Ho letto come tutti le polemiche della professoressa Donatella Di Cesare che ha scritto un tweet - poi rimosso - dove celebra la scomparsa di Barbara Balzerani, nota terrorista delle Brigate Rosse.
Di per sé, la polemica è del tutto sterile e inutile. Intanto perché parte dal mendace e fallace presupposto che la Di Cesare abbia esaltato il terrorismo, mentre ha semplicemente celebrato una "compagna" con la quale condivideva idee comuni, pur riconoscendo la diversità delle vie percorse: sottinteso "Non condivido il terrorismo". Può non piacere la cosa - io l'ho trovata inopportuna, per vari motivi - ma non esiste alcun estremo perché si possa muovere un'azione disciplinare contro di lei.
Ma non è di questo che mi interessa parlare, quanto di evadere dalla dicotomia destra-sinistra che si scatena in questi casi e concentrarmi sulle pelose reazioni alle parole della Di Cesare che sono quantomeno sospette e dettate da una lunghissima coda di paglia. E per capirlo, bisogna partire da cosa furono, in sintesi, le Brigate Rosse.
Le BR credevano che l'Italia e in generale l'Occidente facessero parte dello Stato Imperialista delle Multinazionali, sbrigativamente abbreviato in SIM e che quindi si stava consolidando sempre di più un ordine mondiale ove le aziende sarebbero state più ricche e potenti degli stati nazionali, con questi ultimi che sarebbero sopravvissuti unicamente a scopi repressivi: ossia praticamente ciò che oggi potreste tranquillamente leggere in qualsiasi pagina rossobruna, da parte di coloro che "lottano contro il globalismo". Nel momento in cui, sui social, si scrive che i vaccini ci vengono imposti dalle multinazionali del farmaco, che i lavori green ci vengono imposti dalle multinazionali del fotovoltaico, che le guerre servono ad arricchire le multinazionali che vendono armi, non si sta facendo altro che ripetere tale e quale almeno metà di ciò che sostenevano le Brigate Rosse. Se leggeste un comunicato delle BR e lo confrontaste con un qualsiasi post o tweet di Diego Fusaro, non trovereste - non solo nei contenuti ma, curiosamente, anche nello stile - alcuna differenza. E fin qui sia le BR che Fusaro hanno ragione.
Dove inizia il torto delle Brigate Rosse e di Fusaro sta nella convinzione che la via d'uscita, il sol dell'avvenire contro "lo SIM" potesse incarnarsi nell'URSS, che è l'esempio di una riuscita - almeno finché è durata - fusione tra stato e multinazionali e di non aver dunque fotografato la specularità dei sistemi di potere USA-URSS, che si somigliano molto di più di quanto differiscano. Anche gli Stati Uniti sono un sistema sovietico, con l'unica differenza che si struttura attraverso proxy pensati unicamente per nasconderne la natura totalitaria.
Ma naturalmente non è questo il punto che interessa all'informazione, anzi è bene che si oscuri, perché il vero punto è un altro: le Brigate Rosse, come anche il terrorismo nero - e mi riferisco alla parte di "coloro che ci credevano davvero" - hanno avuto il "torto" di fare qualcosa che noi tutti abbiamo rimosso dalla nostra forma mentis: versare sangue, quello proprio e altrui, giocarsi la vita, quella propria e quella altrui, pur di ribellarsi a ciò che riteniamo - a torto o a ragione - ingiusto.
Perché il punto che nessuno vuole capire è che se tu - a torto o a ragione - sostieni che una multinazionale del farmaco vuole prendersi i tuoi figli per costringerli a vaccinarsi, casomai per impiantargli qualche microchip, per ridurre la loro fertilità o per fargli venire qualche malattia al fine di ingozzare i conti delle case farmaceutiche, ebbene, se sostieni questo, l'ultimo dei tuoi problemi deve essere quello di fare attentati, sparare alla gente, mettere bombe e versare sangue. Ed è esattamente questo il motivo per cui si stramaledice la Balzerani: perché era un'esponente di primo piano di un gruppo di persone che, pur di difendere le idee in cui credevano - per me sbagliate, ma non è questo il punto - hanno rischiato la propria pelle e si sono fatti anni e anni di carcere.
Voi capite benissimo che se passa il principio che di una classe dirigente ritenuta oppressiva ci si possa ribellare soltanto versando sangue, moltissimi, tra tutti coloro che da intellettuali, artisti di regime, politici, funzionari pubblici, imprenditori, hanno sostenuto questo sistema, dovrebbero cominciare a scapparsene a gambe levate.
Immaginate un movimento che inizi ad ammazzare tutti i giornalisti che hanno insultato i non vaccinati, tutti gli imprenditori che hanno fatto affari col terrore, tutti i politici che hanno multato gli ultracinquantenni non vaccinati e che hanno deliberato che si potessero sospendere i diritti di coloro che non si sono vaccinati, tutti gli artisti di regime che hanno irriso tutti quelli che avevano nutrito dubbi. Immaginate un movimento che, in sintesi, inizi ad ammazzare tutti quelli che negli ultimi anni ci hanno reso la vita difficile, facendo esattamente le stesse cose delle Brigate Rosse.
Ed immaginate di stare dalla parte di quelli che questo movimento si propone di difendere. Di avere in famiglia gente che ci ha rimesso la salute per un vaccino di merda. Ecco: non venite a dirmi che vi strappereste i capelli dalle vostre teste. Perché tanto non vi credo.
Dopodiché, è senza dubbio vero che le Brigate Rosse, pur avendo indovinato la diagnosi, proponevano una cura peggiore della malattia. E' vero che, da un certo momento in poi, furono infiltrate dagli Stati Uniti, per aizzare l'opinione pubblica contro il socialismo reale. E dunque è vero che tutto quel baccano ad un certo momento si rivelò controproducente.
Di per sé, la polemica è del tutto sterile e inutile. Intanto perché parte dal mendace e fallace presupposto che la Di Cesare abbia esaltato il terrorismo, mentre ha semplicemente celebrato una "compagna" con la quale condivideva idee comuni, pur riconoscendo la diversità delle vie percorse: sottinteso "Non condivido il terrorismo". Può non piacere la cosa - io l'ho trovata inopportuna, per vari motivi - ma non esiste alcun estremo perché si possa muovere un'azione disciplinare contro di lei.
Ma non è di questo che mi interessa parlare, quanto di evadere dalla dicotomia destra-sinistra che si scatena in questi casi e concentrarmi sulle pelose reazioni alle parole della Di Cesare che sono quantomeno sospette e dettate da una lunghissima coda di paglia. E per capirlo, bisogna partire da cosa furono, in sintesi, le Brigate Rosse.
Le BR credevano che l'Italia e in generale l'Occidente facessero parte dello Stato Imperialista delle Multinazionali, sbrigativamente abbreviato in SIM e che quindi si stava consolidando sempre di più un ordine mondiale ove le aziende sarebbero state più ricche e potenti degli stati nazionali, con questi ultimi che sarebbero sopravvissuti unicamente a scopi repressivi: ossia praticamente ciò che oggi potreste tranquillamente leggere in qualsiasi pagina rossobruna, da parte di coloro che "lottano contro il globalismo". Nel momento in cui, sui social, si scrive che i vaccini ci vengono imposti dalle multinazionali del farmaco, che i lavori green ci vengono imposti dalle multinazionali del fotovoltaico, che le guerre servono ad arricchire le multinazionali che vendono armi, non si sta facendo altro che ripetere tale e quale almeno metà di ciò che sostenevano le Brigate Rosse. Se leggeste un comunicato delle BR e lo confrontaste con un qualsiasi post o tweet di Diego Fusaro, non trovereste - non solo nei contenuti ma, curiosamente, anche nello stile - alcuna differenza. E fin qui sia le BR che Fusaro hanno ragione.
Dove inizia il torto delle Brigate Rosse e di Fusaro sta nella convinzione che la via d'uscita, il sol dell'avvenire contro "lo SIM" potesse incarnarsi nell'URSS, che è l'esempio di una riuscita - almeno finché è durata - fusione tra stato e multinazionali e di non aver dunque fotografato la specularità dei sistemi di potere USA-URSS, che si somigliano molto di più di quanto differiscano. Anche gli Stati Uniti sono un sistema sovietico, con l'unica differenza che si struttura attraverso proxy pensati unicamente per nasconderne la natura totalitaria.
Ma naturalmente non è questo il punto che interessa all'informazione, anzi è bene che si oscuri, perché il vero punto è un altro: le Brigate Rosse, come anche il terrorismo nero - e mi riferisco alla parte di "coloro che ci credevano davvero" - hanno avuto il "torto" di fare qualcosa che noi tutti abbiamo rimosso dalla nostra forma mentis: versare sangue, quello proprio e altrui, giocarsi la vita, quella propria e quella altrui, pur di ribellarsi a ciò che riteniamo - a torto o a ragione - ingiusto.
Perché il punto che nessuno vuole capire è che se tu - a torto o a ragione - sostieni che una multinazionale del farmaco vuole prendersi i tuoi figli per costringerli a vaccinarsi, casomai per impiantargli qualche microchip, per ridurre la loro fertilità o per fargli venire qualche malattia al fine di ingozzare i conti delle case farmaceutiche, ebbene, se sostieni questo, l'ultimo dei tuoi problemi deve essere quello di fare attentati, sparare alla gente, mettere bombe e versare sangue. Ed è esattamente questo il motivo per cui si stramaledice la Balzerani: perché era un'esponente di primo piano di un gruppo di persone che, pur di difendere le idee in cui credevano - per me sbagliate, ma non è questo il punto - hanno rischiato la propria pelle e si sono fatti anni e anni di carcere.
Voi capite benissimo che se passa il principio che di una classe dirigente ritenuta oppressiva ci si possa ribellare soltanto versando sangue, moltissimi, tra tutti coloro che da intellettuali, artisti di regime, politici, funzionari pubblici, imprenditori, hanno sostenuto questo sistema, dovrebbero cominciare a scapparsene a gambe levate.
Immaginate un movimento che inizi ad ammazzare tutti i giornalisti che hanno insultato i non vaccinati, tutti gli imprenditori che hanno fatto affari col terrore, tutti i politici che hanno multato gli ultracinquantenni non vaccinati e che hanno deliberato che si potessero sospendere i diritti di coloro che non si sono vaccinati, tutti gli artisti di regime che hanno irriso tutti quelli che avevano nutrito dubbi. Immaginate un movimento che, in sintesi, inizi ad ammazzare tutti quelli che negli ultimi anni ci hanno reso la vita difficile, facendo esattamente le stesse cose delle Brigate Rosse.
Ed immaginate di stare dalla parte di quelli che questo movimento si propone di difendere. Di avere in famiglia gente che ci ha rimesso la salute per un vaccino di merda. Ecco: non venite a dirmi che vi strappereste i capelli dalle vostre teste. Perché tanto non vi credo.
Dopodiché, è senza dubbio vero che le Brigate Rosse, pur avendo indovinato la diagnosi, proponevano una cura peggiore della malattia. E' vero che, da un certo momento in poi, furono infiltrate dagli Stati Uniti, per aizzare l'opinione pubblica contro il socialismo reale. E dunque è vero che tutto quel baccano ad un certo momento si rivelò controproducente.
Ma quando vedo tutta la classe dirigente italiana scagliarsi contro la Balzerani e contro la Di Cesare, io tutto quel che vedo è una lunghissima coda di paglia. Perché in fin dei conti le classi dirigenti sanno benissimo che se in questo paese ritornassero le Brigate, di qualsiasi colore, rosse, nere, bianche, azzurre, verdi, viola, accanto ai fischi delle pallottole, si sentirebbe anche un grandissimo puzzo di quella cacca che la stragrande maggioranza della classe dirigente si farebbe addosso.