Il tribunale dell'Aja ha assolto la Russia dall'accusa di aggressione all'Ucraina. Molti vedono concretizzata la conferma di ciò che da questo e da tantissimi altri spazi ben più importanti si scrive sin dall'inizio di questa storia, ma chiunque abbia sufficiente sfiducia nei confronti di "autorità internazionali" cerca di leggere le cose in maniera differente ovvero "Cosa c'è dietro questa sentenza?". Domanda alla quale nessuno può ragionevolmente rispondere.
In compenso, si può provare a rispondere ad una domanda rivolta proprio ai giudici di quel tribunale "Non si rischia, assolvendo Putin, di autorizzarlo moralmente a fare ciò che fa?". E la domanda è mal posta sia dal punto di vista putinfobico che dal punto di vista del sottoscritto che, senza essere mai stato un putiniano - poi amo la Russia, ma di un amore di gran lunga antecedente ed indipendente dall'arrivo sul proscenio di Putin - certamente non gli è ostile come il 99% dei media mainstream.
Tanto per cominciare, un tribunale serio non si pone il problema se, assolvendo un assassino, questi non torni ad uccidere: se lo ritiene innocente, vuol dire che non lo ritiene un assassino e dunque lo assolve, sennò lo condanna. Viceversa, si chiama "processo alle intenzioni". Che se politicamente può avere senso, giuridicamente non ne ha alcuno.
Secondo, l'imperialismo non l'hanno inventato né gli americani né i russi ma il testosterone, quell'ormone che nutre l'ambizione personale e che porta il gatto maschio a cercare nuovi territori, il patron di un'azienda a cercare nuovi mercati, e un leader politico a cercare nuovi territori, e che sono connaturati in qualsiasi uomo di successo. Tutti sono imperialisti "in potenza", ma non a tutti riesce di diventare tali "in atto". In parole povere, ad alimentare l'imperialismo è sempre e solo il combinato disposto dei seguenti fattori: presenza di uno spazio vitale da riempire, assenza di rivali in grado di difenderlo.
Ergo, alla domanda se Putin possa potenzialmente essere un imperialista la risposta è che non dipende da Putin in quanto tale ma da un'altra domanda molto semplice: l'Europa oggi sarebbe in grado di difendersi da un'invasione? Risposta. No. E si è visto proprio nel caos ucraino dove, di fronte ad una reazione che costituisce poco più di un solletico - se la Federazione Russa vedesse minacciata la propria sopravvivenza e intervenisse con tutte le proprie forze, l'Ucraina diventerebbe russa nel giro di una settimana - l'unica cosa che hanno saputo fare gli americani è "inviare armi", col risultato che si sta prolungando l'agonia di un paese che, comunque finisca, è condannato ad essere un protettorato o americano o russo. A quel punto non si vede la differenza tra un'Ucraina senza un Donbass che è sempre stato russo e un'Ucraina completamente americanizzata.
Rimane l'altro punto che molti si pongono: la Federazione Russa ha bisogno di uno spazio vitale per allargarsi? Molti sostengono che un'eventuale nulla di fatto occidentale in Ucraina possa generare una situazione simile a quella di Hitler quando ci si poneva il dubbio se valesse la pena "morire per Danzica". E si dimenticano i seguenti fatti.
Primo, i nazionalsocialismi furono apertamente finanziati e sostenuti in chiave antisovietica da Stati Uniti e Gran Bretagna, che poi se ne sbarazzarono non appena Hitler e Mussolini cercarono di disfarsi di tutta la classe dirigente nazifascista infognata con Londra e Washington, guadagnandosi l'inimicizia dell'asse atlantico. Senza quel sostegno, Hitler sarebbe rimasto un agitatore politico qualsiasi e Mussolini non sarebbe andato oltre la sua dimensione di formidabile giornalista quale effettivamente era, ma niente di più. Tradotto: l'Occidente che oggi starnazza contro Putin nuovo Hitler, è responsabile dell'ascesa dei nazionalsocialismi in Europa, come del resto è anche responsabile di quella di Putin, dato che, come è noto, il leader russo arrivò al potere proprio grazie all'appoggio degli americani, che evidentemente speravano che si comportasse come il loro fantoccio esattamente come Eltsin. Quando l'Occidente affama e cerca di distruggere Germania e Federazione Russa oppure nega pretestuosamente all'Italia il bottino di una guerra vinta, non puoi lamentarti che al potere salga l'Hitler, il Putin o il Mussolini di turno. Ergo, l'Occidente ha, spesso, gravi responsabilità in merito all'ascesa al trono dei tiranni che tanto, a chiacchiere, condanna.
Secondo, tanto l'economia tedesca quanto quella italiana, prive di materie prime e con una notevole densità demografica, erano molto più dipendenti dall'estero di quanto lo sia l'economia russa, che non ha bisogno di spazi vitali ma, semmai, ha bisogno di riempire i propri, dal momento che la Russia, tra le potenze continentali, è in assoluto quella con la densità più scarsa.
Terzo: un paese diventa imperialista quando, avendo un esercito molto forte ma, nel contempo un debito altissimo e scarsità di risorse, necessita di appropriarsi di nuove risorse che diminuiscano il debito pubblico. E' esattamente la condizione degli Stati Uniti, ma non della Federazione Russa, il cui debito pubblico è in assoluto il più basso del mondo, quindi la Russia non ha bisogno di nuovi territori da invadere, tanto più che l'Ucraina, debolissima e totalmente dipendente dagli americani, oggi sarebbe più un peso che una risorsa. In generale, invadere un continente privo di materie prime non ha alcun senso e l'economia russa non è neanche culturalmente attrezzata a generare tutto il meccanismo della finanza tossica con cui gli americani hanno arricchito artificialmente i paesi sottoposti alla loro sfera d'influenza.
Semmai quello che vogliono i russi è un solido legame commerciale, con gli europei che forniscano know-how, che è la vera cosa che manca all'economia russa, assai ben messa sul piano delle materie prime ma decisamente debole sul piano delle competenze.
Ma questo non significa che i paesi europei non debbano dotarsi di armi atomiche, di solidi eserciti in grado di difendersi da un'aggressione - che non è detto che debba essere per forza russa, può essere cinese, indiana, di chiunque abbia la forza e l'interesse di invadere l'Europa - e di diversificare le fonti da cui attingere per le materie prime. E' questo e soltanto questo che frena gli imperialismi altrui: la consapevolezza che se il potenziale imperialista ci provasse, si beccherebbe un cazzottone nel muso, indipendentemente dal fatto che l'aggressore si chiami Putin, Jinping o Modi. E' ridicolo attendersi che un paese ci dichiari e ci rassicuri che non ci invaderà mai, soprattutto se la predica viene da un Occidente che ha sempre interferito, imperialisticamente, con le politiche di quei paesi sospettati di voler aggredire il mondo intero, che è come il bue che dà del cornuto all'asino.
Chiedersi preoccupati se Putin, una volta risolta a suo favore la vicenda ucraina, voglia invadere anche il resto dell'Europa, è del tutto inutile e significa sostanzialmente rafforzarne il potere, significa comportarsi come quelle persone impaurite quando si ritrovano un pitbull ringhiante davanti agli occhi, ignare che in quel momento l'unica cosa che ci salva dall'assalto di un pitbull non è la richiesta di smettere di ringhiare, ma una pistola pronta a fargli un buco in fronte. Siamo noi a dover metterci nelle condizioni di non essere aggrediti da nessuno. Indipendentemente da chi sia l'aggressore.
In compenso, si può provare a rispondere ad una domanda rivolta proprio ai giudici di quel tribunale "Non si rischia, assolvendo Putin, di autorizzarlo moralmente a fare ciò che fa?". E la domanda è mal posta sia dal punto di vista putinfobico che dal punto di vista del sottoscritto che, senza essere mai stato un putiniano - poi amo la Russia, ma di un amore di gran lunga antecedente ed indipendente dall'arrivo sul proscenio di Putin - certamente non gli è ostile come il 99% dei media mainstream.
Tanto per cominciare, un tribunale serio non si pone il problema se, assolvendo un assassino, questi non torni ad uccidere: se lo ritiene innocente, vuol dire che non lo ritiene un assassino e dunque lo assolve, sennò lo condanna. Viceversa, si chiama "processo alle intenzioni". Che se politicamente può avere senso, giuridicamente non ne ha alcuno.
Secondo, l'imperialismo non l'hanno inventato né gli americani né i russi ma il testosterone, quell'ormone che nutre l'ambizione personale e che porta il gatto maschio a cercare nuovi territori, il patron di un'azienda a cercare nuovi mercati, e un leader politico a cercare nuovi territori, e che sono connaturati in qualsiasi uomo di successo. Tutti sono imperialisti "in potenza", ma non a tutti riesce di diventare tali "in atto". In parole povere, ad alimentare l'imperialismo è sempre e solo il combinato disposto dei seguenti fattori: presenza di uno spazio vitale da riempire, assenza di rivali in grado di difenderlo.
Ergo, alla domanda se Putin possa potenzialmente essere un imperialista la risposta è che non dipende da Putin in quanto tale ma da un'altra domanda molto semplice: l'Europa oggi sarebbe in grado di difendersi da un'invasione? Risposta. No. E si è visto proprio nel caos ucraino dove, di fronte ad una reazione che costituisce poco più di un solletico - se la Federazione Russa vedesse minacciata la propria sopravvivenza e intervenisse con tutte le proprie forze, l'Ucraina diventerebbe russa nel giro di una settimana - l'unica cosa che hanno saputo fare gli americani è "inviare armi", col risultato che si sta prolungando l'agonia di un paese che, comunque finisca, è condannato ad essere un protettorato o americano o russo. A quel punto non si vede la differenza tra un'Ucraina senza un Donbass che è sempre stato russo e un'Ucraina completamente americanizzata.
Rimane l'altro punto che molti si pongono: la Federazione Russa ha bisogno di uno spazio vitale per allargarsi? Molti sostengono che un'eventuale nulla di fatto occidentale in Ucraina possa generare una situazione simile a quella di Hitler quando ci si poneva il dubbio se valesse la pena "morire per Danzica". E si dimenticano i seguenti fatti.
Primo, i nazionalsocialismi furono apertamente finanziati e sostenuti in chiave antisovietica da Stati Uniti e Gran Bretagna, che poi se ne sbarazzarono non appena Hitler e Mussolini cercarono di disfarsi di tutta la classe dirigente nazifascista infognata con Londra e Washington, guadagnandosi l'inimicizia dell'asse atlantico. Senza quel sostegno, Hitler sarebbe rimasto un agitatore politico qualsiasi e Mussolini non sarebbe andato oltre la sua dimensione di formidabile giornalista quale effettivamente era, ma niente di più. Tradotto: l'Occidente che oggi starnazza contro Putin nuovo Hitler, è responsabile dell'ascesa dei nazionalsocialismi in Europa, come del resto è anche responsabile di quella di Putin, dato che, come è noto, il leader russo arrivò al potere proprio grazie all'appoggio degli americani, che evidentemente speravano che si comportasse come il loro fantoccio esattamente come Eltsin. Quando l'Occidente affama e cerca di distruggere Germania e Federazione Russa oppure nega pretestuosamente all'Italia il bottino di una guerra vinta, non puoi lamentarti che al potere salga l'Hitler, il Putin o il Mussolini di turno. Ergo, l'Occidente ha, spesso, gravi responsabilità in merito all'ascesa al trono dei tiranni che tanto, a chiacchiere, condanna.
Secondo, tanto l'economia tedesca quanto quella italiana, prive di materie prime e con una notevole densità demografica, erano molto più dipendenti dall'estero di quanto lo sia l'economia russa, che non ha bisogno di spazi vitali ma, semmai, ha bisogno di riempire i propri, dal momento che la Russia, tra le potenze continentali, è in assoluto quella con la densità più scarsa.
Terzo: un paese diventa imperialista quando, avendo un esercito molto forte ma, nel contempo un debito altissimo e scarsità di risorse, necessita di appropriarsi di nuove risorse che diminuiscano il debito pubblico. E' esattamente la condizione degli Stati Uniti, ma non della Federazione Russa, il cui debito pubblico è in assoluto il più basso del mondo, quindi la Russia non ha bisogno di nuovi territori da invadere, tanto più che l'Ucraina, debolissima e totalmente dipendente dagli americani, oggi sarebbe più un peso che una risorsa. In generale, invadere un continente privo di materie prime non ha alcun senso e l'economia russa non è neanche culturalmente attrezzata a generare tutto il meccanismo della finanza tossica con cui gli americani hanno arricchito artificialmente i paesi sottoposti alla loro sfera d'influenza.
Semmai quello che vogliono i russi è un solido legame commerciale, con gli europei che forniscano know-how, che è la vera cosa che manca all'economia russa, assai ben messa sul piano delle materie prime ma decisamente debole sul piano delle competenze.
Ma questo non significa che i paesi europei non debbano dotarsi di armi atomiche, di solidi eserciti in grado di difendersi da un'aggressione - che non è detto che debba essere per forza russa, può essere cinese, indiana, di chiunque abbia la forza e l'interesse di invadere l'Europa - e di diversificare le fonti da cui attingere per le materie prime. E' questo e soltanto questo che frena gli imperialismi altrui: la consapevolezza che se il potenziale imperialista ci provasse, si beccherebbe un cazzottone nel muso, indipendentemente dal fatto che l'aggressore si chiami Putin, Jinping o Modi. E' ridicolo attendersi che un paese ci dichiari e ci rassicuri che non ci invaderà mai, soprattutto se la predica viene da un Occidente che ha sempre interferito, imperialisticamente, con le politiche di quei paesi sospettati di voler aggredire il mondo intero, che è come il bue che dà del cornuto all'asino.
Chiedersi preoccupati se Putin, una volta risolta a suo favore la vicenda ucraina, voglia invadere anche il resto dell'Europa, è del tutto inutile e significa sostanzialmente rafforzarne il potere, significa comportarsi come quelle persone impaurite quando si ritrovano un pitbull ringhiante davanti agli occhi, ignare che in quel momento l'unica cosa che ci salva dall'assalto di un pitbull non è la richiesta di smettere di ringhiare, ma una pistola pronta a fargli un buco in fronte. Siamo noi a dover metterci nelle condizioni di non essere aggrediti da nessuno. Indipendentemente da chi sia l'aggressore.
Che poi Putin sia un pitbull o no, se uno è in grado di neutralizzarlo efficacemente, il problema non si pone.