Ci dicono i dizionari che il vento si forma a causa delle differenze di pressione nell'atmosfera terrestre, dovute alla differenza di temperatura. Insomma, il vento è qualcosa di molto chiaro, con origini ben definite. E tuttavia, non di rado, sia nei giornali che nell'uso comune, sentiamo espressioni come "quello va dove va il vento" oppure "dice parole al vento", volendo attribuire comportamenti aleatori ad un fenomeno atmosferico che non è aleatorio per nulla. Oltre al fatto che la parola "aleatorio" deriva da "alea", dado, e anche l'esito del lancio del dado non rispetta minimamente criteri di casualità.
Queste possono sembrare riflessioni da perdigiorno e invece lo sono fino ad un certo punto perché ci dicono essenzialmente due cose: la prima, che citiamo come nota di colore per riderci un po', è che siamo bombardati di allarmismo climatico - che serve per fotterci un sacco di soldi - da parte di gente che, considerando casuale il vento, mostra di non capire nulla di clima. E la seconda, ben più seria e grave, è che i principali analisti considerino il "vento di destra" come qualcosa di casuale, sorto per caso, in un'atmosfera altrimenti serena e idilliaca. Il che però non risponde ancora alla domanda: da dove nasce questo vento?
In realtà, il successo delle destre in Europa nasce da ragioni molto più banali di quanto sembri a primo impatto. La destra non vince perché odia i gay, i negri, perché vuole ritornare ad un passato in cui le donne indossavano perizomi di bisonte, non c'erano i social e le TV erano in bianco e nero. La destra vince perché, a differenza della sinistra, dà risposte concrete ad un ceto medio che si sente in pericolo.
Se la sinistra cerca di mettere le mani sulle case e sui danari della gente e la destra si mette di traverso, non c'è nessun vento comunemente inteso, ma c'è semplicemente, giustappunto, una "differenza di temperatura", che genera spostamenti d'aria - e dunque in questo caso, di voti - che quindi non ha niente di casuale. In fin dei conti è semplice da capire: se tu mi minacci di costringermi a tirare fuori dai 50 ai 100 mila euro per le tue ubbie ideologiche, io voto chi mi difende dalla prospettiva di dover passare i miei prossimi dieci anni a mettere da parte un sacco di soldi senza spenderli, paralizzando l'economia. Se tu mi minacci di costringermi a dare un salario minimo ad un mio dipendente, sebbene io stesso a stento arrivi a fine mese, io voto per chi ha il buonsenso di capire che la ricchezza, per redistribuirla, prima va prodotta. Se tu mi minacci di mettermi il bavaglio se esprimo la mia opinione, io voto per chi è consapevole che il diritto di parola è tutelato dalle Costituzioni di tutto il mondo e che esistono già reati ordinari contro le notizie false, senza bisogno di rafforzamenti che hanno l'unico scopo di imbavagliare il libero pensiero. Insomma, se tu mi minacci di rendermi la vita difficile, io voto chi mi rende la vita facile.
Sembrano considerazioni piane, se vogliamo pure banali, quelle di cui sopra, ma i media non le recepiscono. Continuano a fare terrorismo contro le destre, a fare propaganda costante contro il fantomatico "ritorno del fascismo", a combattere battaglie già vinte come quelle LGBT, continuano a cercare di far credere che un uomo possa cambiare sesso come cambia le mutande, tutta roba che non ha niente a che fare con i veri problemi degli italiani - e in generale di qualsiasi persona sana di mente del mondo - e che serve soltanto a "giustificare" la presenza di partiti come il PD che non hanno più nulla di intelligente da dire e da dare, se non pretendere di influire su come dobbiamo parlare, mangiare, scopare.
Così come la Von Der Leyen continua a dire "no alle destre", come se nella sua posizione fosse nella condizione di dettare legge. La nostra Ursula dovrebbe essere riportata nella realtà della democrazia che dice che se non hai i voti non governi. E la presidente europea, ad oggi, senza le destre non va da nessuna parte, perché il PPE non è una copia del PD ma è fatto da partiti di centrodestra che poi in patria dovranno rispondere di tutte le idiozie che eventualmente si dovessero approvare ed è quindi stracolmo di franchi tiratori.
E così come sui giornali si continuano a leggere demenzialità come, per esempio "le battute di Feltri sulla Rackete con i peli sono dovute alla pretesa di infantilizzare la donna", cioè noi maschi siamo da rieducare soltanto perché non ci si alza il sacro augiello dinnanzi ad una donna che ha più peli di noi.
Davanti a tutta questa roba, si capisce benissimo a che livelli di malattia mentale siano giunti dei media ormai completamente fuori dalla realtà e che alla fine prevalgano quei partiti che se ne fregano e ambiscano a porvi un freno.
Queste possono sembrare riflessioni da perdigiorno e invece lo sono fino ad un certo punto perché ci dicono essenzialmente due cose: la prima, che citiamo come nota di colore per riderci un po', è che siamo bombardati di allarmismo climatico - che serve per fotterci un sacco di soldi - da parte di gente che, considerando casuale il vento, mostra di non capire nulla di clima. E la seconda, ben più seria e grave, è che i principali analisti considerino il "vento di destra" come qualcosa di casuale, sorto per caso, in un'atmosfera altrimenti serena e idilliaca. Il che però non risponde ancora alla domanda: da dove nasce questo vento?
In realtà, il successo delle destre in Europa nasce da ragioni molto più banali di quanto sembri a primo impatto. La destra non vince perché odia i gay, i negri, perché vuole ritornare ad un passato in cui le donne indossavano perizomi di bisonte, non c'erano i social e le TV erano in bianco e nero. La destra vince perché, a differenza della sinistra, dà risposte concrete ad un ceto medio che si sente in pericolo.
Se la sinistra cerca di mettere le mani sulle case e sui danari della gente e la destra si mette di traverso, non c'è nessun vento comunemente inteso, ma c'è semplicemente, giustappunto, una "differenza di temperatura", che genera spostamenti d'aria - e dunque in questo caso, di voti - che quindi non ha niente di casuale. In fin dei conti è semplice da capire: se tu mi minacci di costringermi a tirare fuori dai 50 ai 100 mila euro per le tue ubbie ideologiche, io voto chi mi difende dalla prospettiva di dover passare i miei prossimi dieci anni a mettere da parte un sacco di soldi senza spenderli, paralizzando l'economia. Se tu mi minacci di costringermi a dare un salario minimo ad un mio dipendente, sebbene io stesso a stento arrivi a fine mese, io voto per chi ha il buonsenso di capire che la ricchezza, per redistribuirla, prima va prodotta. Se tu mi minacci di mettermi il bavaglio se esprimo la mia opinione, io voto per chi è consapevole che il diritto di parola è tutelato dalle Costituzioni di tutto il mondo e che esistono già reati ordinari contro le notizie false, senza bisogno di rafforzamenti che hanno l'unico scopo di imbavagliare il libero pensiero. Insomma, se tu mi minacci di rendermi la vita difficile, io voto chi mi rende la vita facile.
Sembrano considerazioni piane, se vogliamo pure banali, quelle di cui sopra, ma i media non le recepiscono. Continuano a fare terrorismo contro le destre, a fare propaganda costante contro il fantomatico "ritorno del fascismo", a combattere battaglie già vinte come quelle LGBT, continuano a cercare di far credere che un uomo possa cambiare sesso come cambia le mutande, tutta roba che non ha niente a che fare con i veri problemi degli italiani - e in generale di qualsiasi persona sana di mente del mondo - e che serve soltanto a "giustificare" la presenza di partiti come il PD che non hanno più nulla di intelligente da dire e da dare, se non pretendere di influire su come dobbiamo parlare, mangiare, scopare.
Così come la Von Der Leyen continua a dire "no alle destre", come se nella sua posizione fosse nella condizione di dettare legge. La nostra Ursula dovrebbe essere riportata nella realtà della democrazia che dice che se non hai i voti non governi. E la presidente europea, ad oggi, senza le destre non va da nessuna parte, perché il PPE non è una copia del PD ma è fatto da partiti di centrodestra che poi in patria dovranno rispondere di tutte le idiozie che eventualmente si dovessero approvare ed è quindi stracolmo di franchi tiratori.
E così come sui giornali si continuano a leggere demenzialità come, per esempio "le battute di Feltri sulla Rackete con i peli sono dovute alla pretesa di infantilizzare la donna", cioè noi maschi siamo da rieducare soltanto perché non ci si alza il sacro augiello dinnanzi ad una donna che ha più peli di noi.
Davanti a tutta questa roba, si capisce benissimo a che livelli di malattia mentale siano giunti dei media ormai completamente fuori dalla realtà e che alla fine prevalgano quei partiti che se ne fregano e ambiscano a porvi un freno.
Ma quale vento di destra? Al massimo la gente si è, sic et simpliciter, fracassata gli zebedei delle scorregge giornaliere della sinistra. Che fanno vento pure quelle e che hanno pure esse un'origine ben definita: il deretano dell'idiozia umana.
Franco Marino
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