Timeo danaos et dona ferentes, temo i greci anche quando portano doni. Sono le parole pronunciate da Laocoonte ai Troiani per convincerli a non introdurre il famoso cavallo di Troia all'interno delle mura della città. E questa espressione viene comunemente usata per indicare una situazione in cui i nemici restano tali anche quando hanno con noi atteggiamenti amichevoli. E infatti dal famoso cavallo gli achei uscirono e distrussero Troia.
E' con questo spirito che molti di noi, che abbiamo lottato accanitamente contro le follie pandemiche, osserviamo quanto sta avvenendo a seguito della decisione di Astrazeneca di ritirare dal mercato il vaccino in questione.
Ma prima chiariamo i contorni della notizia. Perché Astrazeneca ha ritirato il vaccino?
La motivazione ufficiale - che può convincere soltanto i ritardati - è che poiché non c'è più richiesta di vaccini, dal momento che il covid sarebbe stato ormai debellato, allora non c'è più esigenza di venderne altri. In realtà, la ragione per cui è stata sottratta è completamente diversa: il ritiro del siero sottrae le case farmaceutiche dal dovere di presentare la documentazione relativa all'efficacia e alla sicurezza del vaccino, anche alla luce delle richieste di risarcimento che stanno arrivando.
Per ora, soltanto Astrazeneca si è sottratta a quest'obbligo e quindi è prematuro introdurre alcuni scenari perché, sulla base di come si regoleranno Pfizer e ModeRNA, capiremo cosa c'è dietro questa improvvisa marcia indietro.
Per conto mio, ci sono queste possibilità: che scoppi uno scandalo vaccinale proprio in prossimità delle elezioni europee ormai alle porte. Ricordiamo che la Von Der Layen è al centro di una denuncia per gli scambi di sms privati intrattenuti con l'amministratore delegato della Pfizer, Albert Bourla.
Oppure che si voglia usare la vicenda di Astrazeneca per far vedere alla gente che "i vaccini sono sicuri perché se saltano fuori degli effetti avversi, c'è un'autorità che interviene".
Qualcuno, forse sbrigativamente, parla di una semplice guerra commerciale.
Di sicuro, questa storia ci insegna che non ci si può fidare di nessuno. Perché quello che doveva avvenire è già avvenuto. Perché chi doveva capire, aveva già capito, mentre chi non vuole capire non capirà mai. E perché quando lo stesso sistema di potere che ci ha bombardato per anni sulla sicurezza dei vaccini, ad un certo momento ammette di essersi sbagliato, non è mai in buonafede.
Che i vaccini anticovid fossero sperimentali e che non vaccinassero contro niente, era facilissimo da immaginare ma c'è chi ha scelto di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, chi ha preferito seguire l'onda. Per la gola o per la paura. Per giungere alle conclusioni di oggi, sarebbe bastato chiedersi come mai quelle stesse aziende che lo hanno prodotto, hanno richiesto uno scudo penale. E se quello stesso sistema che li ha bombardati come sicuri, adesso ammette la loro insicurezza e magari anche nocività, non è mai per una genuina e sincera presa di coscienza, ma per un secondo fine. Che non sappiamo qual è.
Ma sappiamo che c'è.
E' con questo spirito che molti di noi, che abbiamo lottato accanitamente contro le follie pandemiche, osserviamo quanto sta avvenendo a seguito della decisione di Astrazeneca di ritirare dal mercato il vaccino in questione.
Ma prima chiariamo i contorni della notizia. Perché Astrazeneca ha ritirato il vaccino?
La motivazione ufficiale - che può convincere soltanto i ritardati - è che poiché non c'è più richiesta di vaccini, dal momento che il covid sarebbe stato ormai debellato, allora non c'è più esigenza di venderne altri. In realtà, la ragione per cui è stata sottratta è completamente diversa: il ritiro del siero sottrae le case farmaceutiche dal dovere di presentare la documentazione relativa all'efficacia e alla sicurezza del vaccino, anche alla luce delle richieste di risarcimento che stanno arrivando.
Per ora, soltanto Astrazeneca si è sottratta a quest'obbligo e quindi è prematuro introdurre alcuni scenari perché, sulla base di come si regoleranno Pfizer e ModeRNA, capiremo cosa c'è dietro questa improvvisa marcia indietro.
Per conto mio, ci sono queste possibilità: che scoppi uno scandalo vaccinale proprio in prossimità delle elezioni europee ormai alle porte. Ricordiamo che la Von Der Layen è al centro di una denuncia per gli scambi di sms privati intrattenuti con l'amministratore delegato della Pfizer, Albert Bourla.
Oppure che si voglia usare la vicenda di Astrazeneca per far vedere alla gente che "i vaccini sono sicuri perché se saltano fuori degli effetti avversi, c'è un'autorità che interviene".
Qualcuno, forse sbrigativamente, parla di una semplice guerra commerciale.
Di sicuro, questa storia ci insegna che non ci si può fidare di nessuno. Perché quello che doveva avvenire è già avvenuto. Perché chi doveva capire, aveva già capito, mentre chi non vuole capire non capirà mai. E perché quando lo stesso sistema di potere che ci ha bombardato per anni sulla sicurezza dei vaccini, ad un certo momento ammette di essersi sbagliato, non è mai in buonafede.
Che i vaccini anticovid fossero sperimentali e che non vaccinassero contro niente, era facilissimo da immaginare ma c'è chi ha scelto di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, chi ha preferito seguire l'onda. Per la gola o per la paura. Per giungere alle conclusioni di oggi, sarebbe bastato chiedersi come mai quelle stesse aziende che lo hanno prodotto, hanno richiesto uno scudo penale. E se quello stesso sistema che li ha bombardati come sicuri, adesso ammette la loro insicurezza e magari anche nocività, non è mai per una genuina e sincera presa di coscienza, ma per un secondo fine. Che non sappiamo qual è.
Ma sappiamo che c'è.
Franco Marino
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