"Cet animal est fort méchant, quand on l’attaque il se défend". Questo animale è molto cattivo, quando lo attacchiamo lui si difende.
La prima volta che lessi questo divertente proverbio francese fu in un'intervista a Confalonieri, storico braccio destro di Berlusconi, che a chi gli chiedeva conto del perché il Cavaliere si fosse fatto tanti nemici, citava questo detto per spiegare che erano questi ultimi a rompergli le scatole, non lui a cercarseli. Questo paradosso è ricorrente dalla notte dei tempi, anche perché quando si vuole attaccare qualcuno, non bisogna soltanto limitarsi a muovere le truppe contro di lui ma anche disporre di una robusta giustificazione per poter farlo, altrimenti tutti gli altri penseranno che la prossima volta toccherà a loro. Ecco perché si parla di "casus belli". La storia è piena di pretesti, spesso storicamente rivelatisi falsi, per dichiarare guerra a qualcuno senza allarmare gli altri.

Viene da pensare a questo proverbio quando tutti si scandalizzano perché Putin minaccia una guerra nucleare. E, a tal riguardo, la situazione in cui si trova il capo del Cremlino è quella di un animale braccato. Ad est viene minacciato dai cinesi che, con buona pace dei gonzi che pensano ai BRICS come una sorta di nuova NATO antiamericana, sono tutt'altro che interessati a far cadere gli americani. Ad ovest viene braccato dagli ucraini, cioè dagli americani. Da due anni, a colpi di sanzioni e di provocazioni, si cerca in tutti i modi di stimolare una reazione di Putin. C'è da stupirsi che Putin reagisca minacciando?
Invece suggerirei di concentrarsi su una specifica minaccia del Pentagono: "Se Kiev perde la guerra con la Federazione Russa, è inevitabile un intervento della NATO". Cosa significa questo, in soldoni? Che se l'Ucraina capitola, gli americani avranno il pretesto di attaccare la Russia e, a quel punto, la reazione nucleare di Putin sarà inevitabile. Ma verrà al culmine di una lunga serie di provocazioni scatenate proprio da quell'Occidente che lo accusa di ogni nequizia.

Il presidente russo, sembra incredibile dopo due anni di character assassination, è l'esatto opposto del folle, fanatico che l'iconografia occidentale vorrebbe descrivere. E' un signore dai nervi d'acciaio, consapevolissimo che ogni singolo errore potrebbe ritorcersi contro di lui. E niente di meno, invece di nuclearizzare gli americani come probabilmente avrebbe fatto cicciobomba dalla Corea, addirittura si permette di dire "Se tenterete di aggredirmi, mi offenderò".
Non c'è che dire: è proprio un animale cattivo. Si permette persino di minacciare i suoi aggressori, ohibò.

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"Se Kiev perde la guerra con la Federazione Russa, è inevitabile un intervento della NATO". Significa che combatteranno gli europei: gli americani si tireranno fuori con la scusa della vittoria di Trump. Gli europei non hanno scampo contro l'esercito russo, ma bastano e avanzano per tenerlo impegnato mentre Washington tenta di rimettere in riga Pechino. L'ostilità sino-russa è al momento improbabile, ma i Brics sono una gigantesca bolla, mi pare evidente.
 
Durante l'ultimo discorso alla Duma Putin ha dichiarato "Secondo gli economisti facenti parte del BRICS il PIL dei paesi BRICS entro il 2030 aumenterà del 53% mentre quello dei paesi occidentali alleati agli USA o "amici" aumenterà del 23%". Putin e la Russia hanno già vinto. Il resto sono schermaglie.
 

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Franco Marino
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