Bertold? Ma non si chiamava Donald? E qui bisogna raccontare - per sommi capi - la storia di Bertoldo, il protagonista di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, di Giulio Cesare Croce.
Bertoldo è un contadino piuttosto rozzo ma capace, con artifizi e imbrogli, di salvarsi sempre dai guai, al punto che, per un verso o per l'altro, riesce sempre a cavarsela tanto che oggi viene soprannominato come Bertoldo chiunque, pur non disponendo di grandi mezzi culturali, di riffa o di raffa, si salva, facendo prevalere il buonsenso.
Il discorso di Trump, ad una prima analisi, non contiene niente di memorabile ma il fatto che sia diventato quasi il manifesto di un'epoca dice molto anche del livello psichiatrico di ridicolo a cui si era arrivati.
Dire che i generi sono due, che è poi come dire che 2+2 faccia 4, che il Green Deal è una follia, che si debba uscire dall'OMS, non sono genialate ma è l'affermazione dell'ovvio. E per rendersi conto di quanto la bertoldizzazione del mondo non sia roba e/o esclusiva trumpiana, vanno registrate anche le dichiarazioni di un altro Bertold, quello di Ungheria, Viktor Orban, il quale ha detto con la chiarezza che lo contraddistingue: "Le sanzioni servono a fermare la Russia. Putin si è fermato? No. Dunque sono una stronzata che va stoppata". Ha detto proprio "stronzata", non sciocchezza o baggianata. Anche se l'ha detta in ungherese, "hülyeség"
Giusto? Sbagliato? No, Bertoldo, semplicemente. E questo, invece è, davvero, forse, il segno di una nuova era. Chi dice che in America più che aver vinto Trump, in Francia più che aver vinto la Le Pen, in Austria più che aver vinto la destra radicale, in Italia più che aver vinto la Meloni, in realtà in tutti i questi posti ha perso la sinistra, non dice una sciocchezza. Così come non la dice chi sostiene che non esista un programma di destra che non sia la ribellione confusa alle follie delle classi dirigenti progressiste che stanno appezzentendo il mondo.
Ma il fatto è proprio questo: quando un'ideologia è talmente debole da generare rivolte e proteste, per quanto confuse, anche quando non c'è un'alternativa, vuol dire che non è in grado di convincere nessuno. Siamo cioè in quella situazione in cui una casa è così fatiscente che, chi la abita, preferisce vivere in mezzo ad una strada, col freddo e col gelo.
La sinistra ha, ormai, raggiunto livelli da psichiatria. Scarso senso del reale, psicopolizia, odio nei confronti di chiunque la pensi diversamente - Saviano che maledice Elon Musk - mani messe nelle tasche del ceto medio e di chiunque produca ricchezza. Che tutto questo, prima o poi, provocasse delle reazioni a largo raggio era inevitabile e c'è da essere contenti che non siano state inconsulte.
In fondo cosa chiede chi ha votato per Trump e per quelli come lui? Di lavorare senza essere disturbato da uno Stato sbirresco ed esoso, di dire il proprio pensiero senza temere ostracismi e discriminazioni, anche sui social, senza un tutore che metta la mano sulla loro testa e gli dica "questo lo puoi dire e questo no".
Che tutto questo conduca a conseguenze positive per il mondo, è da vedere. Ma, giustappunto, è il tempo di vederlo.
Bertoldo è un contadino piuttosto rozzo ma capace, con artifizi e imbrogli, di salvarsi sempre dai guai, al punto che, per un verso o per l'altro, riesce sempre a cavarsela tanto che oggi viene soprannominato come Bertoldo chiunque, pur non disponendo di grandi mezzi culturali, di riffa o di raffa, si salva, facendo prevalere il buonsenso.
Il discorso di Trump, ad una prima analisi, non contiene niente di memorabile ma il fatto che sia diventato quasi il manifesto di un'epoca dice molto anche del livello psichiatrico di ridicolo a cui si era arrivati.
Dire che i generi sono due, che è poi come dire che 2+2 faccia 4, che il Green Deal è una follia, che si debba uscire dall'OMS, non sono genialate ma è l'affermazione dell'ovvio. E per rendersi conto di quanto la bertoldizzazione del mondo non sia roba e/o esclusiva trumpiana, vanno registrate anche le dichiarazioni di un altro Bertold, quello di Ungheria, Viktor Orban, il quale ha detto con la chiarezza che lo contraddistingue: "Le sanzioni servono a fermare la Russia. Putin si è fermato? No. Dunque sono una stronzata che va stoppata". Ha detto proprio "stronzata", non sciocchezza o baggianata. Anche se l'ha detta in ungherese, "hülyeség"
Giusto? Sbagliato? No, Bertoldo, semplicemente. E questo, invece è, davvero, forse, il segno di una nuova era. Chi dice che in America più che aver vinto Trump, in Francia più che aver vinto la Le Pen, in Austria più che aver vinto la destra radicale, in Italia più che aver vinto la Meloni, in realtà in tutti i questi posti ha perso la sinistra, non dice una sciocchezza. Così come non la dice chi sostiene che non esista un programma di destra che non sia la ribellione confusa alle follie delle classi dirigenti progressiste che stanno appezzentendo il mondo.
Ma il fatto è proprio questo: quando un'ideologia è talmente debole da generare rivolte e proteste, per quanto confuse, anche quando non c'è un'alternativa, vuol dire che non è in grado di convincere nessuno. Siamo cioè in quella situazione in cui una casa è così fatiscente che, chi la abita, preferisce vivere in mezzo ad una strada, col freddo e col gelo.
La sinistra ha, ormai, raggiunto livelli da psichiatria. Scarso senso del reale, psicopolizia, odio nei confronti di chiunque la pensi diversamente - Saviano che maledice Elon Musk - mani messe nelle tasche del ceto medio e di chiunque produca ricchezza. Che tutto questo, prima o poi, provocasse delle reazioni a largo raggio era inevitabile e c'è da essere contenti che non siano state inconsulte.
In fondo cosa chiede chi ha votato per Trump e per quelli come lui? Di lavorare senza essere disturbato da uno Stato sbirresco ed esoso, di dire il proprio pensiero senza temere ostracismi e discriminazioni, anche sui social, senza un tutore che metta la mano sulla loro testa e gli dica "questo lo puoi dire e questo no".
Che tutto questo conduca a conseguenze positive per il mondo, è da vedere. Ma, giustappunto, è il tempo di vederlo.
Franco Marino
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