In generale vengo accusato di un certo cinismo nelle mie considerazioni geopolitiche e può darsi che l'accusa sia fondata, sebbene io preferisca definirmi, semplicemente, un realista pragmatico. Ma, come chiunque, mi sono formato su un retroterra familiare e con determinate letture. La mia famiglia non ha mai amato la retorica zuccherosa e ha sempre cercato di indirizzarmi presso letture che, sin da bambino, hanno cercato di piantarmi i piedi per terra. E tra queste, ci sono le favole di Esopo.
Leggere questo autore, per me, è stato come entrare in un mondo dove tutto ciò che le autorità del mio spazio e del mio tempo (scuola, media, convenzioni sociali) cercavano di insegnarmi, veniva smentito dalle tante fiabe, semplicissime, brevi e, ognuna, con una morale cristallina che ne hanno caratterizzato la produzione letteraria. In quelle fiabe, si insegna la crudezza e la spietatezza della realtà umana, oltre le chiacchiere e le considerazioni petalose, partendo dalle vicende che caratterizzano la precarietà dei rapporti tra animali differenti in forza fisica, intelligenza, specifiche caratteristiche fisiche, in ambienti proibitivi.
Ad esempio, nella favola del contadino che, impietosito, raccoglie una serpe moribonda che, una volta riavutasi, lo morde e lo ammazza, è spiegato quanto la beneficenza sia pericolosa se fatta alla persona sbagliata. In quella della volpe e del corvo, è spiegato quanto pericolosa sia l'adulazione. La morale del leone imprigionato e del topo che lo salva rosicchiando la corda, ci svela come anche il più forte possa aver bisogno di qualcuno che, in apparenza, è molto più debole di lui ma ha appunto quelle caratteristiche che lo salvano. E potremmo proseguire all'infinito.
E' pensando ad un'altra di queste favole, che si aggancia la considerazione su quanto sia inutile l'ONU, che in linea teorica sarebbe la massima espressione del diritto internazionale, l'ente che può risolvere qualsiasi controversia, quando qualsiasi persona sa che, a conti fatti, non conta nulla. Ma non è niente che non sappia chi si è formato sulle favole di Esopo e non su quelle di Saviano.

Così ecco la favola ad hoc per la circostanza. Un leone, un asino e una volpe vanno a caccia e conseguono un gran bel bottino. Al momento di fare le parti, l'asino - che non a caso è un asino - fa porzioni uguali, col risultato che il "re della foresta" gli salta addosso e lo sbrana. Rimane solo la volpe - che non a caso è una volpe - la quale lascia la stragrande parte del bottino al leone, riservando a se stessa una microscopica parte. Quando il leone si complimenta con lei e le dice "Brava! Dove hai imparato a fare le parti così bene?", quest'ultima risponde "E' stata la disgrazia dell'asino".
Parabola significa, appellarsi all'ONU è completamente inutile e proviamo in senso pratico a capire perché.
Se oggi il Parlamento italiano decide che ci dobbiamo tutti rapare i capelli, siamo costretti a farlo perché se ciò non avviene, veniamo sanzionati in qualche modo e, se non paghiamo la sanzione, un gruppo armato di persone - le forze dell'ordine - ci costringerà a farlo con tutta la forza di uno stato, che, nel frangente, è data dalla presenza di un personale che risponde ad esso e che, applicando la legge, è in grado di affermare il proprio potere contro tutti gli altri.

Viceversa, l'ONU, che in teoria dovrebbe essere un organizzazione il cui compito è di mediare nelle controversie tra le grandi nazioni, non avendo un esercito che sia superiore a quello di tutti i paesi - non fosse altro che per il fatto che è rappresentativo di paesi profondamente diversi, con interessi diametralmente opposti - nella pratica non può fare assolutamente nulla.
Se Israele oggi fa quello che fa, non c'è autorità internazionale che possa intervenire in favore dei palestinesi, perché ha alle spalle alleati molto più forti che ne sostengono l'azione, così come il fatto che i palestinesi comunque abbiano le loro protezioni, impedisce che Netanyahu faccia di un sol boccone Hamas e compagnia.
E questo ovviamente vale per qualsiasi altra autorità internazionale.
Se il tribunale dell'Aja decide che Putin va arrestato per questo o quell'altro motivo, mi spiegate con quali uomini può pensare di andare in Russia e arrestare il capo di stato di un paese immenso? Potrebbe certamente far arrestare la Meloni, ma questo soltanto se gli altri paesi ne riconoscessero l'autorità e comunque dovrebbe affrontare uno scontro armato con l'Italia.
Se il TAS condanna Sinner per via della vicenda del doping, l'ATP e la WTA, laddove volessero - non vorranno, e purtroppo il tennista nostro connazionale rischia grosso, ma è per dire - possono legittimamente impipparsene e continuare a farlo giocare. Il TAS ha un gruppo di poliziotti o di soldati che vadano a bloccare Sinner sui campi da tennis? No.
Se l'OMS dice che tutto il mondo è obbligato a vaccinarsi, l'esecutività di quell'ordine dipende esclusivamente dai paesi che fossero disposto ad obbedire. Se c'è un paese che non obbedisce, gli altri paesi possono certamente, facendogli sanzioni e ritorsioni varie, costringerlo a fare marcia indietro. Ma a quel punto non sarebbe l'autorità dell'OMS ma la forza di quei paesi ad avere la meglio.
E potremmo proseguire all'infinito.

Nel momento in cui si affermano banalità come queste, ci si rende conto di quanto purtroppo oggi nell'approccio delle cose, l'ovvietà venga completamente messa da parte.
Quando un mio contatto, militante filopalestinese - una di quelle con la truce arroganza di chi si crede depositaria della verità, ma che comunque è in gamba e scrive bene, e che non è certo una cretina - mi dice che l'ONU ha condannato Israele e che il diritto all'autodeterminazione dei popoli dà il diritto ai palestinesi di avere una propria patria, non si rende conto di parlare del nulla e, in quel momento, capisco perché la gente sia lontanissima dal capire la complessità di un conflitto come quello che funesta la Palestina da ottant'anni.
Il diritto di autodeterminazione è - come in generale, la narrazione dei diritti umani - niente di più che pura retorica, perché quel diritto o ha un personale di forza superiore a quella degli eserciti di tutto il mondo messi insieme, in grado dunque di metterlo in pratica e di decidere che i palestinesi abbiano la loro terra, o si parla del nulla.
Israele esiste e fa quel che fa perché è sostenuta da potenze geopolitiche molto più forti, senza le quali scomparirebbe in meno di 24 ore. E Hamas esiste perché sostenuto da paesi senza i quali, anch'essa, sarebbe sciolta in poche ore.
La persona di buonsenso, sapendo questo, capisce che un banalissimo conflitto in una terra che occupa meno spazio della Sardegna, sarebbe risolto immediatamente se ci fosse una convenienza internazionale a risolverla, non certo dalle vuote parole di una qualsivoglia organizzazione che si definisce sovranazionale ma che se deve imporsi ad uno stato forte e sovrano, con un suo "portafoglio" di alleati solidi, non vi riuscirebbe mai.

L'ONU è un ente totalmente inutile. E non lo dico io. Lo dice la realtà. Lo dicono i rapporti di forza tra un paese e l'altro. Ce lo spiega inequivocabilmente la lista di fallimenti che ha collezionato lungo tutto l'arco della storia. Ce lo spiega Esopo quando ci dice che il leone (la potenza geopolitica) se non ha quello che vuole dall'asino (l'ONU) lo sbrana, semplicemente. Così alla volpe - il paese saggio, gestito da persone animate dal senso della realtà - non resta che assecondare il leone, cercando nel frattempo di crescere, di diventare forte per poi ragionare con lui, da pari a pari.
Parabola significa, finché l'Italia rimane così com'è, non potrà incidere in nulla sul conflitto palestinese, limitandosi semmai al rumore di fondo del chiacchiericcio socialaro che stomacherebbe chiunque ne abbia fin sopra i capelli delle chiacchiere e delle "tabacchere 'e lignamm" che, come si dice dalle mie parti, il Banco di Napoli non piglia in pegno.


Franco Marino


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L'avevo già scritto in un commento di un altro tuo articolo. Sono 76 anni che Israeliani e palestinesi fanno a botte, é palese che a molti interessa che in quel fazzoletto di terra la situazione rimanga così. Però ora c'è una variante, Israele sta mettendo in difficoltà politica ma soprattutto economica gli USA come lo fa l'Ucraina, perché questo fa parte dell'evento storico a cui stiamo assistendo: lo spostamento dell'egemonia politico-economica da Ovest ad Est che é iniziata col crollo dell'URSS (la scusa per la NATO). Io sto assistendo con interesse dato che non sono sicura di vederne la fine
 

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