Quando ho visto la foto della Ferragni col marchio Easyjet, lei che un tempo gli aerei li affittava, per poi vederla riempita di insulti sui suoi social, ho subito avuto un flash che si associa ad altri avuti quando ho osservato le sue mosse dopo il caso Balocco. Mi è sembrato, cioè, di rivedere qualcosa di profondamente familiare, di vivere un déjà vu. Che è quello del gioco d'azzardo, un vizio che ho avuto - sebbene il trading sportivo non sia paragonabile al classico vizio del gioco comunemente inteso ma assomigli più a giocare in Borsa - e di cui, fortunatamente, mi sono liberato molti anni fa, prima che facesse tutti i danni che di solito fa a chi non riesce a smettere.
Una delle caratteristiche tipiche del ludopatico fesso - ed è quella che sistematicamente lo condanna al disastro totale - è di tentare l'all-in, puntando tutto ciò che gli è rimasto, nel tentativo di recuperare una grossa perdita. Quando si è perso un sacco di soldi, a parte che la cosa migliore sarebbe propriamente quella di non giocare più, non c'è cosa peggiore che cercare di rifarsi immediatamente. Bisogna elaborare la perdita di denaro, rasserenarsi, affrontare il down successivo alla scarica di adrenalina e poi, solo poi, ripartire. E quando si accumula un grosso quantitativo di denaro per poi, tentato il salto, abbattere quasi per intero il proprio capitale, il rischio di ricavarne enormi ripercussioni sul piano psicologico quando non addirittura psichiatrico, è dietro l'angolo.
La Ferragni si sta comportando esattamente come un giocatore d'azzardo che ha abbattuto un grosso capitale e tenta, goffamente, di rifarselo senza elaborare quel che è successo.
Questa influencer, come è noto, soltanto fino ad un anno fa aveva raggiunto vette di celebrità simili a quelle di un monarca o di un capo di stato. E dal momento che l'infortunio della Balocco ha colpito duramente la sua credibilità e la sua reputazione e che adesso è iniziato il fuggi fuggi delle grandi marche che un tempo nutrivano il suo patrimonio, è assolutamente comprensibile che voglia ritentare la scalata. Si capisce chiaramente che ha accusato il colpo e che vuole cercare di risalire. Il problema è che nella situazione attuale, più ci prova e più ricade in basso.
Personalmente, la figura della Ferragni non mi è mai interessata. Credo che in ventuno anni di scrittura giornaliera, su di lei si possano trovare al massimo 2-3 articoli da me scritti. Ma così come non mi convinceva la genuinità del suo successo, parimenti non mi tornano le modalità con cui è stata scaraventata via dall'olimpo della celebrità. Né credo che lei sia la principale responsabile della vicenda che, di fatto, la sta facendo crollare.
Credo che nella sua caduta, oltre le sue effettive responsabilità - a mio modesto avviso sopravvalutate - vi siano quelle che nel gergo politichese di una volta venivano definite "convergenze parallele": da una parte molti erano stanchi della sua celebrante ed autocelebrante onnipresenza, dall'altra c'è un sistema che non ha mai digerito la figura dell'influencer, cioè di una persona che sfrutta la sua celebrità per suggerire dei prodotti, cioè niente di più e niente di meno di ciò che faceva Mike Bongiorno quando, lautamente pagato, decantava i prosciutti Rovagnati e la grappa Bocchino. E che alla prima occasione buona, si sia voluto farle pagare tutto quel successo, quella ricchezza e quella visibilità che a molti davano enormemente fastidio.
Ma il punto non è tanto chi abbia sbagliato nella vicenda Balocco, perché sebbene odiosa come storia, si tratta di qualcosa di sostanzialmente piccolo, ma di chi l'ha pompata così tanto da farla assurgere al rango di icona per poi adesso decidere di farla crollare.
Certamente la Ferragni ci ha messo il suo nel rendersi antipatica in un paese dove, tanto per cominciare, c'è un'avversione ideologica nei confronti del successo e della ricchezza, schifati da ben due ideologie, quella cattolica e quella comunista, e poi in atto vi è una guerra civile e trasversale, dove chi si schiera diventando divisivo inevitabilmente viene odiato da chi sta dall'altra parte. Così è stato il tempo del matrimonio in pompa magna, della sguaiata esibizione della propria ricchezza personale e della propria vita privata, delle comparsate a Sanremo come icona del progressismo, le pacchianate dell'acqua minerale venduta ad otto euro, in un delirio di onnipotenza interrotto dalla hybris, l'eccesso che irrita gli dei, che si sono svegliati e hanno deciso di aprirle la strada del baratro, distruggendole la reputazione, la famiglia e chissà cos'altro ancora può capitarle.
Come recuperare? Per come la penso io, la Ferragni dovrebbe fare una cosa molto semplice: sparire per un po', senza scrivere nulla, senza farsi fotografare nel tentativo di far credere di essere "una di noi" mentre prende un aereo low cost o è vestita in tuta come la proverbiale massaia di Voghera. Questi sono i classici errori del ludopatico che ha appena perso un botto di soldi e ha l'ansia di tornare in alto. E' il modo migliore per continuare a perdere, per fare altri errori.
Dopodiché, che la sua era sia finita o che un giorno possa tornare quella di una volta - cosa che io non credo, perché ormai l'iconicità della sua figura è stata distrutta e non soltanto per il suo errore ma perché ormai tira una brutta aria in generale per gli influencer - questo non può dirlo nessuno. Ma, come in tutte le cose, il tempo è spesso la migliore medicina. Fossi in lei, salverei il salvabile, mi godrei il patrimonio accumulato - che, a meno di cose che non sappiamo, è ancora consistente - e magari me ne andrei all'estero per poi costruire silenziosamente la mia rivincita, senza inseguire il ritorno a certi livelli che, peraltro, a mio modesto avviso, è improponibile.
Tra l'altro, la Ferragni, con tutti i soldi che ha, può anche tranquillamente reinvestirli in immobili, godersi i fitti e non fare nulla per il resto della sua vita. Non sta scritto da nessuna parte che, per essere felici, si debba per forza essere famosi e idolatrati dal mondo.
Una delle caratteristiche tipiche del ludopatico fesso - ed è quella che sistematicamente lo condanna al disastro totale - è di tentare l'all-in, puntando tutto ciò che gli è rimasto, nel tentativo di recuperare una grossa perdita. Quando si è perso un sacco di soldi, a parte che la cosa migliore sarebbe propriamente quella di non giocare più, non c'è cosa peggiore che cercare di rifarsi immediatamente. Bisogna elaborare la perdita di denaro, rasserenarsi, affrontare il down successivo alla scarica di adrenalina e poi, solo poi, ripartire. E quando si accumula un grosso quantitativo di denaro per poi, tentato il salto, abbattere quasi per intero il proprio capitale, il rischio di ricavarne enormi ripercussioni sul piano psicologico quando non addirittura psichiatrico, è dietro l'angolo.
La Ferragni si sta comportando esattamente come un giocatore d'azzardo che ha abbattuto un grosso capitale e tenta, goffamente, di rifarselo senza elaborare quel che è successo.
Questa influencer, come è noto, soltanto fino ad un anno fa aveva raggiunto vette di celebrità simili a quelle di un monarca o di un capo di stato. E dal momento che l'infortunio della Balocco ha colpito duramente la sua credibilità e la sua reputazione e che adesso è iniziato il fuggi fuggi delle grandi marche che un tempo nutrivano il suo patrimonio, è assolutamente comprensibile che voglia ritentare la scalata. Si capisce chiaramente che ha accusato il colpo e che vuole cercare di risalire. Il problema è che nella situazione attuale, più ci prova e più ricade in basso.
Personalmente, la figura della Ferragni non mi è mai interessata. Credo che in ventuno anni di scrittura giornaliera, su di lei si possano trovare al massimo 2-3 articoli da me scritti. Ma così come non mi convinceva la genuinità del suo successo, parimenti non mi tornano le modalità con cui è stata scaraventata via dall'olimpo della celebrità. Né credo che lei sia la principale responsabile della vicenda che, di fatto, la sta facendo crollare.
Credo che nella sua caduta, oltre le sue effettive responsabilità - a mio modesto avviso sopravvalutate - vi siano quelle che nel gergo politichese di una volta venivano definite "convergenze parallele": da una parte molti erano stanchi della sua celebrante ed autocelebrante onnipresenza, dall'altra c'è un sistema che non ha mai digerito la figura dell'influencer, cioè di una persona che sfrutta la sua celebrità per suggerire dei prodotti, cioè niente di più e niente di meno di ciò che faceva Mike Bongiorno quando, lautamente pagato, decantava i prosciutti Rovagnati e la grappa Bocchino. E che alla prima occasione buona, si sia voluto farle pagare tutto quel successo, quella ricchezza e quella visibilità che a molti davano enormemente fastidio.
Ma il punto non è tanto chi abbia sbagliato nella vicenda Balocco, perché sebbene odiosa come storia, si tratta di qualcosa di sostanzialmente piccolo, ma di chi l'ha pompata così tanto da farla assurgere al rango di icona per poi adesso decidere di farla crollare.
Certamente la Ferragni ci ha messo il suo nel rendersi antipatica in un paese dove, tanto per cominciare, c'è un'avversione ideologica nei confronti del successo e della ricchezza, schifati da ben due ideologie, quella cattolica e quella comunista, e poi in atto vi è una guerra civile e trasversale, dove chi si schiera diventando divisivo inevitabilmente viene odiato da chi sta dall'altra parte. Così è stato il tempo del matrimonio in pompa magna, della sguaiata esibizione della propria ricchezza personale e della propria vita privata, delle comparsate a Sanremo come icona del progressismo, le pacchianate dell'acqua minerale venduta ad otto euro, in un delirio di onnipotenza interrotto dalla hybris, l'eccesso che irrita gli dei, che si sono svegliati e hanno deciso di aprirle la strada del baratro, distruggendole la reputazione, la famiglia e chissà cos'altro ancora può capitarle.
Come recuperare? Per come la penso io, la Ferragni dovrebbe fare una cosa molto semplice: sparire per un po', senza scrivere nulla, senza farsi fotografare nel tentativo di far credere di essere "una di noi" mentre prende un aereo low cost o è vestita in tuta come la proverbiale massaia di Voghera. Questi sono i classici errori del ludopatico che ha appena perso un botto di soldi e ha l'ansia di tornare in alto. E' il modo migliore per continuare a perdere, per fare altri errori.
Dopodiché, che la sua era sia finita o che un giorno possa tornare quella di una volta - cosa che io non credo, perché ormai l'iconicità della sua figura è stata distrutta e non soltanto per il suo errore ma perché ormai tira una brutta aria in generale per gli influencer - questo non può dirlo nessuno. Ma, come in tutte le cose, il tempo è spesso la migliore medicina. Fossi in lei, salverei il salvabile, mi godrei il patrimonio accumulato - che, a meno di cose che non sappiamo, è ancora consistente - e magari me ne andrei all'estero per poi costruire silenziosamente la mia rivincita, senza inseguire il ritorno a certi livelli che, peraltro, a mio modesto avviso, è improponibile.
Tra l'altro, la Ferragni, con tutti i soldi che ha, può anche tranquillamente reinvestirli in immobili, godersi i fitti e non fare nulla per il resto della sua vita. Non sta scritto da nessuna parte che, per essere felici, si debba per forza essere famosi e idolatrati dal mondo.
Altrimenti il rischio è quello di perdere tutto e di ritrovarsi a zero, per poi andare ad inseguire reality e altra robaccia tipica di quando si è, ormai, morti di fame e di fama.
Franco Marino
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