Si narra che Stalin, uomo dal grande senso dell'umorismo, quando gli chiedevano come facesse a distinguere tra i traditori e i semplici incapaci, rispondesse sempre "Dal mio punto di vista, sono uguali. Portano solo danni e quindi vanno eliminati".
Il senso di questa battuta, probabilmente apocrifa, è che in situazioni critiche non si può stare a distinguere tra chi sbaglia per malafede o per incapacità. Per cui quando si sostiene, per esempio, che l'America sostenga il fondamentalismo islamico, di fronte a quella che è ormai un'evidenza, i suoi fan rispondono che l'amministrazione americana, in realtà, è semplicemente fatta da incapaci, non necessariamente da individui in malafede. Poi ci sono quelli che, anche di fronte alla fattualità delle cose, starnazzano di "complottisti" per irridere chi gliele sbatte sotto il naso. Ma il vero punto è come si giunge a questa evidenza?
Il Medio Oriente è diviso tra stati fondamentalisti e stati laici, nel senso che in questi ultimi, sebbene vi sia una forte impronta islamica, è ammesso praticare confessioni religiosi differenti: nella Libia nella quale ho vissuto e lavorato, chiese, sinagoghe e moschee si intrecciavano in un multiculturalismo che piacerebbe tanto a quei fessi che, invece, si sono fatti trascinare nella guerra a Gheddafi, che oggi a distanza di quindici anni stiamo ancora pagando. E questa è la costante di tutta la fantomatica "lotta al terrorismo", attraverso la quale gli Stati Uniti hanno, nel corso degli ultimi vent'anni, sistematicamente destabilizzato gli stati laici - colpevoli di non voler dividere le proprie risorse con loro - e sostenuto i regimi fondamentalisti. Nelle accademie universitarie americane, è un continuo pullulare di intellettuali vicini ai Fratelli Musulmani i quali, tanto per essere chiari, sebbene in linea teorica si dicano contrari alla violenza politica - in quanto, secondo loro, responsabile delle periodiche limitazioni alla libertà indotte dalle classi dirigenti - sostengono alcuni punti chiave nettamente in contrasto con i valori che teoricamente l'Occidente sosterrebbe di difendere:
- La Qutbiyya che si struttura su questi punti: adesione totale alla Sharia, la Jihad come metodo di diffusione e di lotta.
- Il Panislamismo come ideologia predicante l'unione di tutti i popoli musulmani in un'unica istituzione statale, la cosiddetta Dar al-Islam, strutturata come califfato.
Sappiamo anche che negli ultimi 10-15 anni è sorto l'ISIS, che si propone di realizzare i principi sostenuti dai Fratelli Musulmani.
Se, dunque, l'obiettivo dichiarato dell'Occidente è di combattere l'integralismo islamico, si spiega con l'imbecillità o con la malafede il fatto che esso sostenga tutti quei regimi che predicano i principi opposti a quelli della laicità delle istituzioni?
In Siria, in Libia, in Iraq, in Egitto, gli Stati Uniti hanno destabilizzato tutte le classi dirigenti laiche locali, finanziando apertamente tutti quei gruppi che, in opposizione ai regimi locali, sostenevano l'ideologia dell'integralismo islamico. E dunque, la domanda è molto chiara: considerando come la pensano i Fratelli Musulmani, se gli Stati Uniti sostengono sistematicamente *TUTTI* i regimi ispirati a questi principi, che sono i medesimi dell'ISIS, non viene spontaneo dire che gli Stati Uniti sostengono l'ISIS e, dunque, il fondamentalismo? La risposta mi sembra scontata.
La stessa Federazione Russa ha avuto - e, purtroppo, sta tornando ad avere, come abbiamo già visto nell'attentato di Mosca - grossi problemi di terrorismo e, almeno chi ha una certa età e quindi segue Putin sin dagli inizi della sua attività politica, sa benissimo con quanta determinazione la politica russa, sotto la sua presidenza, abbia combattuto il terrorismo islamico di matrice cecena, per giunta senza intaccare in alcun modo il diritto di praticare il proprio culto, visto che a Mosca c'è la più grande moschea d'Europa, bellissima tra l'altro. Ebbene, tutti ricordano come gli USA, in chiave putiniana, sostenessero i ceceni.
Il senso di questa battuta, probabilmente apocrifa, è che in situazioni critiche non si può stare a distinguere tra chi sbaglia per malafede o per incapacità. Per cui quando si sostiene, per esempio, che l'America sostenga il fondamentalismo islamico, di fronte a quella che è ormai un'evidenza, i suoi fan rispondono che l'amministrazione americana, in realtà, è semplicemente fatta da incapaci, non necessariamente da individui in malafede. Poi ci sono quelli che, anche di fronte alla fattualità delle cose, starnazzano di "complottisti" per irridere chi gliele sbatte sotto il naso. Ma il vero punto è come si giunge a questa evidenza?
Il Medio Oriente è diviso tra stati fondamentalisti e stati laici, nel senso che in questi ultimi, sebbene vi sia una forte impronta islamica, è ammesso praticare confessioni religiosi differenti: nella Libia nella quale ho vissuto e lavorato, chiese, sinagoghe e moschee si intrecciavano in un multiculturalismo che piacerebbe tanto a quei fessi che, invece, si sono fatti trascinare nella guerra a Gheddafi, che oggi a distanza di quindici anni stiamo ancora pagando. E questa è la costante di tutta la fantomatica "lotta al terrorismo", attraverso la quale gli Stati Uniti hanno, nel corso degli ultimi vent'anni, sistematicamente destabilizzato gli stati laici - colpevoli di non voler dividere le proprie risorse con loro - e sostenuto i regimi fondamentalisti. Nelle accademie universitarie americane, è un continuo pullulare di intellettuali vicini ai Fratelli Musulmani i quali, tanto per essere chiari, sebbene in linea teorica si dicano contrari alla violenza politica - in quanto, secondo loro, responsabile delle periodiche limitazioni alla libertà indotte dalle classi dirigenti - sostengono alcuni punti chiave nettamente in contrasto con i valori che teoricamente l'Occidente sosterrebbe di difendere:
- La Qutbiyya che si struttura su questi punti: adesione totale alla Sharia, la Jihad come metodo di diffusione e di lotta.
- Il Panislamismo come ideologia predicante l'unione di tutti i popoli musulmani in un'unica istituzione statale, la cosiddetta Dar al-Islam, strutturata come califfato.
Sappiamo anche che negli ultimi 10-15 anni è sorto l'ISIS, che si propone di realizzare i principi sostenuti dai Fratelli Musulmani.
Se, dunque, l'obiettivo dichiarato dell'Occidente è di combattere l'integralismo islamico, si spiega con l'imbecillità o con la malafede il fatto che esso sostenga tutti quei regimi che predicano i principi opposti a quelli della laicità delle istituzioni?
In Siria, in Libia, in Iraq, in Egitto, gli Stati Uniti hanno destabilizzato tutte le classi dirigenti laiche locali, finanziando apertamente tutti quei gruppi che, in opposizione ai regimi locali, sostenevano l'ideologia dell'integralismo islamico. E dunque, la domanda è molto chiara: considerando come la pensano i Fratelli Musulmani, se gli Stati Uniti sostengono sistematicamente *TUTTI* i regimi ispirati a questi principi, che sono i medesimi dell'ISIS, non viene spontaneo dire che gli Stati Uniti sostengono l'ISIS e, dunque, il fondamentalismo? La risposta mi sembra scontata.
La stessa Federazione Russa ha avuto - e, purtroppo, sta tornando ad avere, come abbiamo già visto nell'attentato di Mosca - grossi problemi di terrorismo e, almeno chi ha una certa età e quindi segue Putin sin dagli inizi della sua attività politica, sa benissimo con quanta determinazione la politica russa, sotto la sua presidenza, abbia combattuto il terrorismo islamico di matrice cecena, per giunta senza intaccare in alcun modo il diritto di praticare il proprio culto, visto che a Mosca c'è la più grande moschea d'Europa, bellissima tra l'altro. Ebbene, tutti ricordano come gli USA, in chiave putiniana, sostenessero i ceceni.
Quando Putin sostiene che l'Occidente appoggia il terrorismo, dice la verità. Che poi questa sia dolorosa, è un problema di chi ha scelto di sacrificare la propria indipendenza di giudizio e il proprio spirito critico. Dopodiché, alla domanda se gli Stati Uniti lo facciano per malafede - ammesso che a certi livelli si possa dubitarne - o per imbecillità, il fatto è che, dal punto di vista di chiunque debba gestire la sicurezza del proprio paese, è uguale.