Le sentenze assertive espresse in forma apodittica risultano ridicole se vengono dai grandi opinion leader, figuriamoci se le scrivesse un signor nessuno qualsiasi come chi state leggendo. E tuttavia, possiamo avere delle sensazioni, delle impressioni ed è queste che vi comunico, invitandovi a dire la vostra.
La mia sensazione è che non ci sarà alcuna escalation nucleare e che si sia di fronte ad una situazione molto simile a quella della mamma che dice al bambino "Vieni subito qua, conto fino a tre: uno, due, due e mezzo, due e tre quarti, due e sette ottavi". In sintesi, tutti minacciano ma nessuno sembra disposto a mettere in pratica certe azioni perché consapevolissimi che le conseguenze potrebbero essere controproducenti.
Ambedue le parti, oggi, hanno armi a sufficienza da poter far saltare l'intero pianeta. E non una ma venti volte. Oltretutto c'è una cosa che si potrebbe dire ma che finora non mi pare di aver letto. Un'arma atomica può essere usata soltanto da un nemico a distanze siderali.
Se andiamo a vedere le bombe di Hiroshima e Nagasaki, noteremo come furono sganciate dagli Stati Uniti, divisi dal Giappone da un immenso oceano. Se gli USA fossero stati confinanti, se ne sarebbero ben guardati.
Se uno dei due paesi usasse l'opzione nucleare, ci sarebbe anche il problema del dopo: Israele dovrebbe prepararsi ad una reazione non solo dell'Iran ma anche di tutto il mondo non occidentale che, sentendosi in pericolo, potrebbe decidere di schierarsi compatto contro lo Stato Ebraico. E viceversa, l'Iran dovrebbe preoccuparsi di un Occidente che, in quel caso, si schiererebbe convintamente contro di esso. E questo vale ovviamente anche per il caso del Donbass. La Federazione Russa sa benissimo che se gettasse qualche confetto termonucleare sull'Ucraina, oltre a rendere inservibili le repubbliche ribelli appena conquistate, dovrebbe prepararsi alla reazione degli Stati Uniti. Per non parlare dei danni economici che ne deriverebbero.
Chiunque lanciasse la bomba atomica, si infilerebbe in una strada senza ritorno perché o l'arma distrugge completamente l'avversario, oppure la risposta, a quel punto inevitabile, provocherà danni anche peggiori. Ormai siamo in una fase di stallo dove si scontrano due mondi inconciliabili che non possono stare insieme se non ambendo l'uno alla distruzione dell'altro. Ma nessuno dei due blocchi può avviare la definitiva resa dei conti senza rischiare la pelle. E questo è uno stallo, a mio avviso, insanabile.
Il massimo a cui credo è qualche "false flag" come la definiscono gli esperti di comunicazione, ovvero qualche notizia falsa al fine di spaventare la gente inducendola, attraverso il terrore, ad accettare cose che normalmente non tollererebbe.
La mia sensazione è che non ci sarà alcuna escalation nucleare e che si sia di fronte ad una situazione molto simile a quella della mamma che dice al bambino "Vieni subito qua, conto fino a tre: uno, due, due e mezzo, due e tre quarti, due e sette ottavi". In sintesi, tutti minacciano ma nessuno sembra disposto a mettere in pratica certe azioni perché consapevolissimi che le conseguenze potrebbero essere controproducenti.
Ambedue le parti, oggi, hanno armi a sufficienza da poter far saltare l'intero pianeta. E non una ma venti volte. Oltretutto c'è una cosa che si potrebbe dire ma che finora non mi pare di aver letto. Un'arma atomica può essere usata soltanto da un nemico a distanze siderali.
Se andiamo a vedere le bombe di Hiroshima e Nagasaki, noteremo come furono sganciate dagli Stati Uniti, divisi dal Giappone da un immenso oceano. Se gli USA fossero stati confinanti, se ne sarebbero ben guardati.
Se uno dei due paesi usasse l'opzione nucleare, ci sarebbe anche il problema del dopo: Israele dovrebbe prepararsi ad una reazione non solo dell'Iran ma anche di tutto il mondo non occidentale che, sentendosi in pericolo, potrebbe decidere di schierarsi compatto contro lo Stato Ebraico. E viceversa, l'Iran dovrebbe preoccuparsi di un Occidente che, in quel caso, si schiererebbe convintamente contro di esso. E questo vale ovviamente anche per il caso del Donbass. La Federazione Russa sa benissimo che se gettasse qualche confetto termonucleare sull'Ucraina, oltre a rendere inservibili le repubbliche ribelli appena conquistate, dovrebbe prepararsi alla reazione degli Stati Uniti. Per non parlare dei danni economici che ne deriverebbero.
Chiunque lanciasse la bomba atomica, si infilerebbe in una strada senza ritorno perché o l'arma distrugge completamente l'avversario, oppure la risposta, a quel punto inevitabile, provocherà danni anche peggiori. Ormai siamo in una fase di stallo dove si scontrano due mondi inconciliabili che non possono stare insieme se non ambendo l'uno alla distruzione dell'altro. Ma nessuno dei due blocchi può avviare la definitiva resa dei conti senza rischiare la pelle. E questo è uno stallo, a mio avviso, insanabile.
Il massimo a cui credo è qualche "false flag" come la definiscono gli esperti di comunicazione, ovvero qualche notizia falsa al fine di spaventare la gente inducendola, attraverso il terrore, ad accettare cose che normalmente non tollererebbe.
Ma, secondo me, niente di più.