In ormai ventuno anni di blogging, di articoli "su commissione" - cioè il lettore che mi suggerisce di parlare di qualcosa - ne ho scritti tanti. A volte non mi sono sentito all'altezza di scrivere, alle volte la cosa mi ha fatto venire lo spunto per scrivere. Viceversa, nel caso dell'ormai famoso incontro di pugilato, che pare che si sia concluso col ritiro della Carini dopo 45 secondi - dove di richieste ne ho ricevute almeno una decina e questo significa che l'argomento, per ragioni che francamente non capisco, elettrizza molti - provo soltanto imbarazzo. Perché veramente non saprei cosa dire di importante che non sia stato già detto nelle forme più disparate.
Dovrei dire che sia assurdo far competere un uomo e una donna sul ring? E' una banalità detta e stradetta da tanta gente, non diversa da quella di dire che 2+2 fa 4. Se io scrivessi un articolo del genere, ovviamente non convincerei chi è convinto che debba fare 5 mentre mi renderei noioso e ridicolo a chi già sa, ovviamente, che faccia 4. Così preferisco concentrarmi su un punto, a mio modesto avviso, molto più pregnante del perché il progressismo abbia raggiunto vette di ridicolaggine così elevate e soprattutto perché è diventato così potente.

La prima cosa da dire è che gli esseri umani raramente hanno la maturità di accettare i propri limiti. La persona matura e risolta sa che se ha raggiunto una certa età non può mettere indietro le lancette dell'orologio e competere con gente di vent'anni più giovane. Sa che se è donna non può competere in un confronto sportivo contro un uomo. E sa dunque che ci sono dei limiti che, almeno secondo la biologia, non possono essere superati.
Ma non tutti hanno la capacità di accettare la propria essenza con tutti i limiti connessi. Di fronte a questa realtà, è inevitabile che fioriscano truffatori che mirano a rubare soldi, voti per ottenere qualche carica, o più banalmente per conquistarsi uno stuolo di adoratori. Nel momento in cui convinciamo una persona che i suoi capricci possono essere soddisfatti, la avremo dalla nostra parte per sempre. Comprerà i nostri prodotti, ci voterà se entreremo in politica, ci amerà se, in fondo, tutto ciò che vogliamo è soltanto catturare un po' di attenzione.
E in generale, tutti i movimenti che si battono per qualche causa, e che certamente hanno una militanza di sciroccati, ai vertici hanno personalità che su determinate battaglie ideologiche hanno costruito un fiorentissimo business e che naturalmente sono pronte a battersi contro chiunque lo intralci, in maniera più o meno dialetticamente corretta.
Spiegare agli animatori del progressismo che è impossibile che un uomo possa combattere con una donna non ha il minimo senso. Come non ha senso battersi contro il capriccio di due gay di adottare un figlio. Perché il progressismo, come ogni ideologia, si fonda su un approccio fondamentalistico nella lettura della realtà, appoggiandosi su verità rivelate, su dogmi, che il fedele seguirà sempre anche se indimostrabili, casomai ignorando ogni spiegazione razionale, arricchendo chi mangia grazie a tutto questo.

L'irrazionalità, l'imbecillità, l'incapacità di saper fare di conto, producono partiti e aziende che si propongono di speculare sull'incapacità della gente di accettare se stessa e di capire che il verso di Innuendo, una peraltro meravigliosa canzone dei Queen "Puoi essere tutto ciò che vuoi, basta trasformarti in ciò che vorresti essere" non è sempre applicabile e che sì, è bello arrendersi al proprio ego, fino a quando non si incontra l'ego altrui e dunque, in un incontro di pugilato, tocca prendere a cartonate una donna potendo vantare la forza di un uomo.
No, non si può essere tutto ciò che si vuole, così come io mi sono arreso - per la verità ben presto - all'idea che non sarei stato l'erede della maglia numero 10 di Maradona, pretendendo che il San Paolo intonasse il mio nome o che avrei riempito gli stadi con una mia canzone.


Franco Marino


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