Una delle (poche) cose positive di un brutto periodo di vita, anche personale, è che, come i virus quando vengono debellati, lascia nell'organismo una memoria più o meno duratura, a volte eterna, di ciò che ha vissuto, proprio come un vaccino.
In questo senso, alcuni orrendi comportamenti di questi anni, se raccolti da una classe dirigente determinata a cambiare le cose, dovrebbero essere repressi dalla legge nel futuro e impedire che riaccadano.
Per esempio, premettendo che in linea di principio, senza essere né omofobo, né razzista, né sessista né antisemita, tendo ad essere contrario a qualsiasi reato di discriminazione - perché nessuno può fare nulla contro il proprietario di una casa che decidesse di non affittarla ad un gay o ad un immigrato inventandosi come scusa che "mi dispiace ma sono già in trattativa con altri" - uno dei motivi per cui trovo poco credibile la battaglia in favore dei cosiddetti diritti civili è perché non rende universali alcuni diritti che invece sono riservati ad alcune minoranze ideologicamente protette. Se io dico che bisogna, per esempio, battersi contro le persecuzioni ai danni dei gay, sto implicitamente dicendo che posso, per il resto, perseguitare chiunque rientri in caratteristiche che la moda woke del momento ritiene di non dover tutelare. E questo ovviamente sputtana la credibilità di una qualsiasi battaglia civile.
Tra le discriminazioni più ignorate - sebbene, in linea teorica, combattute dalle costituzioni di qualsiasi democrazia - c'è anche il triste fenomeno di alcune personalità di ogni campo che subiscono ritorsioni di vario tipo - dall'ostracismo alla persecuzione giudiziaria - se osano dichiararsi sostenitori di un partito che pure viene vidimato dal Presidente della Repubblica e dunque ritenuto in grado di concorrere per regolari elezioni, o di una visione ideologica, tuttavia non punita dal codice.

A questa premessa, si collega anche un odioso vezzo di questi tempi mediatici che è il boicottaggio. Pochi ignorano cosa sia ma un ripasso lo facciamo lo stesso. Il boicottaggio è sostanzialmente quell'azione per cui una o più persone, sfruttando la propria influenza, invita altri a non consumare un prodotto, a non iscriversi ad una comunità, per ragioni che non sono correlate con le peculiarità delle stesse ma con alcune caratteristiche dei loro titolari. Un esempio lo vedemmo quando Dolce & Gabbana, ambedue omosessuali, rilasciarono alcune dichiarazioni di carattere conservatore sull'idea che un figlio non dovrebbe essere adottato da una coppia omosessuale. Il risultato fu che moltissimi progressisti invitarono sui social la gente a non comprare più i prodotti di quei due famosi stilisti.
Ecco, per come la vedo io, questa è una cosa gravissima e una delle cose che mi aspetto da una Costituzione futura è che tutto questo venga vietato. Perché fin quando uno va in un ristorante dove viene trattato male e gli viene servito del cibo di poco valore da camerieri cafoni, può tranquillamente consigliare, anche pubblicamente - nei limiti della legge - di non andarci. Ma nel momento in cui, nell'esercizio della propria libertà di parola, un imprenditore, un artista, un intellettuale, sostengono un'opinione controversa ma legale - perché dire che un bambino deve crescere con una madre e con un padre può essere discutibile quanto si voglia ma non è omofobia e, come si vede, è sostenuta anche da noti personaggi del mondo LGBT - il fatto che poi venda pizze, bibite o, come nel caso dei due stilisti, disegni vestiti e faccia profumi, non c'entra nulla con le proprie idee, tanto più che la persona intelligente non smette di usare cose gradite perché chi li produce la pensa diversamente. Io ho amato artisti considerati "di sinistra" secondo l'opinione pubblica, ho stimato politici di parte avversa alla mia, perché la qualità va oltre la propria weltanschauung. E invece, oggi tutto questo rischia di essere considerato qualcosa di speciale, di raro. Si trova del tutto lecito e legittimo che un personaggio pubblico - penso ad Alessandro Gassmann, a Piero Pelù, giusto per fare alcuni nomi - possa esortare i propri fan a lasciare X soltanto perché Elon Musk sostiene Trump, un signore controverso quanto si vuole ma che ha vinto regolarmente regolarissime competizioni elettorali e che certamente, perlomeno per come si è presentato, almeno in teoria dovrebbe essere destinato ad imprimere un'impronta forte della sua presenza, ma che ciò avverrà per effetto di un meccanismo democratico.

Ecco, tra le tante cose che spero di vedere nella prossima era, è l'estensione del reato di boicottaggio - già presente nell'ordinamento italiano ma limitatamente ad alcune circostanze ben precise - anche alle opinioni politiche e in generale a qualsiasi cosa. Quando un cittadino è costretto a non poter esprimere liberamente la propria opinione su un determinato tema, altrimenti deve prepararsi alla prospettiva di presentare i libri contabili in Tribunale, mi sembra chiaro che la democrazia non esista più.
Perché la lotta contro la discriminazione deve essere condotta in favore di qualsiasi essere umano per il semplice fatto di esistere, altrimenti non ha la minima credibilità.
E' ridicolo e controproducente battersi per alcuni diritti anche sacrosanti e dimenticarsene altri.


Franco Marino


𝑺𝒆 𝒗𝒊 𝒆̀ 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒊𝒖𝒕𝒐 𝒍'𝒂𝒓𝒕𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐, 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒆𝒏𝒆𝒕𝒆 𝒊𝒍 𝒏𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒑𝒓𝒐𝒈𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒏𝒅𝒐𝒗𝒊, 𝒄𝒐𝒎𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒆 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒎𝒊 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆 *𝒂𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒂𝒓𝒕𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐 𝒔𝒖𝒍 𝒔𝒊𝒕𝒐*. 𝑮𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆.

Comments

Per aver messo un " mi piace" sotto un post di un personaggio politico su facebook mi sono presa tante di quelle parolacce che non hai idea. La più carina era " brutta bal****Ca". Ho smesso si esprime la mia opinione.
 
Non sono iscritto a X, ma vedendo tanti guitti di regime lasciare questa piattaforma con la motivazione che Musk sarebbe un pericolo per la libertà, mi viene voglia di iscrivermi. Non escludo di farlo.
 
Scommetto che se qualcuno esortasse al boicottaggio di negozi e attività gestite da ebrei in Italia, la magistratura si muoverebbe subito. A dimostrazione del fatto che le leggi, per qualcuno si applicano, per qualcun altro si interpretano
 

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