Dire la radice quadrata di 52416 è un'impresa impossibile senza un calcolatore, a meno di essere il prodigio della matematica che non sono. Come lo è capire cosa porti una persona ad uccidere un congenere, specialmente se si tratta di un familiare. E' un'impresa al di sopra delle possibilità forse di chiunque, ma sicuramente delle mie. Quel che si può, invece, fare, da questo spazio, è disinnescare tutti gli errori logici presenti in alcuni assunti spacciati per assiomi, per verità insindacabili, senza esserlo ma bisogna ovviamente conoscere le regole più basiche della logica, né più né meno di come per fare un calcolo, si debbono per forza conoscere quelle della matematica. Se un matematico ci dice che 10+5x2 fa 30, noi che sappiamo che prima si risolvono le moltiplicazioni e poi le addizioni, sapremo che farà 20, svelando la sua incompetenza. Al tempo stesso bisogna applicare la medesima tecnica per smontare le verità che la cronaca nera ritiene insindacabili e, con esse, la credibilità dei sedicenti esperti, capendo come e perché la cronaca nera sia servita soltanto a portare tossicità nel dibattito pubblico, a partire dal delitto di Paderno Dugnano, dove un diciassettenne ha ucciso, pare per motivi di gelosia, il padre, la madre e il fratello più piccolo.
Ma perché parlo di tossicità della cronaca nera?
Chi ha superato da un po' i quarant'anni, sicuramente ricorderà benissimo il famoso caso di Novi Ligure, quello di Erika e Omar, ma anche di Montecchio di Crosara, per capirci, quello di Pietro Maso. In un paese sano, con dei media normali, di quei fatti si sarebbe dovuto parlare durante i seguenti giorni: le scoperte dei delitti, le confessioni dei colpevoli subito dopo che gli inquirenti avevano scoperto la verità, l'inizio dei processi, le condanne o le assoluzioni, e i giorni delle scarcerazioni. Queste sono le uniche notizie di reale interesse pubblico. E, a dirla tutta, non sono nemmeno sicuro che lo siano.
Invece, quelle vicende ce le siamo ritrovate bombate sui giornali per mesi e mesi, anche per anni, con trasmissioni, reportage, che hanno alimentato una paranza di psichiatri, criminologi, sociologi, psicologi, opinionisti fuffologi ed attorucoli riciclati come influencer di cronaca nera, pronti a sbizzarrirsi alla ricerca dell'opinione più fascistoide o più progressistoide che scatenasse la canea, con tanto di insulti reciproci, mostrando così che del dramma di una famiglia distrutta ed anche di quello di assassini che si sono rovinati la vita, non fregasse niente a nessuno.
Ma a raccapricciare non è neanche tanto questo caravan serraglio ma quanto siano facili da smentire le cause che, secondo questi sedicenti esperti, sarebbero alla base di delitti come questo.
Uno dei primi indiziati è "il troppo benessere del Nord". Una tesi accettabile se effettivamente a Novi Ligure o a Montecchia di Crosara ci fosse un omicidio al giorno, circostanza che di fatto avrebbe estinto quei due comuni per mancanza di abitanti. Dal momento che quelli sono stati gli unici parricidi - e forse proprio gli unici omicidi - della storia di quei paesi e che di matti che ammazzano i genitori ce ne sono stati anche in famiglie povere tanto del Nord quanto del Sud - quindi arrestare Salvini non risolverà il problema - leviamo di mezzo la storia del benessere del Nord, qualificandola per la baggianata che è.
Si prosegue con gli immancabili "gggiovani viziati a cui i genitori consentono tutto" che piace molto ai reazionari cresciuti a pane ed olio di ricino (che probabilmente avranno messo una cimice in tutte le case italiane per sapere che viene consentito tutto ai figli), con "la colpa è della famiglia tradizionale" che piace tanto ai progressisti secondo i quali se diventiamo tutti ricchioni allora non ci saranno più stragi familiari, fino ad arrivare ai tempi digitali in cui è ambientato il caso di Paderno Dugnano, ove qualcuno chiama in causa i social e gli smartphone. Praticamente ad uccidere la famiglia non è stato il figlio ma Mark Zuckerberg con la complicità di Elon Musk. Qualcuno aveva ipotizzato un coinvolgimento di Steve Jobs che però, per ovvie ragioni, ha un alibi di ferro, anzi, per l'esattezza, di legno.
Tornando seri, bisognerebbe prendere i dati e fare queste considerazioni, che valgono anche per altri temi come, per esempio, il fantomatico femminicidio.
I delitti sono, spesso, imprevedibili. Quando sono prevedibili, nel senso che la vittima ha già subito precedenti violenze, bisogna mettere nelle condizioni l'ordinamento - chissà come, chissà dove - di agire nei limiti del buonsenso. Laddove si può fare qualcosa, come per esempio in quei casi in cui la fine di un matrimonio tossico viene ritardata dalla consapevolezza che una separazione si trasformi in un boomerang, fare in modo che questa venga invece facilitata. Non esiste che un uomo che si è rotto le palle della moglie e voglia separarsi, debba rischiare di finire in mezzo ad una strada con quest'ultima che gli mette in cattiva luce i figli e gli divora tre quarti del patrimonio. Si faccia una legge che consenta ad un marito, nell'interesse anche della moglie, di uscire da un matrimonio tossico e questo sicuramente aiuterà a risolvere certe situazioni. Ma questo è tutto ciò che si può fare.
Tutto il resto è speculazione, buona per alimentare le carriere di personaggi che, senza questo meccanismo, probabilmente dovrebbero tentare un concorso pubblico per campare. Certo, quando ci sono le guerre di mafia e di camorra e nelle città si registra un morto e più al giorno, si può capire l'emergenza. Ma davvero qualcuno crede che i dati attuali siano allarmanti e che potremo mai avere una situazione da zero parricidi, femminicidi, infanticidi, il che implicherebbe dare per scontata la salute mentale di ogni individuo? Siamo seri.
Dopodiché, nessuno vi saprà dire perché un ragazzino di diciassette anni sia così geloso del fratello da arrivare a fare un gesto così insano. Se sia, come sostengono i cattobigotti, la scomparsa di Dio dalla nostra vita - secondo costoro, dunque, i non credenti sono tutti potenziali assassini - oppure qualcosa che si è sputtanato nel cervello dell'omicida.
Ma perché parlo di tossicità della cronaca nera?
Chi ha superato da un po' i quarant'anni, sicuramente ricorderà benissimo il famoso caso di Novi Ligure, quello di Erika e Omar, ma anche di Montecchio di Crosara, per capirci, quello di Pietro Maso. In un paese sano, con dei media normali, di quei fatti si sarebbe dovuto parlare durante i seguenti giorni: le scoperte dei delitti, le confessioni dei colpevoli subito dopo che gli inquirenti avevano scoperto la verità, l'inizio dei processi, le condanne o le assoluzioni, e i giorni delle scarcerazioni. Queste sono le uniche notizie di reale interesse pubblico. E, a dirla tutta, non sono nemmeno sicuro che lo siano.
Invece, quelle vicende ce le siamo ritrovate bombate sui giornali per mesi e mesi, anche per anni, con trasmissioni, reportage, che hanno alimentato una paranza di psichiatri, criminologi, sociologi, psicologi, opinionisti fuffologi ed attorucoli riciclati come influencer di cronaca nera, pronti a sbizzarrirsi alla ricerca dell'opinione più fascistoide o più progressistoide che scatenasse la canea, con tanto di insulti reciproci, mostrando così che del dramma di una famiglia distrutta ed anche di quello di assassini che si sono rovinati la vita, non fregasse niente a nessuno.
Ma a raccapricciare non è neanche tanto questo caravan serraglio ma quanto siano facili da smentire le cause che, secondo questi sedicenti esperti, sarebbero alla base di delitti come questo.
Uno dei primi indiziati è "il troppo benessere del Nord". Una tesi accettabile se effettivamente a Novi Ligure o a Montecchia di Crosara ci fosse un omicidio al giorno, circostanza che di fatto avrebbe estinto quei due comuni per mancanza di abitanti. Dal momento che quelli sono stati gli unici parricidi - e forse proprio gli unici omicidi - della storia di quei paesi e che di matti che ammazzano i genitori ce ne sono stati anche in famiglie povere tanto del Nord quanto del Sud - quindi arrestare Salvini non risolverà il problema - leviamo di mezzo la storia del benessere del Nord, qualificandola per la baggianata che è.
Si prosegue con gli immancabili "gggiovani viziati a cui i genitori consentono tutto" che piace molto ai reazionari cresciuti a pane ed olio di ricino (che probabilmente avranno messo una cimice in tutte le case italiane per sapere che viene consentito tutto ai figli), con "la colpa è della famiglia tradizionale" che piace tanto ai progressisti secondo i quali se diventiamo tutti ricchioni allora non ci saranno più stragi familiari, fino ad arrivare ai tempi digitali in cui è ambientato il caso di Paderno Dugnano, ove qualcuno chiama in causa i social e gli smartphone. Praticamente ad uccidere la famiglia non è stato il figlio ma Mark Zuckerberg con la complicità di Elon Musk. Qualcuno aveva ipotizzato un coinvolgimento di Steve Jobs che però, per ovvie ragioni, ha un alibi di ferro, anzi, per l'esattezza, di legno.
Tornando seri, bisognerebbe prendere i dati e fare queste considerazioni, che valgono anche per altri temi come, per esempio, il fantomatico femminicidio.
I delitti sono, spesso, imprevedibili. Quando sono prevedibili, nel senso che la vittima ha già subito precedenti violenze, bisogna mettere nelle condizioni l'ordinamento - chissà come, chissà dove - di agire nei limiti del buonsenso. Laddove si può fare qualcosa, come per esempio in quei casi in cui la fine di un matrimonio tossico viene ritardata dalla consapevolezza che una separazione si trasformi in un boomerang, fare in modo che questa venga invece facilitata. Non esiste che un uomo che si è rotto le palle della moglie e voglia separarsi, debba rischiare di finire in mezzo ad una strada con quest'ultima che gli mette in cattiva luce i figli e gli divora tre quarti del patrimonio. Si faccia una legge che consenta ad un marito, nell'interesse anche della moglie, di uscire da un matrimonio tossico e questo sicuramente aiuterà a risolvere certe situazioni. Ma questo è tutto ciò che si può fare.
Tutto il resto è speculazione, buona per alimentare le carriere di personaggi che, senza questo meccanismo, probabilmente dovrebbero tentare un concorso pubblico per campare. Certo, quando ci sono le guerre di mafia e di camorra e nelle città si registra un morto e più al giorno, si può capire l'emergenza. Ma davvero qualcuno crede che i dati attuali siano allarmanti e che potremo mai avere una situazione da zero parricidi, femminicidi, infanticidi, il che implicherebbe dare per scontata la salute mentale di ogni individuo? Siamo seri.
Dopodiché, nessuno vi saprà dire perché un ragazzino di diciassette anni sia così geloso del fratello da arrivare a fare un gesto così insano. Se sia, come sostengono i cattobigotti, la scomparsa di Dio dalla nostra vita - secondo costoro, dunque, i non credenti sono tutti potenziali assassini - oppure qualcosa che si è sputtanato nel cervello dell'omicida.
Non avendo la pretesa di guarire i mali del mondo, da queste modeste pagine possiamo solo smontare le sciocchezze spacciate per verità, con le quali veniamo bombardati ogni dì. E se, almeno un po', ai vostri occhi, ci siamo riusciti con questo articolo, ce ne rallegriamo e ci contentiamo.
Franco Marino
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