Da Barcellona arriva una notizia piuttosto inquietante. Il sindaco socialista della città catalana, Jaume Collboni - che fosse di sinistra lo avevo dato per scontato già da prima di averne conferma da Wikipedia - pare che abbia deciso di revocare, dal 2029, tutte le licenze per i B&B il che automaticamente significherebbe la morte di un settore che costituiva, per molti proprietari, la possibilità di poter monetizzare il possesso della propria casa. Alla base di questo provvedimento ci sarebbe la fantomatica "emergenza abitativa" che è la scusa con cui la sinistra vuole mettere le mani nel patrimonio immobiliare italiano.
Come commentare il tutto?

In realtà, chi da tempo parla di attacco alla proprietà privata - e la denuncia attraverso leggi assurde come il Green Deal - non si stupisce di quanto stia accadendo. Per il socialista, la proprietà è un furto e, manco a farlo a bella posta, in Costituzione, all'articolo 42, è specificato che la proprietà privata, inviolabile, "deve avere una funzione sociale". Questo significa che lo Stato è autorizzato dalla Costituzione a requisircela in qualsiasi momento, per giunta non pagando un indennizzo proporzionato al valore economico frattanto raggiunto, ma solo commisurato al valore in origine. Un ladrocinio legalizzato.
In più, è noto che i proprietari immobiliari non vengano minimamente tutelati quando capita - e capita spesso - che un inquilino si piazzi da loro e decida di non pagare. Le procedure per lo sfratto in Italia sono tra le più complicate *del mondo* e sono affidate non ad una ciurma di corpacciuti sbirri che giungano a prelevare il moroso, ma ad un magistrato che non solo se la prende comoda, sbloccandole magari dopo mesi se non addirittura anni - tanto il fatto mica lo riguarda personalmente - ma concede all'occupante una miriade di attenuanti e di giustificazioni, col risultato che l'inquilino moroso non viene considerato un abusivo che sta rubando e rapinando una cosa che non gli appartiene - circostanza per la quale in qualsiasi sano e normale paese del mondo, dopo qualche ora arriverebbero le forze dell'ordine a buttarlo fuori a calci - ma un poveretto da tutelare e da proteggere, reso povero e sfigato non dalle proprie incapacità ma dal destino cinico e baro. Fino al caso paradossale, capitatomi personalmente, di aver subito un'aggressione con tanto di coltello da parte di un mio inquilino moroso che, da me denunciato, la sera stessa è tornato in quella stessa casa che mi aveva rubato. E che quando finalmente sono riuscito a cacciarlo a pedate, ho dovuto pagare fino a 20.000 euro di danni, oltre ad averne persi 10.000 relativi a tutti i fitti non pagati.
In sintesi, da sempre, la sinistra si ritiene autorizzata da un diritto divino a prelevare denaro da chi lo produce, senza neanche considerare l'ipotesi che il concetto di socialismo sia, in sé, del tutto analogo a quello di pizzo. Con la differenza che almeno quei soldi che il mafioso chiede per i "suoi poveri", poi glieli dà davvero - ovviamente, non per bontà personale ma per costruire il proprio consenso - mentre lo Stato giustifica l'enorme prelievo fiscale con il finanziamento a servizi strategici che, tuttavia, oltre ad aver perso molta della qualità tanto decantata, da tanti anni sono sottoposti a tagli di ogni genere. Senza, va da sé, che le tasse diminuiscano.

In una situazione come questa, non c'è da stupirsi che dilaghino i B&B. Il cliente sta quei 2-3 giorni in cui ha bisogno di rimanervi e poi se ne va, facendo in modo che il gestore della struttura possa godere di un ampio ricambio di clientela. Viceversa, nei fitti a lungo termine, un proprietario rischia di mettersi in casa un inquilino che, oltre a non pagargliela, magari gliela sfascia pure, consapevole che se è nullatenente, alla fine non ne pagherà le conseguenze.
Perché il problema, andrebbe spiegato ai tanti inquilini che si lamentano di non trovare casa, è proprio qui: se ci sono poche case in fitto e quelle poche sono a prezzi stellari, a costoro non sorge il sospetto che forse la cosa dipenda dal fatto che i proprietari immobiliari paghino tasse spropositate? A nessuno sorge il sospetto che sia difficile trovare una casa perché ogni qualvolta che un inquilino si presenta all'uscio chiedendoci di fittargliela, ben consapevoli del rischio che si corre, i proprietari siano costretti a trasformarsi in investigatori privati?
La soddisfazione di Federalberghi alla notizia di Barcellona, poi, è peggio che ridicola: se i loro alberghi perdono quella clientela che preferisce, invece che farsi spennare per avere poi sostanzialmente lo stesso servizio, andare presso le case di famiglie qualunque, gli albergatori si facessero un esame di coscienza e provassero a rendersi più competitivi, invece di auspicare provvedimenti sovietici, salvo poi lamentarsi, come fanno, della pressione fiscale. Non ci arrivano proprio all'idea che quello stesso Leviatano a cui chiedono interventi sul mercato, poi li costringerà a pagare valanghe di tributi? Se gli alberghi non sono più competitivi, si attrezzino per esserlo, per fornire servizi tali che attirino i tanti che oggi invece preferiscono altre soluzioni.

Dopodiché, non sono nelle condizioni di poter dire se effettivamente i B&B siano una stortura oppure no. Ma abbiamo fin troppe prove del fatto che quando il governo decide di entrare a gamba tesa nel mercato, si comporti come una sorta di Re Mida al rovescio: tutto ciò che tocca si trasforma in merda.
Se i fitti sono troppo alti, due sono le cose che un governo può fare: un piano casa adeguato - lo fece il tanto stramaledetto fascismo - oppure ridurre la pressione fiscale ai proprietari e rendere più facile lo sgombero degli inquilini morosi. Questo sgonfierebbe automaticamente sia il fenomeno dei B&B che il caro degli affitti.
E se un inquilino non ha i soldi per pagarsi un fitto, che abbia l'umiltà di decidere di convivere con altri inquilini assieme ai quali raggiungere la somma richiesta dal proprietario, in una zona meno centrale, come fanno tantissime persone che non per questo muoiono di crepacuore, ed anzi riescono anche a costruire amicizie che durano nel tempo.
Lo Stato non riesce a capire che non può aspettarsi che la ricchezza cresca rompendo i coglioni a chi la produce e facendo ponti d'oro a tutti i nullafacenti, dando per scontato che dietro ogni disoccupato ci siano storie drammatiche e non invece, spesso e volentieri, gente che non ha voluto studiare, che non ha voluto imparare un mestiere, che non ha le capacità di adattarsi alla complessa realtà di oggi. Se poi qualcuno, che Dio lo benedica, in virtù delle proprie disponibilità finanziarie e della propria generosità, tende la mano al prossimo, chi riceve aiuto, invece di mordergliela, sappia dire "grazie". Perché la solidarietà sociale è una cosa bellissima, ma solo se volontaria. Quando è obbligatoria, si chiama furto, rapina, pizzo, racket, mafia. E che a perorarla sia un impiegato statale e non Genny Savastano, non la rende meno rapinosa.
Sembrano banalità, ma non in Italia.

Franco Marino

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