamente, non è. Ricordare al nostro integralista cattolico che Gesù vieta di giudicare il prossimo e che quando vediamo qualcuno peccare bisognerebbe farglielo notare con amichevole dolcezza per poi abbracciarlo quando si pente, è fatica sprecata. E del resto, il peggio che stiamo vedendo emergere dal bigottume social ci ricorda che è una gran fortuna che il nostro sia e rimanga un paese laico.
Il vero punto è un altro: perché ci si scaglia contro Onlyfans?
Partiamo dal presupposto che, contrariamente a quanto molti credono e dunque sostengono, Onlyfans non è un network di pornografia ma uno spazio in cui si può lucrare su contenuti di ogni tipologia. Ci sono cuochi, personal trainer, musicisti, fotografi. E sì, certamente, c'è anche un vasto settore dell'adult, di pornoattori che pubblicano video e fotografie che definiremmo licenziose ma anche modelli, che tuttavia non costituiscono tutta l'impalcatura di quella piattaforma. Tutto questo ha fatto sì che molti creatori di contenuti, con una connessione e una webcam, riescano a trarre cospicui guadagni fuggendo dall'irreggimentazione statalistica che li vorrebbe burocrati statali che eseguano il compito del Dio Stato. Perché quando una maestra sottopagata - ed anzi i 1200 euro che percepisce sono di tutto rispetto rispetto alla media (nelle parificate, la media è di 600 e a nero) - scopre che può fare molti più soldini mostrando il proprio corpo, o un qualsiasi povero fesso capisce che se aprisse un canale Youtube o su Substack potrebbe papparsi almeno il doppio di quanto guadagnava suo padre che magari era un dirigente statale, si può ben intuire che tutto questo crea un pericolo mortale per un sistema che ha finora basato la sua stabilità sulla sudditanza dei lavoratori.
Sicché quel che manda in bestia i media - che, invero, della morale, se ne fottono - non è che siano stati turbati i fanciulli ma che qualcuno osi affrancarsi dalla miseria elargita come un favore da un istituto scolastico e soprattutto che sempre più aziende glielo permettano, circostanza che mette in crisi l'intero sistema economico - che, per poter evitare che i sudditi sfuggano al suo controllo, ha bisogno di sopprimere queste piattaforme, diffamandole e delegittimandole - oltre che una classe "imprenditoriale" come quella italiana, ossia parassiti parastatali, che sfruttano la struttura mafiosa del sistema italiano (di cui le scuole private sono un segmento robustissimo) guadagnando sulle sue distorsioni.
Quello che sta accadendo - e provocando, guarda un po', l'isteria fintamente contrapposta ma in realtà unitaria dei bigotti cristianfascisti ma anche dei sessuomoralisti progressisti - è che queste piattaforme, di cui Onlyfans è una delle più note, stanno scatenando una vera e propria avversione verso il lavoro tradizionalmente inteso nonché verso la pubblica istruzione, la cui unica utilità è sfornare esecutori obbedienti e funzionali all'ideologia dominante del momento.
Pensateci bene. Per quale motivo io dovrei studiare tanti anni per acquisire competenze per diventare, al massimo, un impiegato statale, quando, acquisendole privatamente, potrei fare molti più soldi, per giunta lavorando comodamente da casa?
E' chiaro che fin quando sarà difficile che la media per ciascun content creator - che si attesta attorno ai 200-300 $ - possa superare i salari di un'occupazione dipendente, il bubbone non esploderà. Ma cosa accadrà il giorno in cui la concorrenza alzasse la media dei guadagni potenziali? La cosa più semplice del mondo: sempre meno gente andrà negli istituti scolastici - cattolici e non - nelle fabbriche, nei bar, a farsi pagare poco o niente, sempre meno disperati si faranno sfruttare da un capo parassita che profitta di un sistema mafioso e sempre più decideranno di guadagnarsi la pagnotta con Onlyfans, Instagram, Facebook, Youtube e via discorrendo. E sempre più il sistema collasserà. E se qualcuno obietterà che su Onlyfans esiste lo stigma legato alla sua fama di sito porno, quando la media dei guadagni si alzerà, ben presto si troverà molto meno immorale spogliarsi per far arrapare qualche maschio in calore rispetto allo sfruttamento e all'azzeramento dei propri diritti.
In sé e di per sé, la vicenda è oggettivamente risibile. Se si trattasse di scuola pubblica, ci sarebbero tutti gli estremi non solo per un reintegro ma anche per un lauto risarcimento per danno di immagine. Ciò che un individuo fa nel suo tempo libero riguarda esclusivamente se stesso. Guadagnare sull'esposizione della propria bellezza non è prostituzione, a meno che non si voglia ritenere puttane tutte le fotomodelle. E tuttavia, essendo un sostenitore del privato in ogni ambito dell'economia e rivendicando il diritto di licenziare per qualsiasi ragione, se la mia scuola privata - dunque un'azienda - ha come caratteristica quella di voler offrire un servizio specifico come un'educazione cattolica, io dovrò avvalermi di insegnanti con un'immagine consona. E' sin troppo ovvio che le famiglie che mi affidano i propri bambini si aspettano che i miei insegnanti mantengano una certa sobrietà. Viceversa una docente, anche brava, anche credente, che tuttavia, fuori dalla scuola, lucri sull'arrapamento della fauna maschile - a cui appartengono molti padri dei bimbi a cui fa lezione - creerebbe oggettivamente un grosso imbarazzo. In questo senso, il licenziamento ci sta.
Altro conto è indignarsi per la plebaglia che cerca di far passare la maestra per la puttana che, ovviamente, non è. Ricordare al nostro integralista cattolico che Gesù vieta di giudicare il prossimo e che quando vediamo qualcuno peccare bisognerebbe farglielo notare con amichevole dolcezza per poi abbracciarlo quando si pente, è fatica sprecata. E del resto, il peggio che stiamo vedendo emergere dal bigottume social ci ricorda che è una gran fortuna che il nostro sia e rimanga un paese laico.
Il vero punto è un altro: perché ci si scaglia contro Onlyfans?
Partiamo dal presupposto che, contrariamente a quanto molti credono e dunque sostengono, Onlyfans non è un network di pornografia ma uno spazio in cui si può lucrare su contenuti di ogni tipologia. Ci sono cuochi, personal trainer, musicisti, fotografi. E sì, certamente, c'è anche un vasto settore dell'adult, di pornoattori che pubblicano video e fotografie che definiremmo licenziose ma anche modelli, che tuttavia non costituiscono tutta l'impalcatura di quella piattaforma. Tutto questo ha fatto sì che molti creatori di contenuti, con una connessione e una webcam, riescano a trarre cospicui guadagni fuggendo dall'irreggimentazione statalistica che li vorrebbe burocrati statali che eseguano il compito del Dio Stato. Perché quando una maestra sottopagata - ed anzi i 1200 euro che percepisce sono di tutto rispetto rispetto alla media (nelle parificate, la media è di 600 e a nero) - scopre che può fare molti più soldini mostrando il proprio corpo, o un qualsiasi povero fesso capisce che se aprisse un canale Youtube o su Substack potrebbe papparsi almeno il doppio di quanto guadagnava suo padre che magari era un dirigente statale, si può ben intuire che tutto questo crea un pericolo mortale per un sistema che ha finora basato la sua stabilità sulla sudditanza dei lavoratori.
Sicché quel che manda in bestia i media - che, invero, della morale, se ne fottono - non è che siano stati turbati i fanciulli ma che qualcuno osi affrancarsi dalla miseria elargita come un favore da un istituto scolastico e soprattutto che sempre più aziende glielo permettano, circostanza che mette in crisi l'intero sistema economico - che, per poter evitare che i sudditi sfuggano al suo controllo, ha bisogno di sopprimere queste piattaforme, diffamandole e delegittimandole - oltre che una classe "imprenditoriale" come quella italiana, ossia parassiti parastatali, che sfruttano la struttura mafiosa del sistema italiano (di cui le scuole private sono un segmento robustissimo) guadagnando sulle sue distorsioni.
Quello che sta accadendo - e provocando, guarda un po', l'isteria fintamente contrapposta ma in realtà unitaria dei bigotti cristianfascisti ma anche dei sessuomoralisti progressisti - è che queste piattaforme, di cui Onlyfans è una delle più note, stanno scatenando una vera e propria avversione verso il lavoro tradizionalmente inteso nonché verso la pubblica istruzione, la cui unica utilità è sfornare esecutori obbedienti e funzionali all'ideologia dominante del momento.
Pensateci bene. Per quale motivo io dovrei studiare tanti anni per acquisire competenze per diventare, al massimo, un impiegato statale, quando, acquisendole privatamente, potrei fare molti più soldi, per giunta lavorando comodamente da casa?
E' chiaro che fin quando sarà difficile che la media per ciascun content creator - che si attesta attorno ai 200-300 $ - possa superare i salari di un'occupazione dipendente, il bubbone non esploderà. Ma cosa accadrà il giorno in cui la concorrenza alzasse la media dei guadagni potenziali? La cosa più semplice del mondo: sempre meno gente andrà negli istituti scolastici - cattolici e non - nelle fabbriche, nei bar, a farsi pagare poco o niente, sempre meno disperati si faranno sfruttare da un capo parassita che profitta di un sistema mafioso e sempre più decideranno di guadagnarsi la pagnotta con Onlyfans, Instagram, Facebook, Youtube e via discorrendo. E sempre più il sistema collasserà. E se qualcuno obietterà che su Onlyfans esiste lo stigma legato alla sua fama di sito porno, quando la media dei guadagni si alzerà, ben presto si troverà molto meno immorale spogliarsi per far arrapare qualche maschio in calore rispetto allo sfruttamento e all'azzeramento dei propri diritti.
Il salario minimo tanto favoleggiato dalla sinistra socialista, arriva grazie alla destra liberale. Ed è questa la meravigliosa mano invisibile del mercato che aggiusta tutte le storture create dallo statalismo. Che lo Stato e i suoi carrozzoni politici si incazzino e cerchino di fare terrorismo psicologico, è una cosa fin troppo ovvia.
Franco Marino
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