In questi giorni, i media del cosiddetto mainstream stanno battendo molto il tasto della vittoria alle europee che legittima la Von Der Leyen, nella convinzione che questo dia alla presidente uscente (ma forse rientrante) della commissione Europea, un potere assoluto. In realtà, queste cose possono attecchire soltanto su chi non sa cosa sia l'Unione Europea, come funzioni, ma in generale cosa sia e come funzioni uno stato. Perché?
Uno Stato esiste soltanto con una forza militare in grado di difenderlo dagli attacchi esterni e con una polizia in grado di far rispettare delle leggi, che siano entrambe superiore alle tante fazioni militari che caratterizzano un territorio. Senza queste cose, lo Stato non esiste. Ebbene, l'Unione Europea non ha né un esercito né una Polizia ed esiste unicamente nella misura in cui gli stati membri decidono di obbedirle. E, in una situazione come questa, si capisce benissimo che se la Von Der Leyen fa una legge e l'Europarlamento la approva, se gli stati europei - che a differenza della UE, l'esercito e la polizia ce l'hanno - decidono di obbedire, ovviamente quella legge verrà applicata anche dai singoli paesi. Ma cosa succede se gli stati membri si mettono di traverso? Succede che la legge UE non viene applicata, sic et simpliciter.
Naturalmente, chiunque studi a fondo sia la storia dell'Unione Europea che il suo funzionamento, sa benissimo che l'Eurozona nasce come evoluzione della CECA per volere degli americani e per drenare risorse dal continente europeo, attraverso la trasformazione degli stati europei in stati clienti degli Stati Uniti. E che, dunque, chi parla di "paesi che decidono di mettersi insieme spontaneamente per creare un continente pacifico", o cammina sull'acqua o fa cose interessanti col vino. Al tempo stesso, sa anche che la vera forza di questa istituzione sta nel fatto che i veri poteri che fanno rispettare le delibere dell'UE non sono certo quelli ufficiali ma sistemi di potere esterni che si rifanno a Washington e Wall Street e che a quelli non conviene affatto disobbedire. Ed è ovvio che se l'Italia decidesse di non votare la guerra in Ucraina o di non applicare il Green Deal, queste istituzioni extraeuropee possono scatenare una speculazione finanziaria che può letteralmente farla fallire, esattamente come avvenne con Berlusconi nel 2011. A questo, infatti, si riferiva la Von Der Leyen quando, dinnanzi alla domanda su come l'UE si sarebbe comportata se le elezioni avessero dato esiti a lei non graditi, rispose "abbiamo i nostri strumenti".
Ma se, viceversa, a disobbedire sono tanti stati, la questione diviene enormemente più complicata per la Von Der Leyen e per i poteri che sono dietro all'UE. E questo spiega anche il titolo dell'articolo: perché bisogna seguire con attenzione ciò che sta avvenendo in Francia?
Le elezioni europee francesi hanno segnato una netta crescita di Marine Le Pen, che non soltanto la consacra come leader dell'ultradestra ma suona come campanello d'allarme anche per il centrodestra storico, che non a caso è affetto da mal di pancia e dove molti pezzi grossi parlano di allearsi con la Le Pen.
Molti dicono che la mossa di Macron di sciogliere le camere serva a portare al governo la destra per poi sabotarla e non c'è dubbio che questa considerazione non sia affatto infondata. Ma una strategia di questo tipo da parte del presidente francese non terrebbe conto del fatto che seguendo la strada del sabotaggio della volontà popolare, non si otterrà un risultato diverso dall'esacerbamento di tutte quelle masse che hanno votato contro di lui e che non si farebbero certo condizionare dalle resistenze del presidente.
In conclusione, votare per l'ultradestra non ha forse cambiato le cose all'interno delle istituzioni europee e in questo senso ha perfettamente ragione chi dice che questo potrebbe creare una maggioranza di larghe intese nell'UE. C'è soltanto il piccolo particolare che l'Eurozona funziona soltanto se i singoli paesi decidono di obbedirle, perché ad oggi non c'è - o se c'è, si nasconde molto bene - alcuna forza di polizia in grado di arrestare i capi di stato che decidono di disobbedire e non c'è alcun esercito in grado di invadere un'Ungheria che ipoteticamente revocasse l'immunità alla Salis, come pure ha fatto, o una Polonia che non voglia approvare la riforma della giustizia secondo i desideri dell'UE, un'Italia che non volesse approvare il Green Deal e simili. Ed è ovvio che se a dire "No" ai diktat europei sono i singoli paesi, è un conto. Se però ad opporsi sono un gruppo di paesi che vanno a destra, è chiaro che la questione diventa enormemente più complessa per una Troika che decidesse di attaccare l'Europa con una speculazione finanziaria americana, cosa che non soltanto rischierebbe di creare un solidissimo fronte antiamericano ma finanche di spingere tutti i paesi europei tra le braccia della Federazione Russa e della Cina, il che significherebbe automaticamente fine della NATO e dunque degli Stati Uniti per come li conosciamo. Per non parlare del fatto che le elezioni americane, cambiando l'inquilino della Casa Bianca, potrebbero anche cambiare le sorti dell'UE, che fondamentalmente è una colonia americana.
Uno Stato esiste soltanto con una forza militare in grado di difenderlo dagli attacchi esterni e con una polizia in grado di far rispettare delle leggi, che siano entrambe superiore alle tante fazioni militari che caratterizzano un territorio. Senza queste cose, lo Stato non esiste. Ebbene, l'Unione Europea non ha né un esercito né una Polizia ed esiste unicamente nella misura in cui gli stati membri decidono di obbedirle. E, in una situazione come questa, si capisce benissimo che se la Von Der Leyen fa una legge e l'Europarlamento la approva, se gli stati europei - che a differenza della UE, l'esercito e la polizia ce l'hanno - decidono di obbedire, ovviamente quella legge verrà applicata anche dai singoli paesi. Ma cosa succede se gli stati membri si mettono di traverso? Succede che la legge UE non viene applicata, sic et simpliciter.
Naturalmente, chiunque studi a fondo sia la storia dell'Unione Europea che il suo funzionamento, sa benissimo che l'Eurozona nasce come evoluzione della CECA per volere degli americani e per drenare risorse dal continente europeo, attraverso la trasformazione degli stati europei in stati clienti degli Stati Uniti. E che, dunque, chi parla di "paesi che decidono di mettersi insieme spontaneamente per creare un continente pacifico", o cammina sull'acqua o fa cose interessanti col vino. Al tempo stesso, sa anche che la vera forza di questa istituzione sta nel fatto che i veri poteri che fanno rispettare le delibere dell'UE non sono certo quelli ufficiali ma sistemi di potere esterni che si rifanno a Washington e Wall Street e che a quelli non conviene affatto disobbedire. Ed è ovvio che se l'Italia decidesse di non votare la guerra in Ucraina o di non applicare il Green Deal, queste istituzioni extraeuropee possono scatenare una speculazione finanziaria che può letteralmente farla fallire, esattamente come avvenne con Berlusconi nel 2011. A questo, infatti, si riferiva la Von Der Leyen quando, dinnanzi alla domanda su come l'UE si sarebbe comportata se le elezioni avessero dato esiti a lei non graditi, rispose "abbiamo i nostri strumenti".
Ma se, viceversa, a disobbedire sono tanti stati, la questione diviene enormemente più complicata per la Von Der Leyen e per i poteri che sono dietro all'UE. E questo spiega anche il titolo dell'articolo: perché bisogna seguire con attenzione ciò che sta avvenendo in Francia?
Le elezioni europee francesi hanno segnato una netta crescita di Marine Le Pen, che non soltanto la consacra come leader dell'ultradestra ma suona come campanello d'allarme anche per il centrodestra storico, che non a caso è affetto da mal di pancia e dove molti pezzi grossi parlano di allearsi con la Le Pen.
Molti dicono che la mossa di Macron di sciogliere le camere serva a portare al governo la destra per poi sabotarla e non c'è dubbio che questa considerazione non sia affatto infondata. Ma una strategia di questo tipo da parte del presidente francese non terrebbe conto del fatto che seguendo la strada del sabotaggio della volontà popolare, non si otterrà un risultato diverso dall'esacerbamento di tutte quelle masse che hanno votato contro di lui e che non si farebbero certo condizionare dalle resistenze del presidente.
In conclusione, votare per l'ultradestra non ha forse cambiato le cose all'interno delle istituzioni europee e in questo senso ha perfettamente ragione chi dice che questo potrebbe creare una maggioranza di larghe intese nell'UE. C'è soltanto il piccolo particolare che l'Eurozona funziona soltanto se i singoli paesi decidono di obbedirle, perché ad oggi non c'è - o se c'è, si nasconde molto bene - alcuna forza di polizia in grado di arrestare i capi di stato che decidono di disobbedire e non c'è alcun esercito in grado di invadere un'Ungheria che ipoteticamente revocasse l'immunità alla Salis, come pure ha fatto, o una Polonia che non voglia approvare la riforma della giustizia secondo i desideri dell'UE, un'Italia che non volesse approvare il Green Deal e simili. Ed è ovvio che se a dire "No" ai diktat europei sono i singoli paesi, è un conto. Se però ad opporsi sono un gruppo di paesi che vanno a destra, è chiaro che la questione diventa enormemente più complessa per una Troika che decidesse di attaccare l'Europa con una speculazione finanziaria americana, cosa che non soltanto rischierebbe di creare un solidissimo fronte antiamericano ma finanche di spingere tutti i paesi europei tra le braccia della Federazione Russa e della Cina, il che significherebbe automaticamente fine della NATO e dunque degli Stati Uniti per come li conosciamo. Per non parlare del fatto che le elezioni americane, cambiando l'inquilino della Casa Bianca, potrebbero anche cambiare le sorti dell'UE, che fondamentalmente è una colonia americana.
I miei amici di Forza Italia possono illudersi quanto vogliono dicendo che bisognava votare Tajani perché "in Europa conta chi sta nel PPE, non chi vota la Meloni" o citandomi questo o quel trattato, come se la carta avesse il potere magico di orientare i rapporti di forza. Questo ragionamento sarebbe vero soltanto se l'UE avesse un esercito e una Polizia. Dal momento che non ce l'ha, sono i governi nazionali che decidono se seguire l'UE. Se è un solo paese a dire "basta euro", puoi anche pensare di farlo fallire usando le leve del ricatto finanziario e guadagnandoti a vita l'odio dei suoi cittadini. Ma se tutti i paesi europei si ribellano, l'Unione Europea finisce il giorno dopo. Chi sottovaluta il successo delle destre non ha capito assolutamente nulla di quanto sta accadendo.
Franco Marino
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