Ho un cruccio che devo confessare al lettore: il mio profondo rammarico per essere, spesso, visto come complottista, pur non essendolo affatto. Il problema del complottismo, infatti, è che costringendo il destinatario delle sue tesi ad impegnarsi nello sbrogliamento di tutte le questioni di cronaca politica e geopolitica, lo distoglie dall'inevitabile reazione che la scoperta impone. A cosa serve impegnarsi in un nuovo caso se già quello precedente avrebbe dovuto imporre una reazione?
Faccio un esempio. Da sempre io scrivo che gli Stati Uniti finanziano il terrorismo islamico. Ma non ho bisogno di farmi trascinare in questo o in quel complotto, di cercare la foto falsa di Al Baghdadi o di Bin Laden mentre limona con qualche politico americano per giungere a questa convinzione: mi basta sapere che, in tutte e dico tutte le guerre che vedono impegnati gli Stati Uniti nel mondo, essi sostengano sistematicamente tutti i regimi estremisti, compreso il caso dello Yemen, dove USA e ISIS sono dalla stessa parte, contro gli Houthi, per poter dire che dobbiamo uscire dalla NATO e abbandonare gli Stati Uniti.
Anche per questo, sono sostanzialmente indifferente alla vicenda di Filippo Turetta e anche della fidanzata da lui assassinata, Giulia Cecchettin. Sui social è diventato virale il post di un utente - che tra l'altro è anche tra i miei contatti - che sostiene che il volto di Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin, non sia reale ma sia, semmai, frutto dell'intelligenza artificiale.
Questa vicenda non mi interessa minimamente perché tutto ciò che dovevo sapere della cronaca nera, già lo sapevo. Che ormai essa sia uno strumento di propaganda per fini che vanno oltre la risoluzione di un caso, è cosa su cui ho già abbondantemente scritto. E dunque non ho bisogno di scoprire che, eventualmente e ipoteticamente, Filippo Turetta non esista, che non esista Giulia Cecchettin. Mettiamo che esistano, come io credo: ciò giustifica un mese intero passato ad invocare fantomatiche scuse da parte di ogni organismo pluricellulare di sesso maschile? No. E dunque, io le conclusioni che dovevo trarre, le ho già tratte, e mi bastano.
Il problema del complottismo è esattamente questo: distoglie la gente dal quadro generale e parte dal presupposto che esista una massa di persone che, una volta svelata la verità, alla fine deciderà di crederci. E questo è un catastrofico errore.
Non c'è bisogno di pensare - né lo penso - che Filippo Turetta non esista, come sostiene qualcuno, per scandalizzarmi dell'uso e dell'abuso osceno e immondo che si è fatto della vicenda della morte di Giulia Cecchettin. Perché basterebbe questo, ad una persona sana di mente, per dubitare della sanità mentale di chi sta cercando di trasformare un caso di omicidio, turpe quanto si vuole, in un caso nazionale per il quale il maschio dovrebbe scusarsi in quanto tale. Ma se anche un giorno si scoprisse che Filippo Turetta non esistesse e che questa vicenda è un gigantesco falso, i lobotomizzati continuerebbero a credere che è tutto normale ciò che ci sta accadendo.
Non si commetta mai l'errore di pensare che non si possa convincere l'umanità che 2+2 fa 5. E' la stessa umanità che ha creduto al vaccino che non vaccina ma che non ti fa finire in terapia intensiva. Costoro non sono vittime ma sono esattamente il problema nella sua essenza.
La persona che vuole uscire, concretamente, da questa situazione, mentalmente è già oltre, a come reagire. A come organizzarsi per liberarsi di tutti questi delinquenti che ormai tengono sotto scacco interi paesi. Non abbiamo bisogno di scoprire che un banale caso di omicidio (si chiama omicidio, non femminicidio) sia del tutto inventato, per avere la conferma che siamo tutti in pericolo. Anzi, vicende come questa sono una manna per chi le gestisce, che sa benissimo che fin quando ci sarà un'umanità bisognosa di arrabbiarsi, potrà dormire sonni tranquilli.
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Faccio un esempio. Da sempre io scrivo che gli Stati Uniti finanziano il terrorismo islamico. Ma non ho bisogno di farmi trascinare in questo o in quel complotto, di cercare la foto falsa di Al Baghdadi o di Bin Laden mentre limona con qualche politico americano per giungere a questa convinzione: mi basta sapere che, in tutte e dico tutte le guerre che vedono impegnati gli Stati Uniti nel mondo, essi sostengano sistematicamente tutti i regimi estremisti, compreso il caso dello Yemen, dove USA e ISIS sono dalla stessa parte, contro gli Houthi, per poter dire che dobbiamo uscire dalla NATO e abbandonare gli Stati Uniti.
Anche per questo, sono sostanzialmente indifferente alla vicenda di Filippo Turetta e anche della fidanzata da lui assassinata, Giulia Cecchettin. Sui social è diventato virale il post di un utente - che tra l'altro è anche tra i miei contatti - che sostiene che il volto di Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin, non sia reale ma sia, semmai, frutto dell'intelligenza artificiale.
Questa vicenda non mi interessa minimamente perché tutto ciò che dovevo sapere della cronaca nera, già lo sapevo. Che ormai essa sia uno strumento di propaganda per fini che vanno oltre la risoluzione di un caso, è cosa su cui ho già abbondantemente scritto. E dunque non ho bisogno di scoprire che, eventualmente e ipoteticamente, Filippo Turetta non esista, che non esista Giulia Cecchettin. Mettiamo che esistano, come io credo: ciò giustifica un mese intero passato ad invocare fantomatiche scuse da parte di ogni organismo pluricellulare di sesso maschile? No. E dunque, io le conclusioni che dovevo trarre, le ho già tratte, e mi bastano.
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Non si commetta mai l'errore di pensare che non si possa convincere l'umanità che 2+2 fa 5. E' la stessa umanità che ha creduto al vaccino che non vaccina ma che non ti fa finire in terapia intensiva. Costoro non sono vittime ma sono esattamente il problema nella sua essenza.
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