Le persone con cui ho i rapporti migliori sono ideologicamente all'opposto del sottoscritto. Mara Pitrone, recentemente scomparsa, di cui ho parlato alla sua morte, quando ero ancora nel mio vecchio blog, non solo è stata la prima lettrice ad uscire allo scoperto e a commentare i miei post, ma mi ha anche aiutato concretamente in più di una circostanza a portare avanti i miei progetti. Molti si stupiranno ma era una donna di sinistra. Militante dapprima del PCI poi sostenitrice - peraltro tiepida e non acritica - del PD, progressista e, purtroppo, vaccinata (dico purtroppo perché da quando si è vaccinata, la sua salute è letteralmente crollata) tuttavia il nostro era un rapporto puramente personale, di cui i miei articoli erano la parte meno importante. Ci volevamo bene e ci stimavamo. Ci divertiva dialogare e confrontarci su tutto per poi farci quattro risate come quando ci incontravamo al ristorante della Sora Lella a Trastevere a cazzeggiare come due compagni di scuola, sebbene lei avesse quasi trent'anni più di me. Più volte le dicevo che se la sinistra fosse fatta da persone come lei, forse sarei meno di destra di quel che sono. Purtroppo, invece, chi frequenta il mondo della sinistra scopre ben presto che, nel 99% dei casi, avrà a che fare con palloni gonfiati, convinti di detenere il Verbo, tanto che Ricolfi sulla cosa ci scrisse un onesto libro. Non che a destra le cose vadano meglio ma, sintetizzando, potremmo dire che mentre a destra scorreggiano ma con soddisfazione e senza ritegno, a sinistra fanno la cosiddetta loffia, la scorreggia silenziosa ma puzzolentissima, che però pretenderebbe di essere considerata odore di cioccolata.
Ma a parte le considerazioni sui flatus ventris e altre celie, ad allontanarmi da una persona è il suo approccio fondamentalistico alle cose. Che mi allarma anche - e, direi, soprattutto - se la pensa come me. Provo una sensazione di disagio, penso che se in quel momento quella persona mi idolatra per il mio pensiero, un giorno potrebbe voltarmi le spalle se poco poco deraglio dai suoi binari. E mi irrigidisco. In generale, chiunque tenti di convincermi partendo da posizioni pregiudiziali, poste con aggressività o, peggio ancora, in modalità manipolative - cioè se non la pensi come me o se non scrivi quello che voglio io, ti tolgo la mia amicizia/stima - ottiene con me esattamente l'opposto: radicalizzare il mio dissenso quasi come se mi divertissi a dirgli di no.

Lo spunto per la riflessione ci è offerto nientepopodimeno che dalla Rowling, creatrice di Harry Potter, che da un bel po' di anni ha preso posizioni nettamente e frontalmente contrarie ai diktat LGBT.
Penso di poter dire che, dopo anni di bombardamento progressista, si stia assistendo alla cosiddetta "eterogenesi dei fini", cioè stia ottenendo l'opposto del fine da perseguire. In sintesi la sensazione corrente è che un bel po' di gente si stia stancando della deriva woke che un certo progressismo ha preso nel dibattito pubblico e questo significa che, evidentemente, qualcosa non sta andando nel verso giusto. Nel momento in cui l'autrice di Harry Potter, che certamente non è né è mai stata una donna di destra (anzi!) sostiene che le donne trans non sono donne, afferma un'ovvietà, contro la quale non so quale bislacca argomentazione si possa opporre. Quel che so è che se uno ha poco poco un briciolo di personalità, se si sente imporre le cose, proverà un innato senso di fastidio o di disgusto. Potrà pure far finta di accettare certe cose ma, dal momento che nella cabina elettorale, "Dio ti vede e Stalin no", alla fine chi ha posizioni conservatrici, farà esattamente l'opposto e voterà chi ritiene possa difendere quei valori che i cosiddetti woke minacciano.
In una democrazia, non esistono valori assoluti se non il modo con cui si gestiscono le alternanze al potere e il dibattito pubblico: nel momento in cui vietiamo, per esempio, un partito oppure un sistema di pensiero, togliamo un mattoncino alla democraticità di una società. I progressisti non si rendono conto che, come recita un proverbio inglese, possono anche portare il cavallo all'abbeveratoio, ma non possono certo obbligarlo a bere. Se la gente inorridisce a vedere una donna con le fattezze più o meno da donna ma con la voce di Ruggero Raimondi con la tracheite e con una sospetta protuberanza in mezzo alle cosce, non si può costringere la gente a trovare la cosa normale. Si può, anzi si deve, dire, come avrebbero detto le compassionevoli nonne del passato, che anche un trans sia "pur sempre una creatura di Dio" e che insomma è cosa buona e giusta che non venga picchiato per la strada. Ma non si può costringere le persone a dire che 2+2 fa 5 perché una cricca di psicopatici ha deciso che bisogna sovvertire l'architettura del sistema nervoso umano.

Un trans non è una donna, la Rowling ha ragione. E se viene messa in galera oppure la mafia della critica inizia a dire che Harry Potter fa schifo, questo conferma soltanto che forse il problema dell'umanità non è Putin ma un Occidente che si definisce democratico come si definiva tale la DDR.
La Germania Est insomma.

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Donna molto intelligente e coraggiosa
Oggi affermare quello che dovrebbe essere ovvio sembra un atto rivoluzionario
Splendido articolo , complimenti per aver colto prima di tutti le parole di una donna molto importante … intelligente e libera
 

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Franco Marino
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