"Ciao Francesco, hai ascoltato il discorso della Meloni su Ventotene?" oppure "Cosa ne pensi delle manifestazioni pro Europa? E dello spettacolo di Benigni?". Queste sono le domande che mi vengono poste da alcuni giorni e che sembrerebbero presupporre chissà quale svolta epocale mentre sono, invece, pura cosmesi, e non uso la parola "cosmesi" a caso. La Grande Italia ha fatto il suo debutto nel web più o meno nel periodo in cui la Meloni vinse le elezioni del 2022. E chi già c'era, ricorderà sicuramente come scrissi, sin dal giorno del suo insediamento a Palazzo Chigi, che avremmo assistito ad una legislatura cosmetica, basata sul dividere gli italiani sulle scemenze. Ma per capirlo, bisognerebbe - e la buonanima di Gaber, che ci fece una gustosissima satira, ci perdonerà per il plagio - chiarire cosa sia la destra e cosa la sinistra.
Una definizione ampia e approfondita richiederebbe un articolo a parte per l'una e per l'altra ideologia ma, per sommi capi, diciamo che la destra dovrebbe battersi per il privato, per la libera iniziativa e per l'individuo, mentre la sinistra dovrebbe chiedere più assistenzialismo (non necessariamente pubblico) più redistribuzione dei redditi, più tutele per i lavoratori. Ma per orientare la bussola verso una direzione o l'altra, occorrono elementi costitutivi che non ci sono: in primo luogo, un governo forte e un sistema elettorale propri di una repubblica presidenziale e nel Belpaese non abbiamo né l'uno né l'altro, e poi i soldi. E tanti. E quelli, da un bel pezzo, non ci sono più, per una precisa scelta geopolitica dei veri padroni del nostro sistema, che sono gli Stati Uniti, i quali hanno deciso di riprendersi i soldi del piano Marshall.
Che per fare spesa sociale occorrano i denari, è ovvio. Meno ovvio, ma non meno vero, è che bisogna spendere anche per liberalizzare. Perché se si può legittimamente desiderare che una lobby criminaloide come quella dei tassisti venga finalmente abbattuta, lo stato non può andare dal tassista e, dalla sera alla mattina, dirgli che la licenza per la quale si è fatto un mutuo ora vale zero, cosa che giustificherebbe la nascita di brigate di ogni colore. In base a miei calcoli, molto sommari e molto ignoranti - e dunque smontabili da un eventuale tecnico che, se sta leggendo, è ovviamente invitato a commentare - la liberalizzazione dei taxi costerebbe, grossomodo, dai 5 ai 10 miliardi di euro, che non è proprio una cifra da niente. Moltiplichiamola con quella di altri settori non liberalizzati e capiamo perfettamente che le liberalizzazioni costerebbero una barca di quattrini. Che oggi non ci sono né per fare spesa né per smettere di farla. Così non restano che le frescacce. Da una parte e dall'altra. Sia quelle che la Meloni dice su Ventotene - non tanto perché non siano vere (lo sono eccome) ma perché non c'era bisogno certo di lei per accorgersi che l'Unione Europea ritiene la proprietà privata qualcosa da abolire progressivamente così come è in se stessa, strutturalmente, una costruzione antidemocratica, così come sappiamo che se anche Giorgina provasse a fare qualcosa, basterebbe la minaccia di una speculazione finanziaria per fare retromarcia - ma anche le ridicole manifestazioni in favore dell'Europa, al cui culmine c'è l'ennesima comparsata di Benigni, ormai trasformato da comico irriverente a propagandista di regime. Il tutto in una contrapposizione di deliri a somma zero.
In questo senso, quando mi capita di occuparmi di queste cose, mi viene sempre da pensare alla gag dove Ficarra dice a Picone "Il medico è un mestiere disgraziato perché se guarisci, perdi il cliente, se muore pure. Infatti il segreto è tenerlo in agonia".
Prendiamo un tema molto caro alla sinistra e, di riflesso, alla destra che lo contesta, ossia i diritti dei gay, Uno può pensarla come si vuole sull'omosessualità, che sia una malattia mentale o un semplice orientamento come un altro, ma solo un cretino pensa che due omosessuali che vogliono tutelarsi reciprocamente siano una minaccia alla famiglia cosiddetta tradizionale, perlomeno più di quanto possano esserlo l'infedeltà o la violenza domestica. Una politica decisa a sbrogliare la matassa avrebbe già risolto il problema con una legge a costo zero che dia a questi benedetti cristi il diritto di proteggersi reciprocamente, consentendo loro, nelle proprie stanze, tra maggiorenni e consenzienti, di inchiappettarsi quanto vogliono senza essere infastiditi dagli altri, perché dopo una vita di discussioni, anche basta con questa storia. Questo è ciò che penserebbe una persona normale che non ne può più di un argomento così poco strategico, se non fosse che risolvere una volta e per tutte la questione toglierebbe al PD una dei pochi temi che ne legittimano l'esistenza. Perché, non potendo occuparsi di cose ben più importanti - mancano i fondi - ormai tutti credono che essere di sinistra significhi fare la scorta armata ai gay. E ciò è ben oltre la soglia del ridicolo. Ma se Sparta piange, Atene non ride. E, dunque, a destra le cose non vanno meglio. Se si prende il DDL sicurezza, tra il diritto di controllare l'ultimo accesso di Whatsapp, sospensioni della patente anche a chi ha preso una tachipirina, ormai siamo al delirio. Nessuno vuol far guidare le persone col cellulare oppure consentire loro di drogarsi, impasticcarsi e poi mettersi in macchina, tutte cose pericolosissime. Ma premettendo che queste cose sono già, aspramente, punite dal codice penale, non possono essere considerate un'emergenza nazionale, più del lavoro, delle pensioni - che vedrete come esploderà tra una ventina d'anni - della possibilità di fare impresa senza ritrovarsi la polizia tributaria all'uscio per ogni soldo fuori posto. Ma, proprio come la sinistra, anche la destra necessita di questioni frivole per giustificare la propria essenza. Perché per il resto, tanto per fare un esempio, la tanto sbandierata Salvacasa di Salvini, in realtà, non salva un'emerita cippa - ed è anzi rischiosa (consiglio a chi la fa di fare bene attenzione) - e la destra continua ad andare al rimorchio di una sinistra che ha sempre guardato i proprietari col fumo negli occhi. Così, dopo che per decenni ci è stato raccontato che l'Italia avrebbe potuto vivere di turismo, proprio ora che le principali città italiane sono assediate dai turisti, ci si inventa che il dramma di questo paese siano i B&B e così chi vuole trarre profitto dal proprio trilocale, si ritrova a dover difendersi da un partito che, un tempo, si riteneva tutelasse la proprietà privata. Ma quando non ci sono soldi, si possono trovare solo vessando i cittadini, usando le fesserie di Vannacci o dell'Arcigay per far credere che questi siano i veri nodi rilevanti da trattare e non baggianate da bar.
Ormai si parla di cazzate perché di cose serie non si può parlare. Così bisogna inventarsi il concetto che per essere di sinistra si debba appaltare la propria ideologia a quella delle conventicole LGBTQetc. e che per essere di destra si debbano fare le ronde per perseguitarli, creando una sorta di reality show che, come emerge anche dal calo delle affluenze alle urne, non sopporta più nessuno. Perché sono sesquipedali stronzate a cui nessun individuo sano di mente darebbe udienza. Posso capire che la cosa interessi il gay stesso, chi ha il fratello e il figlio gay o la sorella e la figlia lesbica e che giustamente, sul tema, sono sensibili. Ma il restante 99% della popolazione è eterosessuale, non ha parenti gay, dunque cosa volete che gliene fotta di una tematica che non gli riguarda, quando ce ne sono altre che toccano più da vicino l'uomo della strada e sulle quali questo governo, come gli altri, finora, non ha fatto nulla. Il tutto, tenendo conto che la destra è stracolma di gay dichiarati che però, essendo anche intelligenti, sanno benissimo che il nocciolo non consiste nel dibattere su quale pertugio si voglia far percorrere al proprio sacro augiello ma che futuro dare ad una coppia che, gay o etero, che voglia figli in modo naturale, per clonazione, partenogenesi o chissà quali altre diavolerie, ha bisogno di piccioli per campare. Altrimenti è come nella famosa barzelletta: se sei ricco, sei gay, se sei povero sei ricchione e basta. E si rimane a dividerci sul bagno di sinistra e sulla vasca di destra, proprio come faceva Gaber. Che però scherzava.
Una definizione ampia e approfondita richiederebbe un articolo a parte per l'una e per l'altra ideologia ma, per sommi capi, diciamo che la destra dovrebbe battersi per il privato, per la libera iniziativa e per l'individuo, mentre la sinistra dovrebbe chiedere più assistenzialismo (non necessariamente pubblico) più redistribuzione dei redditi, più tutele per i lavoratori. Ma per orientare la bussola verso una direzione o l'altra, occorrono elementi costitutivi che non ci sono: in primo luogo, un governo forte e un sistema elettorale propri di una repubblica presidenziale e nel Belpaese non abbiamo né l'uno né l'altro, e poi i soldi. E tanti. E quelli, da un bel pezzo, non ci sono più, per una precisa scelta geopolitica dei veri padroni del nostro sistema, che sono gli Stati Uniti, i quali hanno deciso di riprendersi i soldi del piano Marshall.
Che per fare spesa sociale occorrano i denari, è ovvio. Meno ovvio, ma non meno vero, è che bisogna spendere anche per liberalizzare. Perché se si può legittimamente desiderare che una lobby criminaloide come quella dei tassisti venga finalmente abbattuta, lo stato non può andare dal tassista e, dalla sera alla mattina, dirgli che la licenza per la quale si è fatto un mutuo ora vale zero, cosa che giustificherebbe la nascita di brigate di ogni colore. In base a miei calcoli, molto sommari e molto ignoranti - e dunque smontabili da un eventuale tecnico che, se sta leggendo, è ovviamente invitato a commentare - la liberalizzazione dei taxi costerebbe, grossomodo, dai 5 ai 10 miliardi di euro, che non è proprio una cifra da niente. Moltiplichiamola con quella di altri settori non liberalizzati e capiamo perfettamente che le liberalizzazioni costerebbero una barca di quattrini. Che oggi non ci sono né per fare spesa né per smettere di farla. Così non restano che le frescacce. Da una parte e dall'altra. Sia quelle che la Meloni dice su Ventotene - non tanto perché non siano vere (lo sono eccome) ma perché non c'era bisogno certo di lei per accorgersi che l'Unione Europea ritiene la proprietà privata qualcosa da abolire progressivamente così come è in se stessa, strutturalmente, una costruzione antidemocratica, così come sappiamo che se anche Giorgina provasse a fare qualcosa, basterebbe la minaccia di una speculazione finanziaria per fare retromarcia - ma anche le ridicole manifestazioni in favore dell'Europa, al cui culmine c'è l'ennesima comparsata di Benigni, ormai trasformato da comico irriverente a propagandista di regime. Il tutto in una contrapposizione di deliri a somma zero.
In questo senso, quando mi capita di occuparmi di queste cose, mi viene sempre da pensare alla gag dove Ficarra dice a Picone "Il medico è un mestiere disgraziato perché se guarisci, perdi il cliente, se muore pure. Infatti il segreto è tenerlo in agonia".
Prendiamo un tema molto caro alla sinistra e, di riflesso, alla destra che lo contesta, ossia i diritti dei gay, Uno può pensarla come si vuole sull'omosessualità, che sia una malattia mentale o un semplice orientamento come un altro, ma solo un cretino pensa che due omosessuali che vogliono tutelarsi reciprocamente siano una minaccia alla famiglia cosiddetta tradizionale, perlomeno più di quanto possano esserlo l'infedeltà o la violenza domestica. Una politica decisa a sbrogliare la matassa avrebbe già risolto il problema con una legge a costo zero che dia a questi benedetti cristi il diritto di proteggersi reciprocamente, consentendo loro, nelle proprie stanze, tra maggiorenni e consenzienti, di inchiappettarsi quanto vogliono senza essere infastiditi dagli altri, perché dopo una vita di discussioni, anche basta con questa storia. Questo è ciò che penserebbe una persona normale che non ne può più di un argomento così poco strategico, se non fosse che risolvere una volta e per tutte la questione toglierebbe al PD una dei pochi temi che ne legittimano l'esistenza. Perché, non potendo occuparsi di cose ben più importanti - mancano i fondi - ormai tutti credono che essere di sinistra significhi fare la scorta armata ai gay. E ciò è ben oltre la soglia del ridicolo. Ma se Sparta piange, Atene non ride. E, dunque, a destra le cose non vanno meglio. Se si prende il DDL sicurezza, tra il diritto di controllare l'ultimo accesso di Whatsapp, sospensioni della patente anche a chi ha preso una tachipirina, ormai siamo al delirio. Nessuno vuol far guidare le persone col cellulare oppure consentire loro di drogarsi, impasticcarsi e poi mettersi in macchina, tutte cose pericolosissime. Ma premettendo che queste cose sono già, aspramente, punite dal codice penale, non possono essere considerate un'emergenza nazionale, più del lavoro, delle pensioni - che vedrete come esploderà tra una ventina d'anni - della possibilità di fare impresa senza ritrovarsi la polizia tributaria all'uscio per ogni soldo fuori posto. Ma, proprio come la sinistra, anche la destra necessita di questioni frivole per giustificare la propria essenza. Perché per il resto, tanto per fare un esempio, la tanto sbandierata Salvacasa di Salvini, in realtà, non salva un'emerita cippa - ed è anzi rischiosa (consiglio a chi la fa di fare bene attenzione) - e la destra continua ad andare al rimorchio di una sinistra che ha sempre guardato i proprietari col fumo negli occhi. Così, dopo che per decenni ci è stato raccontato che l'Italia avrebbe potuto vivere di turismo, proprio ora che le principali città italiane sono assediate dai turisti, ci si inventa che il dramma di questo paese siano i B&B e così chi vuole trarre profitto dal proprio trilocale, si ritrova a dover difendersi da un partito che, un tempo, si riteneva tutelasse la proprietà privata. Ma quando non ci sono soldi, si possono trovare solo vessando i cittadini, usando le fesserie di Vannacci o dell'Arcigay per far credere che questi siano i veri nodi rilevanti da trattare e non baggianate da bar.
Ormai si parla di cazzate perché di cose serie non si può parlare. Così bisogna inventarsi il concetto che per essere di sinistra si debba appaltare la propria ideologia a quella delle conventicole LGBTQetc. e che per essere di destra si debbano fare le ronde per perseguitarli, creando una sorta di reality show che, come emerge anche dal calo delle affluenze alle urne, non sopporta più nessuno. Perché sono sesquipedali stronzate a cui nessun individuo sano di mente darebbe udienza. Posso capire che la cosa interessi il gay stesso, chi ha il fratello e il figlio gay o la sorella e la figlia lesbica e che giustamente, sul tema, sono sensibili. Ma il restante 99% della popolazione è eterosessuale, non ha parenti gay, dunque cosa volete che gliene fotta di una tematica che non gli riguarda, quando ce ne sono altre che toccano più da vicino l'uomo della strada e sulle quali questo governo, come gli altri, finora, non ha fatto nulla. Il tutto, tenendo conto che la destra è stracolma di gay dichiarati che però, essendo anche intelligenti, sanno benissimo che il nocciolo non consiste nel dibattere su quale pertugio si voglia far percorrere al proprio sacro augiello ma che futuro dare ad una coppia che, gay o etero, che voglia figli in modo naturale, per clonazione, partenogenesi o chissà quali altre diavolerie, ha bisogno di piccioli per campare. Altrimenti è come nella famosa barzelletta: se sei ricco, sei gay, se sei povero sei ricchione e basta. E si rimane a dividerci sul bagno di sinistra e sulla vasca di destra, proprio come faceva Gaber. Che però scherzava.
Il guaio è che questi, invece, fanno sul serio.
Franco Marino
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