Mentre da ieri gli italiani sono concentrati sul nulla, ossia la separazione tra Fedez e la Ferragni - degno e scontato epilogo di una tragicommedia sin dal principio intinta nel calamaio del kitsch - nel mondo stanno accadendo alcune cose molto preoccupanti e, dal mio punto di vista, ben più importanti del divorzio tra questi due signori.
Come prima cosa, le dichiarazioni della Von Der Layen, di cui tutti analizzano il testo, senza concentrarsi sul sotto testo che è la parte più importante del discorso. Che però richiede una premessa.

Una democrazia può paragonarsi ad un matrimonio. Tra due coniugi, le parti possono talvolta avere interessi contrastanti ma si impegnano per rispettarsi reciprocamente e venirsi incontro, cercando di rispettare diritti e doveri, anche perché un matrimonio dove i diritti sono soltanto di una parte e i doveri soltanto dell'altra, in realtà si chiama madamato. E se questa situazione si riverbera nella politica, ecco che andiamo incontro, dritti dritti, alle purghe staliniane o all'olio di ricino, a seconda di come vi definiate. A tal proposito, una delle cose che mi ha sempre colpito del tanto deprecato Putin è l'umanità con cui ha sempre parlato dei suoi avversari politici, verso i quali ha sempre pronunciato parole di elogio. Fu così con la morte di Gorbaciov e fu così con quella di Zirinovskj. Qualcuno può, con ragione, dire che sia magnanimità strumentale alla propaganda. Ma in una democrazia, la forma è sostanza. Un grande leader politico che rispetti gli avversari politici - salvo che non siano buffoni al servizio dei servizi come Navalny - mostra sicuramente di avere un rispetto maggiore per la democrazia di quello che Biden ha per Trump o che nel PD hanno per la Meloni.
Ma l'opposizione a Putin in Russia c'è ed è molto più forte di quanto sia stata quella di Navalny, con l'unica differenza che nessuno degli avversari ha mai messo in dubbio la necessità di salvaguardare l'unità della Federazione Russa: ecco dunque le orazioni funebri alla morte dei suoi avversari.

Viceversa, la Von Der Layen non si è limitata a dire che non si alleerà con una specifica parte politica - cosa che, del resto, rientra nei suoi diritti - ma ha addirittura accusato i partiti della destra di non essere democratici, di fatto delegittimando tutti coloro che sono critici sulla gestione della vicenda ucraina come "amici di Putin". E questa dichiarazione - di una gravità e pericolosità inaudita - sta facendo passare il messaggio che ogni forza parlamentare, che sulle vicende geopolitiche ha opinioni differenti rispetto all'azione di governo ma che comunque si misura democraticamente nel dibattito europeo, non meriti di essere trattata secondo le regole della democrazia.
E non basta. Sempre nella giornata di ieri, alcuni giornalisti hanno auspicato che tutti coloro che non sono allineati con la narrazione filoucraina, siano accusati di un reato che pochi conoscono: intelligenze con lo straniero a scopo di guerra contro lo stato italiano, Art. 243 del codice penale. "Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, è punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se la guerra segue, si applica la pena di morte; se le ostilità si verificano, si applica l'ergastolo".
Di questo articolo, di derivazione fascista, è rimasto intatto tutto, fuorché la pena di morte, sostituita dall'ergastolo. Per il resto, si tratta di un articolo volutamente fumoso, in quanto non si specifica chiaramente cosa siano queste ostilità, non si chiarisce se si applica soltanto a situazioni di guerra o anche in quelle circostanze borderline dove di fatto siamo in guerra ma, in teoria, non lo siamo. Ma anche alla luce delle accuse che spesso sono state mosse contro i dissidenti, è palese che siamo di fronte ad una conclamata volontà di perseguire chiunque non si allinei alla comunicazione di guerra che ormai pervade i media italiani e che già, sui social mainstream, si sta perpetrando in spregio ad una miriade di leggi che, in teoria, dovrebbero consentire ad una persona di dire quel che le pare, senza doversi preoccupare di passare dieci anni in galera.

In sostanza, mentre gli italiani si baloccano con i Ferragnez - come se dalle loro ricchezze derivasse la propria povertà e con la fine della loro storia ne ricaveranno chissà quale dividendo - ci stanno sottraendo (rectius: ci hanno già sottratto) la democrazia da sotto al naso, trasformando il dissenso in un reato.
Sveglia!


Franco Marino



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Comments

...somiglia tanto a quella storia di ottanta e passa, anni fa... così si comincia e poi, non si finisce più... se non con un bel nodo... sopra o sotto... poco importa... e tutto per la "democraxia"...😉
 
Tu trovi sempre il famoso ago nel pagliaio!!!!
Qualche giorno fa ho messo sulla mi pagina un'intervista TV fatta al direttore dell'Economist: Sig.a Zanny Minton Beddoest da dove ho estrapolato la parte allucinante quando dichiara testualmente
""""É chiaro che aiutare l'Ucraina è assolutamente l'unica meno costosa possibile via per rafforzare la sicurezza degli Stati Uniti. I combattimenti sono fatti dagli ucraini, quella gente viene uccisa, gli USA e gli Europei forniscono le armi e in questo modo respingiamo Putin""""
Nella prima parte, conferma i timori degli USA e degli attuali funzionari EU sul pericolo del "conservatorismo" pericolosamente di destra anti-europeo, anti-globalista, anti-immigrazionista rappresentato in Europa da Victor Orban, Marine Le Pen e in Italia da Giorgia Meloni (che lei chiama "Maloney")
 

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