In un gruppo di discussione che frequentavo molti ma molti anni fa - i social erano ancora di là da venire - c'era un personaggio davvero molto bizzarro, che si vantava da mane a sera di cose che non aveva mai fatto. La sua convinzione era che tanto nessuno sarebbe mai intervenuto a smentirlo. Quando un giorno si iscrisse un suo compagno di scuola, incominciò a dare in escandescenza in un misto di rabbia e paure: era palese che da quel momento in poi, essendo presente qualcuno che avrebbe confutato tutte le sue vanterie, avevano scoperto il suo nervo dolente.
Analogamente, un sistema di potere strilla e dà in escandescenza sempre e comunque nei punti dove si sente debole e, dunque, la paura dell'Occidente per Putin nasce dal fatto che i veri padroni del nostro paese vedono nel leader del Cremlino un potenziale pericolo e bisogna provare a capire perché.

Come prima cosa, ciacolare di legami tra questo e quel politico con Putin - e addirittura chiederne le dimissioni - con l'aria di chi svela chissà quale scandalo, significa non aver presente che esiste un vasto fronte non solo di italiani ma anche di europei - e io sono tra questi - che, se un domani si ufficializzasse un'alleanza tra il proprio paese e Putin, stapperebbero lo champagne. Quindi, questa è un'arma scarica: l'elettorato medio di destra è filorusso o comunque non ostile a Putin e, soprattutto, del tutto immune alle scemenze narrate dai media di regime.
Seconda cosa, riponete lo champagne in cantina: ad oggi non c'è una possibilità concreta che il paese si putinizzi, perché con 115 basi tra quelle NATO e quelle semplicemente americane, se qualcuno palesasse simpatie filorusse, verrebbe travolto da una speculazione finanziaria che lo farebbe, di fatto fallire. Se qualcuno crede davvero che la Meloni sia diventata filoucraina, evidentemente non conosce le armi di ricatto che gli Stati Uniti sono in grado di mettere in atto.
Le dichiarazioni di Salvini semplicemente vanno interpretate come meramente tattiche. Mano mano che la sudditanza della Meloni nei confronti degli Stati Uniti si acuirà, si aprirà un fronte che consentirà a Salvini di acquisire consenso presso quella parte di elettorato di destra che, deluso dal governo, a fine legislatura cercherà qualche altra sponda a destra. Oggi Giorgia gode, secondo i sondaggi, di un consenso maggiore rispetto a quello del Settembre del 2022. Ma i sondaggi non valgono nulla, come dimostra proprio il crollo di Salvini che è passato dal 34% del 2019, all'8% del 2022, quadrimezzando in soli tre anni un consenso che ad un certo momento aveva fatto pensare che potesse addirittura diventare il nuovo Duce, ma che può tranquillamente ricostituirsi, soprattutto considerando anche l'aumento dell'astensione che, di fatto, farà schizzare più in alto le percentuali dei singoli partiti.

Ma perché tutti temono un leader di ispirazione putiniana? Perché un Putin italiano farebbe piazza pulita di tutti i nemici del paese esattamente come il Putin originale ha fatto piazza pulita dei tanti agenti stranieri che avevano portato la Russia ad un passo dalla balcanizzazione. Il sistema strilla nei punti dove si sente più debole e il punto più debole è proprio la prospettiva di un leader putiniano col quale la pacchia dei padroni di oggi sarebbe finita. Ma ad oggi non c'è nessuna possibilità che al potere vada un leader putiniano né Putin ha mai dato il concreto segnale di voler appoggiare una svolta anti-NATO in Italia.
Non ne ha la voglia ma, soprattutto, non ne ha la forza.

Franco Marino


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Io non voglio un leader putiniano, voglio un leader che faccia gli interessi dell'Italia. Se Putin ci protegge come protegge gli abitanti di Donetsk, stiamo freschi.
 

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