La credibilità di chi commenta gli accadimenti di suo interesse e quello dei lettori si vede dalla coerenza con cui imposta i suoi ragionamenti. Se io oggi, da italiano e da sovranista, esultassi per la notizia che l'UE ha approvato i nostri conti pubblici e bocciati quelli tedeschi, non sarei credibile. Perché ho sempre criticato questi discorsi quando era la Germania il paese virtuoso e l'Italia veniva considerato un popolo di scialacquatori ed è dunque inevitabile attaccarli adesso che la situazione sembra capovolta. Non che cambiare idea non sia legittimo. Ma va fatto in tempi non sospetti. Se lo si fa quando conviene, si perde attendibilità all'occhio del lettore.
Con questo presupposto, mi trovo a commentare l'ennesima pagina della narrazione che da quasi vent'anni viene ammannita ai lettori, ossia quello del conflitto tra Nord e Sud dell'Europa, che è uno dei più grandi bluff confezionati ad arte da quella che il nostro amico @vonTannenberg definisce "stampa igienica".
Per chiarirlo, bisogna partire da George Friedman, grandissimo esperto americano di geopolitica, che illustrò alla perfezione come si muovono gli USA quando vogliono mantenere il controllo di un territorio, ossia appoggiando a fasi alterne l'una o l'altra fazione al fine di evitare che si stabilizzi l'area e che dunque esca fuori dall'orbita statunitense. Questo accade ovunque. Ove è più proficuo usare le armi, vengono usate. Viceversa, la situazione in Europa è più complessa. I paesi europei si reggono su economie che furono finanziate col piano Marshall, la cui ratio era di evitare qualsiasi saldatura con l'URSS ai tempi della guerra fredda, per poi, dopo che le manovre politiche di oltreoceano hanno sottratto ai governi il controllo delle banche centrali - in Italia dobbiamo "ringraziare" Ciampi per questo scempio - gonfiare i conti pubblici, creando boom artificiali e consegnando i paesi europei, di fatto, alla finanza americana. Questo meccanismo si esprime attraverso la manipolazione dei flussi finanziari il cui funzionamento è spiegato, in un video, da Massimo D'Alema - che è stato presidente del Consiglio e che potrà avere tutti i difetti di questo mondo, tranne di essere uno che parla di cose che non sa - il quale spiegò come le speculazioni finanziarie vengono decise a tavolino. Se qualcuno fa o dice qualcosa di gradito agli Stati Uniti, arriva il premio sotto forma di debito pubblico comprato dalla finanza americana. Se invece, qualcuno decide di fare di testa sua, da Washington arriva l'ordine di svendere il nostro debito. Se, per fare un esempio, Giorgia Meloni si schierasse con Putin, puntualmente una speculazione finanziaria appositamente creata la costringerebbe a dimettersi, come è già accaduto con Berlusconi nel 2011.
Ora è chiaro che se la Federazione Russa ha il 15% di indebitamento pubblico, una moneta sovrana, un'economia quasi interamente basata sul settore primario e una sovrabbondanza di materie prime, un attacco finanziario non provocherebbe alcun concreto risultato. Viceversa, stati o fortemente indebitati come il nostro o con un PIL che si regge esclusivamente sulle esportazioni come quello dei crucchi, ovviamente andrebbero a capa sotto. E considerando che tutte le economie europee o sono indebitate o si basano sull'export verso mercati che possono essere chiusi in qualsiasi momento e nessuna di esse ha grandi disponibilità di materie prime, si può agevolmente capire come la finanza sia uno strumento di ricatto che impedisca qualsiasi autonomia.
E così, quando descriviamo questo scenario, è come se descrivessimo una famiglia che possiede tre case di proprietà ma ha debiti che arrivano o al valore del proprio patrimonio e che non produce nella propria tenuta ciò di cui necessita per nutrirsi, scaldarsi, rinfrescarsi e vestirsi, ma anzi deve trovarlo altrove. Non potrebbe certo definirsi ricca.
Così, in una prima fase, gli Stati Uniti hanno deciso che dovevano mandare in crisi il Sud e dell'Europa, e avendo bisogno di scegliersi uno studente secchione come contraltare - affinché non si capisse che il problema era oltreoceano - hanno gonfiato i bund tedeschi e scaricato allo scoperto i BTP italiani e l'equivalente greco.
Nel 2024 si sta assistendo al secondo capitolo della farsa: demonizzare i crucchi e "premiare" il Belpaese per il suo asservimento acritico ai diktat atlantici, comprando i titoli italiani e iniziando a vendere quelli tedeschi. Ma una volta chiarito il tutto, si è in grado di recepire che fondamentalmente non c'è nessun boom italiano - come quello tedesco era un bluff - e che tutto questo serve a nascondere quanto più possibile la sudditanza europea agli americani.
Con questo presupposto, mi trovo a commentare l'ennesima pagina della narrazione che da quasi vent'anni viene ammannita ai lettori, ossia quello del conflitto tra Nord e Sud dell'Europa, che è uno dei più grandi bluff confezionati ad arte da quella che il nostro amico @vonTannenberg definisce "stampa igienica".
Per chiarirlo, bisogna partire da George Friedman, grandissimo esperto americano di geopolitica, che illustrò alla perfezione come si muovono gli USA quando vogliono mantenere il controllo di un territorio, ossia appoggiando a fasi alterne l'una o l'altra fazione al fine di evitare che si stabilizzi l'area e che dunque esca fuori dall'orbita statunitense. Questo accade ovunque. Ove è più proficuo usare le armi, vengono usate. Viceversa, la situazione in Europa è più complessa. I paesi europei si reggono su economie che furono finanziate col piano Marshall, la cui ratio era di evitare qualsiasi saldatura con l'URSS ai tempi della guerra fredda, per poi, dopo che le manovre politiche di oltreoceano hanno sottratto ai governi il controllo delle banche centrali - in Italia dobbiamo "ringraziare" Ciampi per questo scempio - gonfiare i conti pubblici, creando boom artificiali e consegnando i paesi europei, di fatto, alla finanza americana. Questo meccanismo si esprime attraverso la manipolazione dei flussi finanziari il cui funzionamento è spiegato, in un video, da Massimo D'Alema - che è stato presidente del Consiglio e che potrà avere tutti i difetti di questo mondo, tranne di essere uno che parla di cose che non sa - il quale spiegò come le speculazioni finanziarie vengono decise a tavolino. Se qualcuno fa o dice qualcosa di gradito agli Stati Uniti, arriva il premio sotto forma di debito pubblico comprato dalla finanza americana. Se invece, qualcuno decide di fare di testa sua, da Washington arriva l'ordine di svendere il nostro debito. Se, per fare un esempio, Giorgia Meloni si schierasse con Putin, puntualmente una speculazione finanziaria appositamente creata la costringerebbe a dimettersi, come è già accaduto con Berlusconi nel 2011.
Ora è chiaro che se la Federazione Russa ha il 15% di indebitamento pubblico, una moneta sovrana, un'economia quasi interamente basata sul settore primario e una sovrabbondanza di materie prime, un attacco finanziario non provocherebbe alcun concreto risultato. Viceversa, stati o fortemente indebitati come il nostro o con un PIL che si regge esclusivamente sulle esportazioni come quello dei crucchi, ovviamente andrebbero a capa sotto. E considerando che tutte le economie europee o sono indebitate o si basano sull'export verso mercati che possono essere chiusi in qualsiasi momento e nessuna di esse ha grandi disponibilità di materie prime, si può agevolmente capire come la finanza sia uno strumento di ricatto che impedisca qualsiasi autonomia.
E così, quando descriviamo questo scenario, è come se descrivessimo una famiglia che possiede tre case di proprietà ma ha debiti che arrivano o al valore del proprio patrimonio e che non produce nella propria tenuta ciò di cui necessita per nutrirsi, scaldarsi, rinfrescarsi e vestirsi, ma anzi deve trovarlo altrove. Non potrebbe certo definirsi ricca.
Così, in una prima fase, gli Stati Uniti hanno deciso che dovevano mandare in crisi il Sud e dell'Europa, e avendo bisogno di scegliersi uno studente secchione come contraltare - affinché non si capisse che il problema era oltreoceano - hanno gonfiato i bund tedeschi e scaricato allo scoperto i BTP italiani e l'equivalente greco.
Nel 2024 si sta assistendo al secondo capitolo della farsa: demonizzare i crucchi e "premiare" il Belpaese per il suo asservimento acritico ai diktat atlantici, comprando i titoli italiani e iniziando a vendere quelli tedeschi. Ma una volta chiarito il tutto, si è in grado di recepire che fondamentalmente non c'è nessun boom italiano - come quello tedesco era un bluff - e che tutto questo serve a nascondere quanto più possibile la sudditanza europea agli americani.
Chi esulta per l'approvazione dei conti italiani e per le magagne teutoniche che vengono al pettine, non ha compreso che siamo davanti all'ennesimo tentativo di mettere i paesi europei gli uni contro gli altri, così che non si veda il nemico che trama per impoverirli, come era fesso - oltre che venduto - chi dal 2008 fino a qualche anno fa correva a baciare la pantofola della Merkel e di qualsiasi ariano nordeuropeo che sputava sui paesi meridionali. Non c'è alcuna crisi tedesca perché non c'è stato alcun boom oggi e non c'è alcun boom italiano oggi perché non c'era stata alcuna "crisi italiana" ieri. Quello di oggi è soltanto il secondo capitolo di una delle tante "serie televisive" prodotte in America.
Franco Marino
Se ti è piaciuto questo articolo, sostienici con un like o un commento all'articolo all'interno di questo spazio e condividendolo sui social.