Non penso di dire niente di originale - né tantomeno che non abbia già scritto - quando dico che non se ne può più dell'eterna diatriba tra fascisti e antifascisti. Al punto che quando ho aperto l'editor dove di solito "partorisco" i miei articoli, mi sono chiesto "Ma ha senso farci un articolo? Il mio lettore cosa avrà aggiunto alle sue conoscenze che ieri non sapeva? Per quale ragione deve dedicarmi qualche minuto del suo tempo?"
In un paese normale, della censura a Scurati non si dovrebbe minimamente parlare, prima di tutto perché non c'è stata alcuna censura e in secondo luogo perché dopo ottant'anni di occupazione militare cattocomunista di tutti i mezzi di informazione - quelli ufficiali e quelli travestiti da intrattenimento - che ci si lagni che la destra renda la pariglia, francamente è ridicolo.
Intendiamoci: nessuno prende sul serio né Canfora che dà della neonazista alla Meloni né quest'ultima che reagisce querelandolo. Cosa pensa la nostra presidente del Consiglio? Che un intellettuale superprotetto e superpagato - ammesso che verrà condannato e che la solita magistratura amica non trovi qualche scappatoia o per farlo assolvere o per dargli una pena ridicola - si intimorirà e diventerà più mansueto?
Che poi ai vertici la diatriba serva a nascondere il nulla di ciò che maggioranza e opposizione producono giornalmente, è chiaro. Rifiuto di credere che la Schlein davvero pensi che la Meloni sia l'erede di Mussolini e Hitler. E rifiuto di credere che la Meloni davvero sia entrata in politica col presupposto di rifare il Partito Fascista. Così come mi rifiuto di credere che la maggioranza degli italiani sappia cosa siano il fascismo e l'antifascismo. Il fascismo - con tutti i suoi difetti e le sue magagne che qui non si sono mai negate - fu bellezza, cultura, eleganza, un periodo di grandissima vitalità culturale e intellettuale. Un vero fascista rifiuterebbe di essere rappresentato dai burinozzi supertatuati con l'accento romanoide che spesso si vedono nella destra radicale. L'antifascismo - con tutte le sue ombre, i suoi delitti - nei suoi tratti più genuini fu una lotta contro una dittatura, contro le leggi razziali, contro il controllo totale dei media, che andava oltre le dimensioni partitiche e che soprattutto non era appannaggio dei comunisti ma vide anzi un forte contributo anche delle ali cattoliche, liberali e socialdemocratiche. Un vero antifascista oggi sarebbe schierato contro il green-pass come ha fatto un mio amico molto anziano, partigiano, che all'epoca del Detonatore avevo anche intervistato.
Il problema è ovviamente un altro. Quale?
Destra e sinistra si devono confrontare con un fatto concreto: sono finiti i soldi. E dal momento che per poter essere *autenticamente* dell'una o dell'altra sponda occorrono i quattrini - persino liberalizzare gli ordini professionali, per dire, richiederebbe un sacco di soldi - tutto ciò di cui ha bisogno la politica è di far scannare gli italiani gli uni contro gli altri, configurando le loro identità su battaglie a buon mercato, già vinte, che si compongano di cose senza alcuna importanza. L'elettore di destra non chiede più mercato, meno tasse, meno burocrazia, quello di sinistra non chiede più stato sociale VERO, più lavoro, più tutele contro gli sfruttamenti. Discute il diritto della ninfetta di vendere il proprio corpo su Onlyfans invece di indossare l'abito talare e sgranare il rosario. Da una parte un patetico reazionarismo all'insegna del "si stava meglio quando si stava peggio e le donne indossavano perizomi di bufala, dove andremo a finire signora mia", e dall'altro un progressismo psichiatrico che teorizza la moltiplicazione dei peni e dei sessi, il meticciato culturale prima ancora che razziale, l'omologazione globale al soldo americano prima che l'emancipazione, in un delirio in cui si ambisce che l'alternativa al decidere se ci si possa svegliare maschio o femmina a seconda di cosa ci suggerisca l'estro debba essere per forza quella di vantarsi del proprio monociglio; e dove l'alternativa alla querela di chiunque dica "Ciao bella" per poi un secondo dopo andare nelle chiese del progressismo a cantare "Bella ciao", debba essere la libertà di toccare il culo di una donna contro il suo consenso.
Per cui tanto una parte quanto l'altra hanno bisogno di fingere che certi temi siano rilevanti per il popolo italiano, distraendolo dai veri punti che non soltanto dovrebbero far incazzare tanto l'elettore di sinistra quanto quello di destra, ma anzi dovrebbero unirli. Un paese senza denari inizia ad autocannibalizzarsi. Il Green Deal, ha acutamente osservato qualcuno in giro per la Rete, con le diatribe che inevitabilmente scatenerà nei prossimi anni, ha dato un nuovo motivo per far tornare la gente alle urne. Che è verissimo. Ma se ci pensiamo bene che cosa sta accadendo? Che destra e sinistra si scontrano non su come fare per evitare questa mazzata, ma su come farlo digerire agli italiani? A sinistra già parlano di superbonus, pur sapendo che i soldi non ci sono e che poi la destra tasserà chi l'ha, per forza di cose, accettato. A destra fanno fuoco e fiamme promettendo che non verrà introdotto in Italia, mentre sanno benissimo che se le norme green non verranno introdotte, qualcuno da oltreoceano scatenerà una speculazione finanziaria contro l'Italia per indurla a miti consigli, dato che sono anni che il patrimonio immobiliare è stato attenzionato dagli sciacalli di Wall Street e dai loro servetti europei.
La politica dell'autocannibalismo: scannarsi su cosa mangiare del proprio corpo.
Una volta che si è introiettato questo concetto, si respira a pieni polmoni nella grande vallata della realtà. Ci si rende conto di quanto offensivo sia per l'intelligenza pensare che ci si debba ancora scannare, dopo ottant'anni, su cosa sia stato il Ventennio. La persona normale vede nell'epopea fascista un periodo storico. Fatto di cose buone e di altre meno buone. E poi guarda avanti.
In un paese normale, della censura a Scurati non si dovrebbe minimamente parlare, prima di tutto perché non c'è stata alcuna censura e in secondo luogo perché dopo ottant'anni di occupazione militare cattocomunista di tutti i mezzi di informazione - quelli ufficiali e quelli travestiti da intrattenimento - che ci si lagni che la destra renda la pariglia, francamente è ridicolo.
Intendiamoci: nessuno prende sul serio né Canfora che dà della neonazista alla Meloni né quest'ultima che reagisce querelandolo. Cosa pensa la nostra presidente del Consiglio? Che un intellettuale superprotetto e superpagato - ammesso che verrà condannato e che la solita magistratura amica non trovi qualche scappatoia o per farlo assolvere o per dargli una pena ridicola - si intimorirà e diventerà più mansueto?
Che poi ai vertici la diatriba serva a nascondere il nulla di ciò che maggioranza e opposizione producono giornalmente, è chiaro. Rifiuto di credere che la Schlein davvero pensi che la Meloni sia l'erede di Mussolini e Hitler. E rifiuto di credere che la Meloni davvero sia entrata in politica col presupposto di rifare il Partito Fascista. Così come mi rifiuto di credere che la maggioranza degli italiani sappia cosa siano il fascismo e l'antifascismo. Il fascismo - con tutti i suoi difetti e le sue magagne che qui non si sono mai negate - fu bellezza, cultura, eleganza, un periodo di grandissima vitalità culturale e intellettuale. Un vero fascista rifiuterebbe di essere rappresentato dai burinozzi supertatuati con l'accento romanoide che spesso si vedono nella destra radicale. L'antifascismo - con tutte le sue ombre, i suoi delitti - nei suoi tratti più genuini fu una lotta contro una dittatura, contro le leggi razziali, contro il controllo totale dei media, che andava oltre le dimensioni partitiche e che soprattutto non era appannaggio dei comunisti ma vide anzi un forte contributo anche delle ali cattoliche, liberali e socialdemocratiche. Un vero antifascista oggi sarebbe schierato contro il green-pass come ha fatto un mio amico molto anziano, partigiano, che all'epoca del Detonatore avevo anche intervistato.
Il problema è ovviamente un altro. Quale?
Destra e sinistra si devono confrontare con un fatto concreto: sono finiti i soldi. E dal momento che per poter essere *autenticamente* dell'una o dell'altra sponda occorrono i quattrini - persino liberalizzare gli ordini professionali, per dire, richiederebbe un sacco di soldi - tutto ciò di cui ha bisogno la politica è di far scannare gli italiani gli uni contro gli altri, configurando le loro identità su battaglie a buon mercato, già vinte, che si compongano di cose senza alcuna importanza. L'elettore di destra non chiede più mercato, meno tasse, meno burocrazia, quello di sinistra non chiede più stato sociale VERO, più lavoro, più tutele contro gli sfruttamenti. Discute il diritto della ninfetta di vendere il proprio corpo su Onlyfans invece di indossare l'abito talare e sgranare il rosario. Da una parte un patetico reazionarismo all'insegna del "si stava meglio quando si stava peggio e le donne indossavano perizomi di bufala, dove andremo a finire signora mia", e dall'altro un progressismo psichiatrico che teorizza la moltiplicazione dei peni e dei sessi, il meticciato culturale prima ancora che razziale, l'omologazione globale al soldo americano prima che l'emancipazione, in un delirio in cui si ambisce che l'alternativa al decidere se ci si possa svegliare maschio o femmina a seconda di cosa ci suggerisca l'estro debba essere per forza quella di vantarsi del proprio monociglio; e dove l'alternativa alla querela di chiunque dica "Ciao bella" per poi un secondo dopo andare nelle chiese del progressismo a cantare "Bella ciao", debba essere la libertà di toccare il culo di una donna contro il suo consenso.
Per cui tanto una parte quanto l'altra hanno bisogno di fingere che certi temi siano rilevanti per il popolo italiano, distraendolo dai veri punti che non soltanto dovrebbero far incazzare tanto l'elettore di sinistra quanto quello di destra, ma anzi dovrebbero unirli. Un paese senza denari inizia ad autocannibalizzarsi. Il Green Deal, ha acutamente osservato qualcuno in giro per la Rete, con le diatribe che inevitabilmente scatenerà nei prossimi anni, ha dato un nuovo motivo per far tornare la gente alle urne. Che è verissimo. Ma se ci pensiamo bene che cosa sta accadendo? Che destra e sinistra si scontrano non su come fare per evitare questa mazzata, ma su come farlo digerire agli italiani? A sinistra già parlano di superbonus, pur sapendo che i soldi non ci sono e che poi la destra tasserà chi l'ha, per forza di cose, accettato. A destra fanno fuoco e fiamme promettendo che non verrà introdotto in Italia, mentre sanno benissimo che se le norme green non verranno introdotte, qualcuno da oltreoceano scatenerà una speculazione finanziaria contro l'Italia per indurla a miti consigli, dato che sono anni che il patrimonio immobiliare è stato attenzionato dagli sciacalli di Wall Street e dai loro servetti europei.
La politica dell'autocannibalismo: scannarsi su cosa mangiare del proprio corpo.
Una volta che si è introiettato questo concetto, si respira a pieni polmoni nella grande vallata della realtà. Ci si rende conto di quanto offensivo sia per l'intelligenza pensare che ci si debba ancora scannare, dopo ottant'anni, su cosa sia stato il Ventennio. La persona normale vede nell'epopea fascista un periodo storico. Fatto di cose buone e di altre meno buone. E poi guarda avanti.
Infatti io a scrivere questo articolo mi sono un po' vergognato perché mi sembra sinceramente di parlare del nulla. Tanto, chi non è d'accordo mi riterrà fascista, chi è d'accordo penserà che in fondo non c'era certo bisogno di me per sapere certe cose.