L'arresto di Durov è, ovviamente, qualcosa che preoccupa chiunque creda nei valori della libertà e della democrazia. E se anche Elon Musk arriva a dire "il prossimo sono io", vuol dire che questa percezione comincia a far presa anche negli americani. E tuttavia, come ho scritto anche nell'ultimo articolo - e dunque chiedo scusa se mi ripeto - è qualcosa che è tutto fuorché imprevisto, inaspettato. Perché la piega autoritaria dell'Occidente è ormai conclamata ed è inattesa nella misura in cui qualcuno creda che la democrazia liberale sia iscritta nel patrimonio culturale dei paesi occidentali, sia gratuita e non sia, semmai, strutturata su valori che hanno un costo. Ma cerchiamo di capire perché.
Prima premessa. Gli stati occidentali sono tecnicamente falliti: tutti. A partire dagli Stati Uniti. Non c'è uno stato che possa oggi sopravvivere ad una tempesta borsistica che portasse in massa tutti coloro che hanno investito sui debiti pubblici europei, a ritirarli improvvisamente. Per cui, è iniziata in Europa, dal 2008, una corsa contro il tempo per fare in modo che ci si liberi di questo debito. Ma la conseguenza di tutto questo è che o si riduce il tenore di vita dei paesi europei e/o si riducono i cittadini europei, proprio come avviene quando un'azienda è in grave crisi. E cosa fa l'azienda sull'orlo del fallimento? Riduce i costi e/o il personale.
Ed è fin troppo ovvio che quando è un paese ad essere in questa situazione, le classi dirigenti mettono in discussione anche quei diritti sociali e civili con cui, in tempo di prosperità oppure in cui era possibile fare debito all'infinito, si era costruito il benessere occidentale e che hanno tutti un costo. Il diritto di proprietà, per dire, ha il costo del personale necessario per poterlo rispettare e quando invece una società è in crisi, ecco che, come avviene sempre nelle diete squilibrate, inizia a cannibalizzare anche parti sane del proprio corpo. E quando alcuni diritti vengono messi in pericolo, è inevitabile che nella gente salga la rabbia, l'insofferenza, la paura e l'ansia ed è qui entrano in gioco i social media che sono stati i veri collettori di questi sentimenti e che hanno visto la nascita, per ora, soltanto di gruppi di raccolta del dissenso, che però attraverso lo scambio di informazioni hanno, di fatto, esautorato i media cosiddetti "mainstream" e dato contezza dell'esistenza di un'opposizione. Ed è ovvio che un Occidente in declino non possa permettersi di tollerare il pensiero libero. Perché se durante una pandemia o anche durante l'emergenza climatica o qualsiasi altra catastrofe più o meno vera circolano voci che mettono in discussione l'onestà e la buonafede delle istituzioni, le conseguenze sull'ordine pubblico sono inevitabili.
In questo senso, tutte le cose che accadono da anni, le censure, il ricatto morale di colpevolizzare e denigrare chiunque metta in discussione le verità delle classi dirigenti, in un pericolosissimo crescendo rossiniano che può portare finanche ai campi di concentramento, non sono una malattia che ha invaso all'improvviso un corpo sano, ma un tumore che si è sviluppato in un organismo le cui difese immunitarie sono state indebolite da un modello di vita non più sostenibile. Insomma, sono tutte cose che fanno paura ma inevitabili.
Prima premessa. Gli stati occidentali sono tecnicamente falliti: tutti. A partire dagli Stati Uniti. Non c'è uno stato che possa oggi sopravvivere ad una tempesta borsistica che portasse in massa tutti coloro che hanno investito sui debiti pubblici europei, a ritirarli improvvisamente. Per cui, è iniziata in Europa, dal 2008, una corsa contro il tempo per fare in modo che ci si liberi di questo debito. Ma la conseguenza di tutto questo è che o si riduce il tenore di vita dei paesi europei e/o si riducono i cittadini europei, proprio come avviene quando un'azienda è in grave crisi. E cosa fa l'azienda sull'orlo del fallimento? Riduce i costi e/o il personale.
Ed è fin troppo ovvio che quando è un paese ad essere in questa situazione, le classi dirigenti mettono in discussione anche quei diritti sociali e civili con cui, in tempo di prosperità oppure in cui era possibile fare debito all'infinito, si era costruito il benessere occidentale e che hanno tutti un costo. Il diritto di proprietà, per dire, ha il costo del personale necessario per poterlo rispettare e quando invece una società è in crisi, ecco che, come avviene sempre nelle diete squilibrate, inizia a cannibalizzare anche parti sane del proprio corpo. E quando alcuni diritti vengono messi in pericolo, è inevitabile che nella gente salga la rabbia, l'insofferenza, la paura e l'ansia ed è qui entrano in gioco i social media che sono stati i veri collettori di questi sentimenti e che hanno visto la nascita, per ora, soltanto di gruppi di raccolta del dissenso, che però attraverso lo scambio di informazioni hanno, di fatto, esautorato i media cosiddetti "mainstream" e dato contezza dell'esistenza di un'opposizione. Ed è ovvio che un Occidente in declino non possa permettersi di tollerare il pensiero libero. Perché se durante una pandemia o anche durante l'emergenza climatica o qualsiasi altra catastrofe più o meno vera circolano voci che mettono in discussione l'onestà e la buonafede delle istituzioni, le conseguenze sull'ordine pubblico sono inevitabili.
In questo senso, tutte le cose che accadono da anni, le censure, il ricatto morale di colpevolizzare e denigrare chiunque metta in discussione le verità delle classi dirigenti, in un pericolosissimo crescendo rossiniano che può portare finanche ai campi di concentramento, non sono una malattia che ha invaso all'improvviso un corpo sano, ma un tumore che si è sviluppato in un organismo le cui difese immunitarie sono state indebolite da un modello di vita non più sostenibile. Insomma, sono tutte cose che fanno paura ma inevitabili.
Perché l'Occidente è fallito economicamente, spiritualmente e socialmente.
Franco Marino
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