Una persona che non ha bisogno degli altri per sentirsi realizzato, impara ad accettare i propri difetti, non vive nell'ossessione del giudizio altrui e dunque non fa nulla di più del necessario per piacere al prossimo, senza pensare a come attrarre persone che non la vogliono e riattrarre nella propria vita persone che l'hanno scartata, dunque applica la regola del "chi mi ama, mi segua". Questo concetto l'ho portato all'estremo lungo tutto l'arco della mia vita ed è stato forgiato da difficoltà così gravose da aver sempre stroncato sul nascere la tentazione di abbandonarmi a suggestioni spiritualistiche e scorciatoie edonistiche, preferendo mille volte tenere i piedi per terra. La mia unica ossessione è guardarmi al mattino allo specchio e riconoscervi quel grugno che potrà anche non essere da copertina ma al quale, dopo oltre quarant'anni, tutto sommato ormai mi sono pure affezionato e che non cambierei per niente e nessuno al mondo.
Ma questa consapevolezza di sé e della realtà circostante non è da tutti. La gente, mediamente, vive di illusioni, immaginando realtà parallele poco credibili. Così, da ragazzini, pensiamo che le persone si dividano in due tipologie: sinceri e bugiardi. Invece, una delle prime cose che, maturando, scopriamo, è che non è vero che gli esseri umani fingono di essere quel che non sono ma che il punto - molto più profondo e amaro - è che credono con una pervicacia così profonda a ciò che la morale, ricattandoli moralmente, impone loro di essere, da riuscire ad essere convincenti. Del resto, il vero bugiardo è quello che crede per primo alle bugie che racconta, costruendosi una realtà parallela che non collima con quella fattuale.
Quando si realizza che i rapporti interpersonali sono praticamente TUTTI animati dal conflitto tra un ideale che vorrebbe l'amore come il regno dell'altruismo e una fattualità che invece ci dice che la gente, pur di nutrire la propria autostima, venderebbe pure la madre, si esce dal campo minato delle illusioni e si inizia a respirare a pieni polmoni l'odore acre ma salutare della consapevolezza.
Sicché se Di Pietro leggesse questo articolo direbbe "ma tutto questo che ci azzecca con Margaret Spada?".

Come molti sapranno, Margaret era una giovane donna siciliana morta qualche giorno fa dopo un intervento estetico che avrebbe dovuto rifarle il naso, sebbene non soffrisse di problemi respiratori o cosa. Aveva semplicemente un naso che non le piaceva. Così, mentre infuriano le polemiche sul fatto che lo studio che l'ha operata avesse o meno i titoli e le autorizzazioni e la cronaca ne sta parlando ormai quasi come se si trattasse di un delitto - vai a capire per quale secondo fine nascosto (perché quando se ne parla troppo, è sempre per secondi fini) - non considerando che certi pastrocchi avvengono anche con i migliori chirurghi estetici, perché gli interventi hanno sempre una percentuale di rischio, non ci si accorge che il problema è a monte.
Ogni essere umano, chi più chi meno, ha i suoi difetti. Voler migliorarsi è legittimo nell'ottica di un'oggettiva condizione di bruttezza così evidente da compromettere le proprie aspirazioni relazionali e si vuole risolvere la cosa. Ma quando una ragazza oggettivamente carina come Margaret, che poteva piacere fisicamente a qualsiasi individuo di sesso maschile di medio-alto valore, spende 3000 euro per rifarsi una parte del suo corpo che non aveva altre criticità se non quello di non piacerle ed è così ossessionata dalla cosa da mettere in ultimo piano la sicurezza di un intervento chirurgico, siamo di fronte ad una persona con delle palesi debolezze psicologiche, che non accettava se stessa e neanche il proprio uomo - anche perché non si capisce per quale diavolo di ragione una donna che si senta amata debba a tutti i costi cambiare in maniera così radicale la propria estetica se non per volere un ragazzo a suo giudizio migliore - e che il fidanzato fosse prossimo ad essere scaricato non appena Margaret avesse ricevuto, sotto forma di qualche corteggiamento di uomini più attraenti del suo partner, quel boost del proprio ego che cercava.
Ecco, le relazioni, nella quasi totalità dei casi, sono ispirate da questo meccanismo. Le persone iniziano una relazione con qualcuno non per condividere un progetto che vada oltre la dimensione edonistica e che duri magari per tutta la propria esistenza, ma soltanto per sentirsi belle e desiderate. E quando la vanità, il nutrimento dell'ego, diventano l'unico fine su cui strutturare la propria personalità e dunque la propria rete relazionale, il compagno - o in qualche circostanza, persino il coniuge - di turno, vengono ridotti alla stregua di semplice gradino da percorrere per giungere ad un illusorio jet set ove essere adorati da una corte di ruffiani che, sempre per effetto del delirio di onnipotenza, dovrebbero passare tutto il tempo ad adorarti, in un circolo vizioso analogo a quello della tossicodipendenza, per cui desideriamo una quantità sempre maggiore di dopamina.
Prima o poi qualcuno che ci rifiuta lo troviamo, per ragioni estetiche che non avremmo mai nemmeno pensato e, in quel momento, al naso seguono altri rifacimenti, sino all'errore finale che costa la pelle.

Forse la cosa più sensata sull'amore fu detta dalla buonanima di quella comunistaccia di Frida Kahlo: non necessitiamo di renderci più belli e più intelligenti, perché chi ci ama davvero, ci apprezza a prescindere, mentre chi non è in grado di amarci, non capirà niente di ciò che diciamo e degli sforzi che abbiamo fatto per piacergli.
Solo capendo questo, i giri d'affari che si fondano sui complessi delle persone si esauriranno. Che non sono solo i centri estetici più improvvisati ma anche i tanti grandi flussi di pensiero che traggono fortune dal narcisismo che pervade ogni povero cristo che non ha ancora capito che una vita vissuta nell'inseguimento del mito di se stessi, è destinata a produrre insoddisfazione e amarezze.


Franco Marino


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Comments

Assolutamente d’accordo su tutto
E credo la tendenza si sia ficcata in un vortice da cui non se ne esce più almenoche’ non si appartenga a quelle generazioni che ancora mantengano una forma di buonsenso.
Sono l’estetismo a qualunque costo , e l’ approssimazione interiore che oggi provocano tutto questo
 
Franco hai detto tutto tu … aggiungendo qualcosa ho paura di toccare troppi argomenti diversi
Io non so se questa donna fosse amata perché se fosse stata serena e sicura l’uomo che aveva accanto le avrebbe dato tutte le certezze che questa ragazza cercava
Basta dare la colpa all’uomo… io non mi capacito di questo desiderio di omologazione probabilmente perché appartengo ad una generazione diversa
Contro certe fragilità e insicurezze purtroppo non esiste chirurgo
Se non amiamo noi stessi per la nostra unicità è finita
Per questa ragazza purtroppo non c’è più nulla da fare
Spero che tante altre possano ritrovare la ragione e agire con buonsenso
 
Questa vicenda non la conosco, tuttavia penso che un intervento estetico non necessariamente sia legato all'accettazione di sé a un uomo. Questa donna era molto carina, con un naso oggettivamente brutto e che ne offuscava la bellezza del volto e di lei. Aveva diritto a voler migliorare il suo volto, che è la parte più esposta di noi. Non è detto che lo volesse fare nella speranza di un marito più ricco. Io trovo molto più probabile che volesse vedersi meglio lei: nelle foto, allo specchio. La chirurgia può fare ciò, può renderti un miglioramento per evitare la mattina di fare sempre un counturing diverso, vedertelo sempre nei selfie, assumere sempre una posa nelle foto di gruppo. Non è lo sguardo degli altri, ma è il tuo.
 
Io invece non ci trovo nulla di male nella chirurgia estetica, non mi piace invecchiare e se qualche punturina di ialuronico e di biorivitalizzanti, mi fanno stare meglio perché no? Invecchiare fa schifo, se ho cura di me è male? Ovviamente ci si rivolge a chirurghi esperti, in strutture adeguate. Mi è sempre piaciuto essere bella, perché dovrei rinunciarci? Una cosa esclude l'altra?
 
Un conto è la cura di sé, altro conto è spendere migliaia di euro per rifare una parte del proprio corpo, nell'illusoria idea che questo ci porterà all'accettazione di se stessi che è, invece, figlio di equilibri molto più profondi di un naso rifatto.
 
Il problema della nostra civiltà malata è anche quello: non ci piace invecchiare, e allora stiriamo e tiriamo il fisico per sembrare meno vecchi. Neppure a me piace invecchiare, ma invecchio, naturalmente, come tutti. E mi tengo i segni dell'età. Così come non mi piace morire, ma morirò. Il messaggio dell'articolo è proprio che bisognerebbe, per vivere più secondo natura, accettare anche il passaggio del tempo. Altrimenti, siamo al vivere come in un Grande Fratello o in uno show di Maria de Filippi, 24/7
 
Infatti io mi chiedevo: che minxia stava a ritoccarsi il naso se era già bella di suo? No, davvero, anche con la chirurgia estetica siamo al delirio, come in tutto il resto. Bisognerebbe vietarla salvo casi di deformità e difetti invalidanti, o perlomeno evidenti.
 
Dalla foto si vede chiaramente che la ragazza aveva già fatto qualche piccolo intervento… è evidente perché mi sembrano tutte uguali
Il problema è questo… desiderio di assomigliarsi tutte
La tragedia è questa
 
Mi sembra che la situazione non sia ancora chiara. L'autopsia ha stabilito che la morte é dovuta ad arresto cardiocircolatorio. 'Pare' che la causa sia l'anestesia che 'pare' sia stata fatta non sapendo che la ragazza soffriva di alcune patologie, 'pare' che la ragazza avesse mangiato, 'pare' che la ragazza non avesse dichiarato le patologie. Penso che sia prematuro filosofeggiare sulla scelta, per altro secondo me leggittima, di sottoporsi ad una rinoplastica. Se la morte é dovuta al farmaco anestetizzante e se lei non ha fornito tutte le infirmazioni o non ha rispettato le indicazioni, allora la eagazza poteva morire anche dal dentista.
 
Certamente. Ma visto che siamo nell'ambito del "pare", pare anche che questo studio non avesse le autorizzazioni del caso. Allora se tu spendi 3000 euro e non verifichi chi ti dovrà mettere le mani addosso, siamo oltre la legittima scelta - da me mai contestata - di operarti e andiamo ad una dimensione patologica nella quale, mi spiace, non seguo chi la sceglie.
Qua non si "filosofeggia", si segnala un problema reale: persone così incapaci di accettare se stesse da arrivare a mettere a rischio la propria vita.
 
Last edited:
Io di ritocchini ho cominciato a farne verso i 66 quando ho visto il mio viso crollare e continueroʻ (senza esagerare) perché mi fa stare bene. La nenia "io invecchio felicemente" oppure "sono intelligente e bella dentro" oppure "mi accetto come sono" sono le czte che dicono quelli sotto i 76 anni e maggiormamente maschi. Gli interventi li faccio presso l'ospedale di Vicenza, da una chirurga che, sono sue parole "sono contenta quando rendo felice una donna dopo tutte le ricostruzioni di visi devastati da incidenti".
Su mio consiglio la nipote 23enne di un'amica ha fatto un intervento di rinoplastica. 2200 euro la chirurga, 500 euro l'anestesista, 800 euro 1 giorno di degenza (ovviamente privato) perché é un intervento delicato. Totale 3500 euro in sicurezza. Mia madre a 34 anni si é rifatta il naso in Svizzera perché in Italia non c'erano chirurghi plastici nel 60 e ha fatto bene. Mia sorella, medico anestesista, si é rifatta il naso a 22 anni, molto bello.
Non discuterei sul fatto di 'accettarsi' o di 'paranoia', se un difetto ti da problemi e hai la grana per risolverlo, lo risolvi. Qua si tratta di totale ignoranza e soldi spesi malissimo. Secondo me, ripeto secondo me, non vale la pena di farlo passare per fenomeno di costume.
 
Siamo sempre al solito punto. Un conto è fare ritocchi consapevoli - io poi non li condivido ma questi, giustamente dirai tu, "sono cazzi miei" - altro è spendere 3000 euro senza verificare a chi ti metti in mano.
Perché il punto è tutto qui.
 
Mi permetta di dirle che la questione è molto più seria di quanto si possa immaginare
Franco ha perfettamente ragione
Ognuno è ovviamente libero di fare quello che vuole…legittimo anche non accettare i segni dell’età ( prego ogni giorno di avere il privilegio di invecchiare )ma il problema è più profondo che molte persone non vedono perché non deve passare il messaggio che sia tutto normale
Qualche medico onesto si incontra grazie a Dio, se non vede un grande difetto che alteri l’armonia del corpo non interviene
In tutti gli altri casi e mi permetta di dirle la stragrande maggioranza dei casi dovrebbe prevalere il buonsenso
 

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Franco Marino
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