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Oggi Mike Bongiorno compirebbe 100 anni e la sua è una non-presenza che è più presente che mai. Quando, in un giorno di Settembre del 2009, scomparve improvvisamente per un infarto a Montecarlo, un po' tutti avemmo la sensazione di aver perso un parente, non un signore che in fin dei conti non conosceva la quasi totalità dei telespettatori che hanno contribuito al suo incredibile successo.
Ci sono, infatti, personaggi televisivi ai quali ci si affeziona senza neanche averli mai conosciuti. Chi, per esempio, è nato nel 1981 da una famiglia medioborghese, viveva in case in cui c'erano almeno due televisori, e non era raro che una di queste fosse anche nella sua camera da letto, come nel mio caso. E' inevitabile dunque che certi personaggi diventassero familiari anche senza averli mai sfiorati dal vivo. Quando poi crebbi, ebbi modo di conoscerne molti e di chiedermi, prima di incontrarli, se in presenza fossero meglio o peggio che in TV. In generale, per mia esperienza, una regola importante per capirlo in anticipo è chiedersi com'è un personaggio televisivo sugli schermi: Gradevole? Simpatico? Affettuoso? Se è così, dal vivo sarà sicuramente una merda. E il contrario. Questa regola, che mi fu confidata da un agente dei VIP che viveva nel mio condominio, tuttavia l'avevo già sperimentata quando, da ragazzo, mi era capitato di conoscere personalmente qualche personaggio pubblico, per circostanze fortuite.
Roberto Murolo, per esempio, mio lontanissimo parente, era tutt'altro che il nonnetto menestrello, simpatico e disponibile, che appariva nelle trasmissioni televisive, anche se qui probabilmente, sosteneva mio nonno (la mia parentela col cantante era attraverso lui), c'entrava anche l'infamante accusa - dalla quale fu totalmente scagionato - di aver molestato, molti anni, prima un ragazzino, cosa che lo rese estremamente diffidente nel contatto umano.
Un'altra monumentale delusione fu Luciano De Crescenzo. Avete presente quel signore dai vivaci e sornioni occhi azzurri, gioviale e cordiale sugli schermi? Ecco, da vicino era totalmente l'opposto: odioso e borioso. Come pure ricordo con grande piacevolezza la dolcezza e la cordialità di Ida De Benedetto, un'attrice mia concittadina che invece mi appariva quasi scostante.

Quando ero ragazzino ebbi modo di conoscere anche due mostri sacri della televisione, Corrado e Mike Bongiorno. Come li conobbi? Nel primo caso fu perché mi proposi per un programma per ragazzini, mi pare che si chiamasse "La merenda è servita" (variazione de "Il Pranzo è servito") e nel secondo caso per "Bravo Bravissimo", dal momento che suonavo piuttosto bene il pianoforte. Superai le prime selezioni ma non quelle finali, per motivi che non mi furono mai detti, forse non ero sufficientemente "personaggio". Ma riuscii comunque a conoscere entrambi. Impressioni?
Stando a ciò che ci diceva la pubblicistica televisiva, Corrado appariva come il classico caciarone romanesco, dalla battuta sempre pronta, ironico. Mike come un personaggio simile alla divertente parodia che ne fece Fiorello, cioè impettito e cattivo, pronto a maltrattare tutto e tutti. Ebbene, era esattamente il contrario.
Tanto il primo era freddo, arrogante, per nulla disposto a concedere confidenza, tanto il secondo era invece una persona molto paterna, sicuramente severo in alcuni tratti ma comunque gentile anche con i miei che mi accompagnavano. Lo avrei rivisto molti anni dopo, un anno prima che morisse, in un ristorante di Sapri, in Campania, molto invecchiato (molto più di quanto apparisse in TV, del resto era già ottantaquattrenne) ma lucidissimo. E la cosa che mi sorprese fu che, quando mi presentai e gli dissi per cosa ci eravamo conosciuti, si ricordò perfettamente di me. Il tempo di dieci minuti di chiacchiere e poi ovviamente lo lasciai cenare in santa pace. Ma fu sempre cordiale e affabile con me.
E fin qui siamo ai ricordi personali.

Poi c'è da dire cosa abbia rappresentato Mike per la televisione italiana, su cui però si sono espresse persone molto più anziane di me e dunque meglio titolate a parlarne, sia perché se ne occupano per mestiere, sia perché più grandi di me.
E fin qui, si dicono banalità e ovvietà, come per esempio che Mike, la TV, l'ha letteralmente inventata. Dapprima ha inventato la televisione di Stato, con programmi che sono rimasti nella storia, da Lascia o Raddoppia a Rischiatutto, poi ha inventato quella commerciale, portando nel sistema italiano - anche grazie all'appoggio di quel geniaccio che fu Berlusconi - un modo di vedere il piccolo schermo che esisteva soltanto in America e in generale nei paesi anglosassoni.
Di mio, di Mike, posso solo testimoniare l'impressione personale che ho sempre ricavato e che probabilmente non è neanche originale, ma che anche osservando i commenti ai filmati di repertorio su Youtube mi sembra ampiamente condivisa: una grandissima professionalità, un sacro rispetto per lo sponsor - si veda lo scazzo contro Antonella Elia per le sue entusiastiche esternazioni animaliste contro la pelliccia che una concorrente rifiutò (dove, invece, il vecchio Mike aveva ragione su tutta la linea) - ma soprattutto una profondissima capacità di saper costruire dei personaggi che entrassero nelle case degli italiani.
Questa qualità, per esempio, Corrado non la possedeva. Egocentrico com'era, esisteva soltanto lui, il suo sottile ma fastidioso sarcasmo, il suo compiaciuto accento romanesco. Di lui non si ricorda un solo personaggio lanciato nel firmamento televisivo, un solo sponsor che non fosse dominato dal suo faccione finto bonario e dunque oscurato dalla sua invadenza, un solo valletto o collaboratore che avesse una qualche importanza nell'economia della trasmissione. Aver reso sostanzialmente irrilevante persino un grande caratterista del teatro partenopeo come il "maggiordomo" Vittorio Marsiglia ne "Il Pranzo è servito" la dice lunga.
Mike, invece, era consapevole di essere un sacerdote che conduceva il fedele all'altare del Dio TV e che in quanto tale lanciò vallette, concorrenti, prodotti commerciali. Ed ecco la sua grande devozione per la Grappa Bocchino, per i prosciutti Rovagnati, o in tarda età per l'Olio Cuore quando fa finta di saltare la staccionata col figlio.

In sintesi, Mike Bongiorno non fu semplicemente il monumento di se stesso ma il cantore di un'epoca stracarica di ricordi, di un'era felice della nostra vita, il testimone di anni belli che non torneranno più, dei quali era il narratore, non il protagonista. Con la sua morte, arrivata per uno scherzo del destino proprio nell'anno in cui la crisi finanziaria internazionale ebbe inizio, ponendo così ufficialmente fine alla sbornia boomer, siamo morti un po' tutti quanti anche noi che non riusciamo più ad affrancarci da una vita
di dolci ricordi, ai quali siamo così abbarbicati da voler a tutti i costi riviverli, senza riuscire ad immaginare il futuro come un qualcosa di meraviglioso, da pensare, da inventare, da costruire. Ma, sotto forma di nuvole nere stracolme di pioggia radioattiva, vedendo in esso soltanto qualcosa di cui aver paura.

Franco Marino

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Da adolescenti, io e mio fratello passavamo ore intere a imitare in modo sgangherato e sopra le righe i personaggi televisivi, da Mike Bongiorno a Emilio Fede, da Tinto Brass (grammelot e grugniti) a Montanelli che insultava Stefano Salvi.
 
Quello che mi dici di Corrado non mi sorprende (avevo già udito certe voci) ma comunque un pò mi dispiace. Mike, al di là delle gaffes, mi ha però sempre dato l'impressione di una persona alla mano, anche un pò ingenua (vedi alcune vicissitudini della vita privata).
 
Corrado era una persona di rara arroganza, privo di signorilità
Comunque concordo nel fatto che sia lui che Mike mi ricordano gli anni più sereni
E se mi posso permettere di dire una cosa senza che possa essere offensiva per qualcuno…riconosco la professionalità di entrambi ma anche una grandissima fortuna
 
Essendo più attempato di te di circa 8/9 anni, ho avuto modo di vivere i tantissimi dopo cena a guardare rischiatutto o canzonissima o ancora pomeriggi domenicali a gusrdare domenica in, aspettando il novantesimo minuto. Ricordo che talvolta venivano invitati tutti insieme in qualche trasmissione: Mike, Corrado, Vianello e Pippo Baudo, apparendo a pieno titolo come capisaldi e colonne portanti della TV. Anzi affermiamo pure che la TV degli anni 60/70/80 e pure 90, anche se purtroppo non per tutti e quattro, erano loro. Condivido quindi totalmente questi pensieri, ma in modo particolare mi ha colpito la conclusione, perché evoca la sensazione che da anni non riesco a levarmi di dosso, pur avendo da anni (2020) eliminato TV e tanto altro, ovvero futuro di nuvole nere e radioattive e solo schifo e paura di vederlo palesarsi.
 

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Franco Marino
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