Ho scritto spesso due cose: che quando un sistema diventa violento è perché ha delle debolezze di fondo; e che quando un politico parla, non bisogna vedere il testo ma il sottotesto. Per cui, più che concentrarci sulla follia di uno come Macron che pensa di portare l'Europa in guerra contro la Russia - cioè un continente decotto e molle contro un popolo abituato ad ogni genere di sofferenza - ben più utile è cercare di contestualizzare ciò che sta accadendo. Che nasce dalla grave crisi che sta attraversando gli Stati Uniti.
Qualche mese fa - e non dico nulla di inverificabile, basta fare un giro su Google e la notizia la trovate sul Corriere - la California ha depenalizzato tutti i furti dal valore al di sotto dei 900 dollari. E se la notizia già di per sé sarebbe inquietante, se ne aggiunge un'altra: lo stesso stato ha di fatto disposto che chiunque decida di vendere casa per andarsene presso un altro stato, debba dare circa il 50% del ricavato allo stato di partenza.
Se tutto questo lo associamo all'inquietante notizia che un giudice si è azzardato a dire che se Trump dovesse commentare sui social il processo in cui è coinvolto, non esiterebbe a farlo arrestare, capite bene che c'è da preoccuparsi. Sono tutti scenari che noi ascriveremmo alla Russia, alla Cina, a qualche teocrazia islamica e che invece accadono in un paese che, almeno a chiacchiere, si è sempre venduto come liberale e democratico.
Quando accadono cose di questo tipo, non c'è da stupirsi che Macron sbrocchi in questo modo. Il presidente francese merita tutte le critiche di questo mondo ma non è uno stupido. Sa che gli Stati Uniti sono alla frutta e che l'unica speranza per poter tenersi in piedi è la vittoria in Ucraina che, laddove non avvenisse, non soltanto provocherebbe la fine della NATO e degli Stati Uniti, ma avvierebbe nei paesi europei scenari del tutto analoghi a quelli degli inizi degli anni Novanta quando una classe dirigente, ormai priva della protezione americana che anzi decise di liquidarla, fu letteralmente spazzata via da scandali a tappeto in tutta Europa. Noi tutti ci ricordiamo di Mani Pulite ma, ovviamente, non fu l'unico scandalo. A cadere furono anche Mitterand in Francia ed Helmut Kohl in Germania.
Per cui, si comprende benissimo la paura di Macron. Il presidente francese è arrivato al potere grazie al deep state americano che l'ha nutrito in tutti i modi celebrandolo come una sorta di Obama bianco che avrebbe "salvato l'Europa dai populisti" ed è inevitabile che se la guerra in Ucraina viene perduta, cade quel sistema che lo ha nutrito e dunque anche lui.
E' in questo senso che vanno lette le sue dichiarazioni, cioè come la preoccupazione di un uomo che sa benissimo di essere in pericolo.
Per cui le parole del presidente francese si scrivono così: "Bisogna essere pronti ad andare in Ucraina" e si leggono così: "Ho una paura fottuta che se perdiamo, vengano a prendermi con i forconi".
Qualche mese fa - e non dico nulla di inverificabile, basta fare un giro su Google e la notizia la trovate sul Corriere - la California ha depenalizzato tutti i furti dal valore al di sotto dei 900 dollari. E se la notizia già di per sé sarebbe inquietante, se ne aggiunge un'altra: lo stesso stato ha di fatto disposto che chiunque decida di vendere casa per andarsene presso un altro stato, debba dare circa il 50% del ricavato allo stato di partenza.
Se tutto questo lo associamo all'inquietante notizia che un giudice si è azzardato a dire che se Trump dovesse commentare sui social il processo in cui è coinvolto, non esiterebbe a farlo arrestare, capite bene che c'è da preoccuparsi. Sono tutti scenari che noi ascriveremmo alla Russia, alla Cina, a qualche teocrazia islamica e che invece accadono in un paese che, almeno a chiacchiere, si è sempre venduto come liberale e democratico.
Quando accadono cose di questo tipo, non c'è da stupirsi che Macron sbrocchi in questo modo. Il presidente francese merita tutte le critiche di questo mondo ma non è uno stupido. Sa che gli Stati Uniti sono alla frutta e che l'unica speranza per poter tenersi in piedi è la vittoria in Ucraina che, laddove non avvenisse, non soltanto provocherebbe la fine della NATO e degli Stati Uniti, ma avvierebbe nei paesi europei scenari del tutto analoghi a quelli degli inizi degli anni Novanta quando una classe dirigente, ormai priva della protezione americana che anzi decise di liquidarla, fu letteralmente spazzata via da scandali a tappeto in tutta Europa. Noi tutti ci ricordiamo di Mani Pulite ma, ovviamente, non fu l'unico scandalo. A cadere furono anche Mitterand in Francia ed Helmut Kohl in Germania.
Per cui, si comprende benissimo la paura di Macron. Il presidente francese è arrivato al potere grazie al deep state americano che l'ha nutrito in tutti i modi celebrandolo come una sorta di Obama bianco che avrebbe "salvato l'Europa dai populisti" ed è inevitabile che se la guerra in Ucraina viene perduta, cade quel sistema che lo ha nutrito e dunque anche lui.
E' in questo senso che vanno lette le sue dichiarazioni, cioè come la preoccupazione di un uomo che sa benissimo di essere in pericolo.
Per cui le parole del presidente francese si scrivono così: "Bisogna essere pronti ad andare in Ucraina" e si leggono così: "Ho una paura fottuta che se perdiamo, vengano a prendermi con i forconi".
Franco Marino
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