Ho più volte scritto che nella mia "carriera" di blogger ci sono due motivi d'orgoglio: non aver mai dato alcuna fiducia al Movimento 5 Stelle e, soprattutto, non aver mai creduto ad un grammo della narrazione covid. Due intuizioni di quelle analoghe al colpo di fulmine tra due innamorati. Ma l'onestà intellettuale mi impone anche di confessare le più clamorose cantonate da me prese e, tra queste, connessa alla pandemia, c'è stata la convinzione che da quell'esperienza storica potesse nascere un popolo di rivoltosi, in grado di sovvertire la dittatura che, a quel tempo, aveva preso una piega sanitaria ma che in realtà sta avvolgendo tutti i rami dello scibile e di non aver capito che il massimo di opposizione che avremmo avuto sarebbe stata quella di narcisi speculatori a caccia di seguaci nei vari canali, al fine di fomentare carriere politiche, che sarebbero rapidamente svaporati dopo la fine della pandemia, gelosissimi del proprio seguito e incapaci di condividerlo in nome di una vera lotta politica. Non mi vergognerò mai abbastanza di aver creduto possibile - e di averlo propagandato - che da tutto quel pandemonio seguisse una vera maturazione.
Fondamentalmente, la "lezione" non appresa da quel terribile biennio nel quale le democrazie ufficializzarono la propria trasformazione in stati di Polizia, è che l'uscita dalla tirannia attuale nella quale ci troviamo può avvenire solo se si mette in discussione il concetto stesso di statalismo e se si accetta che fin quando non ridurremo lo Stato al minimo indispensabile e non accetteremo il principio che la libertà si connette, come se fosse il caricabatterie al telefonino, con la responsabilità individuale, altri autoritarismi si staglieranno all'orizzonte. Questa presa di coscienza non è avvenuta e, se si dà uno sguardo anche alle forze del dissenso, tutto ciò che vediamo sono acide critiche al liberismo, al capitalismo, in sintesi al concetto di libertà di iniziativa economica, sociale e civile e, dunque, soltanto la guerriglia contro un capo o un'oligarchia per metterne magari un altro e, con esso, un'altra oligarchia che, va da sé, censureranno e tarperanno le ali proprio come il precedente sistema di potere, invece di emancipare la cittadinanza educandola alla responsabilità individuale. Senza arrivare agli eccessi di Italia Sovrana che, per capirci, tra le proprie fila annoverava il comunista Marco Rizzo - persona perbene ed intellettualmente onesta, certamente lontano dal prototipo di comunista trinariciuto ma al quale, come tutti quelli della sua schiatta, non affiderei la gestione nemmeno del mio condominio - in generale, quando si parla ad un dissidente di libertà economiche e sociali, non di rado si viene, come minimo, guardati in cagnesco.
E' pensando a questo che mi trovo a commentare anche tutte le polemiche sulla progressiva scomparsa del contante, perché sembra che nessuno voglia realizzare che il totalitarismo non è imposto da capi o da élite ma dalla pigrizia e della sudditanza psicologica di chi decide di incaprettarsi delegando la protezione dei propri interessi ad un ente esterno. L'onnipotenza stessa dello Stato, del resto, il suo core business per così dire, origina dal desiderio comune di sentirsi protetti dai pericoli. Quando si cerca di spiegare che, per esempio, il limite demenziale dei 30 km/h - che di fatto rende impraticabile il traffico cittadino - non ha alcuna reale motivazione di ordine pubblico ma serve a comuni indebitati fin sopra i capelli per fare cassa, troveremo facilmente chi dirà che è necessario per evitare che il pedone venga investito dalle auto. Ed è inutile fargli presente che gli incidenti all'interno delle città sono rarissimi e che non diminuiranno certo se si costringe le persone ad andare a passo d'uomo, congestionando i trasporti. Come non è servito a niente sgolarsi che col Green Pass, non che non risolvere l'emergenza - come poi si è visto e come sta emergendo dalle prime inchieste - si sarebbero fatti passi in avanti verso la costruzione di un incubo orwelliano. Nel 2020-2022, molti erano convinti che tutte quelle schifezze fossero necessarie per proteggere gli individui fragili, contro ogni evidenza contraria. E allo stesso modo, anche la battaglia sul contante ha la medesima origine. Una volta convinte intere ciurme di idioti che il motivo per cui pagano troppe tasse deriva dall'evasione, li vedremo darsi arie per pagare il caffè col POS e sbandierarlo sui social, senza capire che tutti i provvedimenti degli ultimi anni sono andati verso il consolidamento di uno stato di Polizia Tributaria e che, nonostante questo, la pressione fiscale non solo non è minimamente diminuita ma che anzi proprio tutto questo clima intimidatorio origina il nero che tutti sappiamo, anche perché ovviamente nessuno accetterebbe di farsi fare la radiografia, sapendo che, da quel momento, verrà spennato come un pollo. Un Grillo d'annata, ancora non assurto a molesto urlatore della politica, mirabilmente diceva che "Non è vero che se tutti pagassero le tasse, tutti le pagheremmo di meno ma, anzi, lo stato ruberebbe di più"
E invece, seppur smentiti dai numeri, una pletora di imbecilli socialistoidi cianciano di imprenditori schiavisti, che evadono il Fisco, che licenziano con facilità, ignorando il costo ben più gravoso generato da orde barbariche di dipendenti statali anchilosati nel posto fisso; da un SSN che, rare eccellenze a parte, è ridotto a pezzi; da una Pubblica Istruzione macchina da guerra della propaganda statale; insomma, in generale, da una Pubblica Amministrazione inefficiente, corrotta, autoritaria, loro sì, i veri responsabili dell'enorme debito, oltre che del nostro basso PIL. Nessuno vuol capire che tutta la ricchezza, che un certo socialismo vorrebbe redistribuire, non nasce sugli alberi ma va prodotta dalle demonizzate partite IVA, alle quali bisogna fare ponti d'oro invece di rendere loro la vita difficile. Altrimenti l'alternativa è fare debiti a strafottere, in un meccanismo che ci ha portato ad un delirante 160% di disavanzo e che viene giustificato con l'esigenza di salvaguardare un Servizio Sanitario Nazionale che non dà praticamente quasi più nulla e di difendere un'istruzione pubblica che da decenni sforna solo somari.
Nessuno riesce a spiegare al nostro statolatra che non c'è alcuna differenza tra le imposte che paga per mantenere ospedali ostaggio della corruzione politica e una polizza assicurativa che gli consentirebbe di essere visitato quando e dove vuole, senza dover aspettare che un neo diventi un melanoma, o tra quelle destinate al sistema scolastico e una retta ad una scuola privata che gli dia l'istruzione funzionale a formarlo come futuro lavoratore e non un titolo buono soltanto per diventare l'ennesimo parassita di stato.
Fondamentalmente, la "lezione" non appresa da quel terribile biennio nel quale le democrazie ufficializzarono la propria trasformazione in stati di Polizia, è che l'uscita dalla tirannia attuale nella quale ci troviamo può avvenire solo se si mette in discussione il concetto stesso di statalismo e se si accetta che fin quando non ridurremo lo Stato al minimo indispensabile e non accetteremo il principio che la libertà si connette, come se fosse il caricabatterie al telefonino, con la responsabilità individuale, altri autoritarismi si staglieranno all'orizzonte. Questa presa di coscienza non è avvenuta e, se si dà uno sguardo anche alle forze del dissenso, tutto ciò che vediamo sono acide critiche al liberismo, al capitalismo, in sintesi al concetto di libertà di iniziativa economica, sociale e civile e, dunque, soltanto la guerriglia contro un capo o un'oligarchia per metterne magari un altro e, con esso, un'altra oligarchia che, va da sé, censureranno e tarperanno le ali proprio come il precedente sistema di potere, invece di emancipare la cittadinanza educandola alla responsabilità individuale. Senza arrivare agli eccessi di Italia Sovrana che, per capirci, tra le proprie fila annoverava il comunista Marco Rizzo - persona perbene ed intellettualmente onesta, certamente lontano dal prototipo di comunista trinariciuto ma al quale, come tutti quelli della sua schiatta, non affiderei la gestione nemmeno del mio condominio - in generale, quando si parla ad un dissidente di libertà economiche e sociali, non di rado si viene, come minimo, guardati in cagnesco.
E' pensando a questo che mi trovo a commentare anche tutte le polemiche sulla progressiva scomparsa del contante, perché sembra che nessuno voglia realizzare che il totalitarismo non è imposto da capi o da élite ma dalla pigrizia e della sudditanza psicologica di chi decide di incaprettarsi delegando la protezione dei propri interessi ad un ente esterno. L'onnipotenza stessa dello Stato, del resto, il suo core business per così dire, origina dal desiderio comune di sentirsi protetti dai pericoli. Quando si cerca di spiegare che, per esempio, il limite demenziale dei 30 km/h - che di fatto rende impraticabile il traffico cittadino - non ha alcuna reale motivazione di ordine pubblico ma serve a comuni indebitati fin sopra i capelli per fare cassa, troveremo facilmente chi dirà che è necessario per evitare che il pedone venga investito dalle auto. Ed è inutile fargli presente che gli incidenti all'interno delle città sono rarissimi e che non diminuiranno certo se si costringe le persone ad andare a passo d'uomo, congestionando i trasporti. Come non è servito a niente sgolarsi che col Green Pass, non che non risolvere l'emergenza - come poi si è visto e come sta emergendo dalle prime inchieste - si sarebbero fatti passi in avanti verso la costruzione di un incubo orwelliano. Nel 2020-2022, molti erano convinti che tutte quelle schifezze fossero necessarie per proteggere gli individui fragili, contro ogni evidenza contraria. E allo stesso modo, anche la battaglia sul contante ha la medesima origine. Una volta convinte intere ciurme di idioti che il motivo per cui pagano troppe tasse deriva dall'evasione, li vedremo darsi arie per pagare il caffè col POS e sbandierarlo sui social, senza capire che tutti i provvedimenti degli ultimi anni sono andati verso il consolidamento di uno stato di Polizia Tributaria e che, nonostante questo, la pressione fiscale non solo non è minimamente diminuita ma che anzi proprio tutto questo clima intimidatorio origina il nero che tutti sappiamo, anche perché ovviamente nessuno accetterebbe di farsi fare la radiografia, sapendo che, da quel momento, verrà spennato come un pollo. Un Grillo d'annata, ancora non assurto a molesto urlatore della politica, mirabilmente diceva che "Non è vero che se tutti pagassero le tasse, tutti le pagheremmo di meno ma, anzi, lo stato ruberebbe di più"
E invece, seppur smentiti dai numeri, una pletora di imbecilli socialistoidi cianciano di imprenditori schiavisti, che evadono il Fisco, che licenziano con facilità, ignorando il costo ben più gravoso generato da orde barbariche di dipendenti statali anchilosati nel posto fisso; da un SSN che, rare eccellenze a parte, è ridotto a pezzi; da una Pubblica Istruzione macchina da guerra della propaganda statale; insomma, in generale, da una Pubblica Amministrazione inefficiente, corrotta, autoritaria, loro sì, i veri responsabili dell'enorme debito, oltre che del nostro basso PIL. Nessuno vuol capire che tutta la ricchezza, che un certo socialismo vorrebbe redistribuire, non nasce sugli alberi ma va prodotta dalle demonizzate partite IVA, alle quali bisogna fare ponti d'oro invece di rendere loro la vita difficile. Altrimenti l'alternativa è fare debiti a strafottere, in un meccanismo che ci ha portato ad un delirante 160% di disavanzo e che viene giustificato con l'esigenza di salvaguardare un Servizio Sanitario Nazionale che non dà praticamente quasi più nulla e di difendere un'istruzione pubblica che da decenni sforna solo somari.
Nessuno riesce a spiegare al nostro statolatra che non c'è alcuna differenza tra le imposte che paga per mantenere ospedali ostaggio della corruzione politica e una polizza assicurativa che gli consentirebbe di essere visitato quando e dove vuole, senza dover aspettare che un neo diventi un melanoma, o tra quelle destinate al sistema scolastico e una retta ad una scuola privata che gli dia l'istruzione funzionale a formarlo come futuro lavoratore e non un titolo buono soltanto per diventare l'ennesimo parassita di stato.
L'abolizione del contante non va analizzata a valle ma a monte. E il monte è la prepotenza di uno Stato, che non nasce dai metodi autoritari - che sono una conseguenza, non una causa - ma dal consenso di chi ancora non ha realizzato che quando cerca, in quel padre che non ha più, un protettore col quale non ha vincoli di sangue, si sta solo mettendo nelle mani di un padrino che, in cambio dei suoi servigi, pretenderà di essere obbedito come ad un padrone.
Franco Marino
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