Se a Carnevale mi travestissi da Berlusconi e iniziassi ad imitarlo con i suoi intercalari e col suo timbro di voce, non per questo nel mio conto in banca apparirebbero i miliardi di euro che quel geniale imprenditore aveva sul suo conto. E invece, un errore che vedo fare da molti è quello di pensare che un sistema che si definisce democratico, automaticamente lo sia.
In realtà, se escludiamo la Corea del Nord - e non essendo un nordcoreanologo, non potrei confermarlo - nessun sistema di valori si definisce antidemocratico.
Senza citare la Federazione Russa, che è almeno ufficialmente una democrazia, prendiamo la Cina. Se voi parlaste con un cinese, questi vi spiegherebbe per filo e per segno perché il suo sistema è democratico e il nostro no. Ma neanche il fascismo e il nazismo, che per giunta al potere ci arrivarono seguendo regolari elezioni, soppressero mai ufficialmente la democrazia. Il carattere democratico e liberale di un sistema politico è desunto sempre dalla prassi, mai dalla teoria.
Così l'errore che molti commettono è quello di basare la propria valutazione di un sistema sulla base di come esso si presenti. Mentre una volta che si comprende questo aspetto, si fuoriesce dall'opprimente gabbia dialettica che l'Occidente ha costruito attorno alle coscienze dei suoi cittadini e si respira a pieni polmoni, camminando verso la comprensione delle cose e rendendosi conto di quanta propaganda i media dell'una o dell'altra fazione diffondono contro gli avversari.
Queste riflessioni scaturiscono da un articolo del mio ex-direttore il quale, sul giornale dove scrivevo, pubblica la storia dei ragazzi della Bocconi, sospesi per sei mesi per aver criticato, sui social, la presenza di bagni gender fluid nella propria facoltà. Il buon Fais, nel condannare - giustamente - una decisione così demenziale, mette una carne di pregiatissima qualità sul fuoco per poi bruciarla tutta quando sostiene che "le rivoluzioni nella storia non hanno mai funzionato e che soltanto il riformismo è ragionevole" e che "quello che si sta cercando è palesemente il conflitto, la guerra aperta, la creazione di due fronti in lotta". In sostanza sostiene che qualcuno, da dietro le quinte, sta cercando di mettere i cittadini gli uni contro gli altri. E il ragionamento, oltre a contenere quel complottismo che spesso - a torto - Fais mi ha rimproverato, contiene l'errore tipico di chi crede che i flussi della storia seguano il pilota automatico di un'ideologia politica e non semplicemente motivazioni di carattere economico.
Quel che, in realtà, sta accadendo in Italia come in tutto l'Occidente, è, in realtà, molto semplice: una guerra tra cosche mafiose diversa per proporzioni ma analoga per struttura a quelle che si verificano per le strade di Palermo, di Napoli o della Calabria. Si stanno scontrando, su vari fronti, sistemi di potere che basano la propria sopravvivenza unicamente sul consenso dei propri cittadini, per soddisfare i quali necessitano di rapinare risorse ad altri territori. Ed è sin troppo naturale e ovvio che quando una delle due cosche tenta di sottomettere l'altra, criminalizzando i suoi valori, chi si sente aggredito, chi si vede impoverito, vede i valori dell'aggressore come il fumo negli occhi e reagirà violentemente. Per inciso, se il gender fluid si accompagnasse ad una grande crescita economica, a più posti di lavoro, ad una ricca pensione, farebbero praticamente tutti a gara per diventare gay. Dal momento che l'imposizione di queste teorie coincide con un momento di grave depressione economica e sociale, ecco che chi subisce gli effetti di questa crisi identificherà nei valori della fluidità la causa e l'origine della propria sofferenza, provocando rigurgiti omofobici e revanscistici, radicalizzando il proprio tradizionalismo. Film già visto nella Russia di Eltsin.
Le teorie gender, questo nessuno riesce a capirlo, sono un pretesto esattamente come è un pretesto il presunto tradizionalismo di Putin. E' pura propaganda mirata alla giustificazione delle proprie azioni né più né meno di quanto un capomafia, per giustificare la propria fame di potere, vi dirà che in realtà lui vi chiede il pizzo non per arricchirsi personalmente ma per sfamare i carcerati che stanno in galera.
La famosa legge Zan, che in teoria avrebbe dovuto sancire la vittoria dell'ideologia LGBT di sinistra contro il tradizionalismo cristianfascista, è stata sabotata dalla stessa sinistra che, tuttavia, ha bisogno di creare la malattia che giustifichi la propria presenza per poi evitare la somministrazione della cura che eradicherà la malattia che, a quel punto, renderebbe inutile la sinistra stessa. Come la gag di Ficarra e Picone per la quale il segreto per arricchirsi come medico non è far morire o curare un paziente ma tenerlo in agonia.
Non sono i bagni gender fluid a far diventare gay chi non lo è né tantomeno la famiglia tradizionale si difende picchiando gay, transessuali e quant'altro. Questa è pura esteriorità, per rimbecillire ancor di più i fessi.
Semplicemente, siamo di fronte ad una faida tra gruppi di potere che finirà nel sangue come sempre accade quando più clan mafiosi, ciascuno col proprio carico di affiliati da mantenere, si contendono le risorse limitate di un determinato territorio. Parlare di questa come delle tante scemenze che ogni giorno il sistema getta sulle masse per aizzare i cittadini gli uni contro gli altri, significa vivere nel mondo delle favole perché la realtà è che, molto semplicemente, le nazioni, tradizionalmente intese, stanno fallendo e stiamo andando incontro ad una resa dei conti dovuta all'incancrenimento di problemi di almeno duecento anni e che, dopo aver messo tanta polvere sotto il tappeto, adesso escono fuori.
Concentrarsi su "bagni gender fluid sì o no" significa concentrarsi su una questione meramente esteriore di un conflitto che ha, invece, caratteri unicamente ed esclusivamente economici.
Proprio per questo, non c'è riformismo che tenga. La resa dei conti è ormai inevitabile. E, per certi versi, persino auspicabile.
In realtà, se escludiamo la Corea del Nord - e non essendo un nordcoreanologo, non potrei confermarlo - nessun sistema di valori si definisce antidemocratico.
Senza citare la Federazione Russa, che è almeno ufficialmente una democrazia, prendiamo la Cina. Se voi parlaste con un cinese, questi vi spiegherebbe per filo e per segno perché il suo sistema è democratico e il nostro no. Ma neanche il fascismo e il nazismo, che per giunta al potere ci arrivarono seguendo regolari elezioni, soppressero mai ufficialmente la democrazia. Il carattere democratico e liberale di un sistema politico è desunto sempre dalla prassi, mai dalla teoria.
Così l'errore che molti commettono è quello di basare la propria valutazione di un sistema sulla base di come esso si presenti. Mentre una volta che si comprende questo aspetto, si fuoriesce dall'opprimente gabbia dialettica che l'Occidente ha costruito attorno alle coscienze dei suoi cittadini e si respira a pieni polmoni, camminando verso la comprensione delle cose e rendendosi conto di quanta propaganda i media dell'una o dell'altra fazione diffondono contro gli avversari.
In estrema sintesi,
un sistema di potere è sempre, per definizione, antidemocratico. Quando è democratico, è tale obtorto collo. Due sistemi di potere non si scontrano mai per ragioni ideologiche o per "difendere la democrazia" ma solo per ragioni economiche o di potere.Queste riflessioni scaturiscono da un articolo del mio ex-direttore il quale, sul giornale dove scrivevo, pubblica la storia dei ragazzi della Bocconi, sospesi per sei mesi per aver criticato, sui social, la presenza di bagni gender fluid nella propria facoltà. Il buon Fais, nel condannare - giustamente - una decisione così demenziale, mette una carne di pregiatissima qualità sul fuoco per poi bruciarla tutta quando sostiene che "le rivoluzioni nella storia non hanno mai funzionato e che soltanto il riformismo è ragionevole" e che "quello che si sta cercando è palesemente il conflitto, la guerra aperta, la creazione di due fronti in lotta". In sostanza sostiene che qualcuno, da dietro le quinte, sta cercando di mettere i cittadini gli uni contro gli altri. E il ragionamento, oltre a contenere quel complottismo che spesso - a torto - Fais mi ha rimproverato, contiene l'errore tipico di chi crede che i flussi della storia seguano il pilota automatico di un'ideologia politica e non semplicemente motivazioni di carattere economico.
Quel che, in realtà, sta accadendo in Italia come in tutto l'Occidente, è, in realtà, molto semplice: una guerra tra cosche mafiose diversa per proporzioni ma analoga per struttura a quelle che si verificano per le strade di Palermo, di Napoli o della Calabria. Si stanno scontrando, su vari fronti, sistemi di potere che basano la propria sopravvivenza unicamente sul consenso dei propri cittadini, per soddisfare i quali necessitano di rapinare risorse ad altri territori. Ed è sin troppo naturale e ovvio che quando una delle due cosche tenta di sottomettere l'altra, criminalizzando i suoi valori, chi si sente aggredito, chi si vede impoverito, vede i valori dell'aggressore come il fumo negli occhi e reagirà violentemente. Per inciso, se il gender fluid si accompagnasse ad una grande crescita economica, a più posti di lavoro, ad una ricca pensione, farebbero praticamente tutti a gara per diventare gay. Dal momento che l'imposizione di queste teorie coincide con un momento di grave depressione economica e sociale, ecco che chi subisce gli effetti di questa crisi identificherà nei valori della fluidità la causa e l'origine della propria sofferenza, provocando rigurgiti omofobici e revanscistici, radicalizzando il proprio tradizionalismo. Film già visto nella Russia di Eltsin.
Le teorie gender, questo nessuno riesce a capirlo, sono un pretesto esattamente come è un pretesto il presunto tradizionalismo di Putin. E' pura propaganda mirata alla giustificazione delle proprie azioni né più né meno di quanto un capomafia, per giustificare la propria fame di potere, vi dirà che in realtà lui vi chiede il pizzo non per arricchirsi personalmente ma per sfamare i carcerati che stanno in galera.
La famosa legge Zan, che in teoria avrebbe dovuto sancire la vittoria dell'ideologia LGBT di sinistra contro il tradizionalismo cristianfascista, è stata sabotata dalla stessa sinistra che, tuttavia, ha bisogno di creare la malattia che giustifichi la propria presenza per poi evitare la somministrazione della cura che eradicherà la malattia che, a quel punto, renderebbe inutile la sinistra stessa. Come la gag di Ficarra e Picone per la quale il segreto per arricchirsi come medico non è far morire o curare un paziente ma tenerlo in agonia.
Non sono i bagni gender fluid a far diventare gay chi non lo è né tantomeno la famiglia tradizionale si difende picchiando gay, transessuali e quant'altro. Questa è pura esteriorità, per rimbecillire ancor di più i fessi.
Semplicemente, siamo di fronte ad una faida tra gruppi di potere che finirà nel sangue come sempre accade quando più clan mafiosi, ciascuno col proprio carico di affiliati da mantenere, si contendono le risorse limitate di un determinato territorio. Parlare di questa come delle tante scemenze che ogni giorno il sistema getta sulle masse per aizzare i cittadini gli uni contro gli altri, significa vivere nel mondo delle favole perché la realtà è che, molto semplicemente, le nazioni, tradizionalmente intese, stanno fallendo e stiamo andando incontro ad una resa dei conti dovuta all'incancrenimento di problemi di almeno duecento anni e che, dopo aver messo tanta polvere sotto il tappeto, adesso escono fuori.
Concentrarsi su "bagni gender fluid sì o no" significa concentrarsi su una questione meramente esteriore di un conflitto che ha, invece, caratteri unicamente ed esclusivamente economici.
Proprio per questo, non c'è riformismo che tenga. La resa dei conti è ormai inevitabile. E, per certi versi, persino auspicabile.
Franco Marino
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